“Il primo passo era quello di uscire da questa categoria complicata, il girone C è difficilissimo e ci sono tante battaglie ambientali da combattere. Mi auguro di aprire un ciclo e un percorso. Inutile negarlo: vincere un campionato e andare in A è l’obiettivo”. Raffaele Maiello non ha dubbi. In 12 presenze si è preso il centrocampo del Bari e ha messo la firma sul salto di categoria. Il 3 febbraio si presentava alla piazza in conferenza stampa dopo averlo fatto sul campo contro Paganese e Monterosi, il 3 aprile era ai piedi del settore Ospiti del Francioni di Latina a festeggiare con l’entusiasmo di un ragazzino la promozione in B. Due mesi per essere al centro del Bari. A traguardo ottenuto, si racconta ai microfoni de LaCasadiC.com.
“Abbiamo fatto il primo passo. Godiamoci la festa in questi giorni e poi vediamo” è il manifesto di Maiello. Parola di chi a fine gennaio era arrivato in prestito dal Frosinone con obbligo di riscatto. Scattato a promozione acquisita e celebrato dallo stesso centrocampista con un post su Instagram: “Non sono mai stato di tante parole – aveva scritto e dato che sono un pochino scaramantico ho aspettato questa promozione prima di dire qualcosa: ora che è arrivata, sono ufficialmente un giocatore del Bari”. Datato 6 aprile 2022, il giorno della nostra chiacchierata: “Siccome sono un attimo scaramantico – precisa – quando sono andato via da Frosinone non avevo fatto messaggi di saluto e ora che è arrivata la vittoria del campionato ci tenevo” sorride Maiello.
Stato d’animo di chi, a 30 anni e con all’attivo oltre 300 presenze tra A e B, ha scelto di scendere di una categoria. “L’ho fatto solo per il Bari, era una piazza che non si poteva rifiutare – ammette – speravo che la C fosse solo un momento di passaggio. Mi sono subito calato nella mentalità, all’inizio ho avuto qualche difficoltà. La C è una categoria strana”. E Raffaele ci si è calato subito: “Ho firmato il venerdì, c’era rifinitura prima della partita di Pagani e mi sono presentato ai compagni nuovi e all’allenatore. Mignani mi ha spiegato che la coperta era un attimo corta e che gli sarei servito subito. Io ho dato disponibilità, infatti poi c’è stato un tour de force con tante partite di fila”.
Nel rapporto tra Maiello e il Bari c’è un uomo chiave: Ciro Polito. “Come prima cosa, il direttore mi ha detto che ci avrebbe atteso uno sprint importante per il nostro futuro. Nel suo modo di pensare lui vuole uomini prima che giocatori – racconta – quando giochi per tanti anni in B scendere di categoria non è facile ma volevo essere solo di passaggio”. Con tre partite al termine del campionato, manca solo un componente: il gol.
In carriera tra i pro sono 19, quasi sempre belli: “Non è certo un’ossessione, il ruolo è un altro. Far gol è sempre un piacere, spero che possa arrivare presto anche con la maglia del Bari”. Magari al San Nicola, dove i 25mila presenti per la sfida contro la Fidelis Andria lo hanno emozionato: “Avevo un bel ricordo di Bari da avversario. Era una piazza calda con un tifo presente. Con la Fidelis Andria è stata un’emozione grandissima. Non è roba di tutti i giorni giocare davanti a 25mila persone, te la porti dentro per sempre”.
Amicizia è una parola chiave nello spogliatoio del Bari: “Ho trovato un gruppo sano, disponibile – spiega Maiello – ne conoscevo davvero tanti, come Citro, Mazzotta, Terranova, Antenucci, Bianco, Celiento. Mi sono sentito a casa in pochi giorni: si scherza tanto, c’è Di Cesare che nonostante abbia 50 anni (saranno 39 a maggio, ndr) ride tanto: è il pagliaccio dello spogliatoio.
Quello che parla di meno è Galano, non me lo sarei aspettato”. E ce ne sono anche per Gigliotti, preso in giro dai compagni nel viaggio di ritorno da Latina per il suo mostrarsi a petto nudo in pullman: “Lui è quello che ha il fisico da zero a zero”. E giù risate. Le stesse condivise con Terranova e Citro, amici con i quali Maiello aveva già vinto: “Sono ragazzi che già conoscevo a Frosinone, dove abbiamo vissuto una promozione importante. La foto ci ha permesso di ricordare che avevamo già vissuto un momento del genere. Vincere non è mai facile, vivi emozioni”.
A 30 anni suonati, Maiello non ha avuto paura di scendere dai piani alti della Serie B alla vetta del girone C di Serie C. Lo ha fatto forte di un carattere che sul campo lo ha sempre contraddistinto, sin dalla trafila nelle giovanili del Napoli, club con cui ha esordito in A a soli 19 anni. Quella biancorossa sembra la chiusura di un cerchio.
Alla guida del Napoli, infatti, c’era già famiglia De Laurentiis: “A 13 anni ero nel settore giovanile e ho fatto la trafila fino all’esordio in A. Sono contento di ritrovarli dopo tanti anni. Con loro a Napoli ho giocato anche quattro partite da titolare in A – sorride aprendo l’album dei ricordi – la prima contro la Samp: è una delle maglie che ho conservato. Ho quella dell’esordio, quella del campionato vinto a Frosinone. E ora c’è quella di Latina“. Dove si è visto il Maiello che Bari ha imparato ad apprezzare, soprattutto da fine febbraio in poi: quello che abbina personalità e costanza, alza la linea del centrocampo e detta i tempi. “La squadra è sempre stata in testa, dall’inizio alla fine – ricorda lui con orgoglio – c’è stato un periodo di appannamento e il vantaggio sul secondo posto si era ridotto. La partita di Catanzaro ci ha fatto svoltare, ci ha dato certezze e ci ha fatto capire che il campionato era nelle nostre mani, lì abbiamo confermato la nostra forza. Abbiamo giocato una partita straordinaria sotto tutti i punti di vista”.
Da Napoli a Bari. Città che Raffaele conoscerà meglio nelle prossime settimane: “Ora con la vittoria del campionato in anticipo siamo un attimo più rilassati. Ho visto il lungomare, il quartiere Poggiofranco e il centro: è una città grande, bella e ricca di angoli da non perdere“. Come le partite che attendono il Bari di qui a fine campionato: “Non faremo sconti, questo è certo – promette Maiello guardando a Avellino, Taranto e Palermo – il nostro lavoro ce lo impone, di qui alla fine della stagione vogliamo vincere tutte le partite perché è giusto che sia così. Siamo professionisti e ci stiamo allenando sempre bene”. Prima di chiudere il telefono, però, resta un dubbio. Maiello, ma lei è scaramantico? “Ho dei riti che mi porto dietro da tempo. Posso dire che quando entro in campo o varco la linea per entrare in campo la calpesto con il piede sinistro, strappo un ciuffo d’erba e mi faccio il segno della croce“. Garantisce Maiello: polmoni e fosforo al servizio del Bari.
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