Guardare oltre il risultato: è l’input che arriva in vista della nuova stagione al Padova, sconfitto nella prima uscita ufficiale dell’annata 2022/23 dal Bari nei preliminari di Coppa Italia. Sul neutro di Salerno (al San Nicola sono in corso lavori di restyling) la squadra di Bruno Caneo ha perso per 3-0 salutando la competizione. Ma i gol di Botta e Cheddira, arrivati nei primi 16 minuti, non cancellano una prova coraggiosa e diversi spunti che hanno permesso al Padova di giocare con carattere e ambizione nonostante la categoria di differenza. Il tris di Cheddira in pieno recupero e a giochi già chiusi non sposta i pareri e le analisi.
I due gol a freddo hanno permesso infatti alla squadra allenata da Michele Mignani di poter gestire la partita e imprimere il loro ritmo ma il gruppo di Caneo non ha accettato passivamente. Schierato con un 3-4-2-1 sperimentale, con Germano, Ilie e Gasbarro in difesa davanti a Donnarumma, Kirwan e Curcio in fascia, Franchini e Dezi in mezzo al campo e il duo Gagliano-Russini a supporto di Ceravolo, il Padova ha fatto già vedere alcuni tratti caratterizzanti del calcio dell’allievo di Gasperini: attaccanti vicini e chiamati a scambi rapidi e rasoterra, esterni molto alti e grande partecipazione alla costruzione del gioco anche da parte dei difensori. Con uno scotto inevitabile da pagare: gli spazi concessi agli avversari. Non a caso Botta ha fatto partire un sinistro a giro sotto l’incrocio frutto di classe e della poca pressione ricevuta al limite dell’area. Il gol del 2-0 nasce invece da un pallone perso a centrocampo, recuperato dallo stesso Botta per Cheddira che a campo aperto ha battuto Donnarumma.
Nonostante il doppio svantaggio, Ceravolo e compagni hanno mostrato personalità. Caprile, ex portiere dalla Pro Patria scelto dal Bari per giocarsi il posto con Frattali, ha parato bene soprattutto quando sollecitato dalla distanza. Qualche difficoltà in più, da parametrare alla caratura dell’avversario, il Padova l’ha avuta negli ultimi 15 metri, con Vicari e Di Cesare (poi Terranova) a giganteggiare in area. Resta però l’immagine di una squadra in grado di proporre calcio portando almeno otto uomini nella metà campo avversaria. Cantiere aperto ma con una chiara inclinazione.
A impressionare per quantità di palloni toccati è stato Russini. L’ex Catania ha scelto la 10, maglia che impone personalità, e non si è sottratto. Bene anche la seconda parte di gara di Vasic, subentrato a Kirwan nell’intervallo, e l’impatto di Ghirardello, attaccante del 2005 che farà parte del gruppo dei senior anche in campionato. Il tutto in attesa di un calciomercato d’agosto che porterà in dote altri rinforzi, chiarirà il destino degli esuberi (Terrani, Della Latta, Bifulco, Cissè e Busellato, tutti assenti a Salerno) e riporterà in pista titolari come Monaco e Valentini, destinati a cambiare volto alla difesa. Dalla notte del 12 giugno a Palermo, con la finale playoff persa, è passato poco più di un mese e mezzo ma il nuovo Padova sta cambiando volto e pelle. Guardando anche oltre il punteggio del campo.
Bruno Caneo ha commentato così la prestazione dei suoi ragazzi al termine della partita: “Le idee di gioco stanno venendo fuori, anche negli altri anni sopratutto in attacco erano assimilate in maniera più lenta. Aspettiamo che gli attaccanti siano nella condizione migliore. Abbiamo messo in campo i nostri principi di gioco fino alla fine, siamo cresciuti nell’uno contro uno durante la partita. Ho visto impegni, voglia di rimontare e di non essere mai secondi. È la mentalità adatta per giocare un gran campionato. Abbiamo perso e preso otto gol contro Spezia e Bari, è vero, ma non affronteremo sempre squadre così forti. Parliamo di avversari di categoria superiore. Stiamo lavorando insieme da 20 giorni, ora abbiamo tre amichevoli per perfezionare il nostro atteggiamento e dare brillantezza a chi è più in ritardo. Dobbiamo mostrare voglia di soffrire e non fare passi indietro. Occorre che i tre attaccanti entrino in condizione insieme”.
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