Ph. Tess Lapedota
Tra le tante celebrazioni per la vittoria del campionato da parte del Bari, matematicamente primo nel girone C di Serie C con tre turni di anticipo sul termine della regular season, non è passata inosservata quella di Raffaele Pucino. Il difensore biancorosso, tornato in C a più di 10 anni dalla prima (e prima di Bari, ultima) esperienza con la maglia dell’Alessandria, è stato uno dei leader carismatici del gruppo allenato da Michele Mignani. Merito di una personalità notevole, mai nascosta sul campo e fuori. E allo stadio Francioni di Latina, dove si è compiuto l’ultimo atto della cavalcata biancorossa, la sua gioia ha rubato l’occhio. Merito di una maglietta molto particolare.
Su sfondo bianco e con testo blu e rosso, Pucino ha voluto “omaggiare” alcune delle frasi raccolte nel corso degli ultimi mesi e pronunciate da avversari del Bari. Uno sfottò pungente e ironico al tempo stesso. Nella gallery delle dediche trovano posto quattro allenatori: si parte da Zdenek Zeman del Foggia (“Bari primo ma la Turris gioca meglio”) passando per Silvio Baldini del Palermo (“I tanti punti del Bari stimolanti per fare una grande rimonta”) e Walter Novellino della Juve Stabia (“L’Avellino può ancora vincere la categoria perché il Bari ha grossi nomi, di qualità ma non mi sta entusiasmando”). Fino ad Antonio Calabro, sulla panchina del Catanzaro fino a fine novembre. “Non meritavamo questo risultato – aveva detto dopo il ko per 2-1 nel match di andata del 30 ottobre al San Nicola – non so se il Bari pensa di essere ancora la migliore”. Quella maglia-memoriale indossata da Pucino ha presto fatto il giro del web.
Destino simile a quanto accaduto quattro mesi fa, quando dopo il pareggio di Avellino il difensore del Bari aveva postato su Instagram una story con nove pecore, ovvero i punti di distanza degli irpini dal Bari in quel momento del campionato. Sfottò social che dalle parti di Avellino non era per nulla andato giù, con la piccata replica da parte dell’amministratore delegato biancoverde Giovanni D’Agostino e polemiche che proseguirono anche ben oltre il fischio finale.
Pucino a Bari ha vissuto la seconda esperienza in Serie C dopo quella di Alessandria. Nel mezzo ci sono oltre 250 presenze tra A (3 con il Sassuolo, ndr) e B. In stagione ha giocato 24 partite e segnato un gol, nel derby vinto per 3-1 contro il Taranto. Ingredienti utili nel menù promozione. Alla base della scelta di giocare in Puglia, Pucino non lo ha mai nascosto, c’è il grande rapporto con il ds biancorosso Ciro Polito, prima compagno di squadra a Sassuolo poi suo dirigente ad Ascoli: “Nella vita comportarsi in un certo modo significa ancora qualcosa – raccontava un mese fa il difensore – soprattutto se trovi persone che credono in questi valori. E così, dopo tanti anni a buoni livelli in B, quest’estate ho trovato una sola persona ad aspettarmi: era il direttore Polito“. Scelta ripagata.
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