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B…ari, è fatta! Tra big match, eroi e la “pioggia” di gol: tutto sulla cavalcata dei biancorossi

Il calcio è una giostra, ma per poterci salire bisogna essere impavidi. Se poi una squadra come il Bari ha la possibilità di farlo con due profili rigorosi come Polito e Mignani, oltre a una solida dirigenza capeggiata da Luigi De Laurentiis, allora neanche la montagna russa più pericolosa può fare paura. Perché i biancorossi hanno sfrecciato a velocità supersoniche in questo campionato, vivendo solo per pochi tratti delle fasi più ardue in salita, ma tornando sempre più in alto di prima. Difficile parlare di un percorso del tutto impeccabile. Eppure, ad ogni ostacolo trovato, il Bari è stato in grado di fermarsi e ripartire subito indenne. Ecco perché ha meritato il titolo del girone C, conquistato ufficialmente il 3 aprile a latina.

Tra Covid e gol in extremis: il Bari rialza la cresta

Si dice che il buongiorno si veda dal mattino. Per le premesse di inizio stagione, però, il campionato del Bari sembra essere tutt’altro che facile. I primi problemi arrivano da subito, quando nel ritiro estivo scoppia un focolaio Covid-19, coinvolgendo 11 casi nel gruppo squadra. Il conseguente ritardo nella preparazione atletica e le difficoltà nel creare la giusta alchimia di squadra – ormai rivoluzionata – si riscontrano nei primi risultati. L’eliminazione dalla Coppa Italia Serie C dopo la sconfitta in casa contro la Fidelis Andria, e il pareggio di Potenza, rendono l’agosto barese ancora più torrido.

Tra tifo organizzato assente per via delle restrizioni e prestazioni non eccellenti, il Bari si trova da subito a doversi rialzare da solo. Ma ce la fa con orgoglio. La firma sui primi punti pesanti ce la mette Simone Simeri, che riesce a dare ai biancorossi il giusto sprint per alzare la velocità. Picerno e Catania: due reti che rimarranno per tanto tempo nella memoria dei tifosi, arrivate entrambe a recupero inoltrato. Il numero 9 del Bari è tornato finalmente ad alzare la cresta in maglia biancorossa, così come i galletti, che da quel momento in poi occuperanno il primo posto del girone C, senza mai abbandonarlo.

I primi scontri diretti

Una grande squadra non si vede solo nelle sfide più abbordabili, ma ha bisogno di mettersi a dura prova per competere davvero. La vera svolta della stagione del Bari è rappresentata dall’approccio negli scontri diretti. I primi grandi test sono contro Monopoli e Turris, solo alcuni dei tanti club che proveranno a rincorrere la squadra di Mignani. Per seguire la scia di una macchina così rapida, però, bisogna essere altrettanto performanti. E in quelle occasioni il Bari dimostra già di poter correre più veloce di tutti. Prima la vittoria per 1-0 sul Monopoli, poi l’incredibile rimonta contro la Turris al San Nicola, sotto una pioggia torrenziale – il fil rouge magico durante tutto il campionato. La partita termina sul 4-2 e il club pugliese si porta a +6 sul secondo posto, a solamente 8 giornate dalla partenza.

Tutto sembra filare liscio. Fin troppo. Anche le auto più veloci hanno bisogno dei pit stop, per ricominciare a sfrecciare ad alta velocità. Le sconfitte di Francavilla e Castellammare di Stabia, arrivate nel giro di due settimane, sono le prime brusche frenate nel campionato del Bari. I biancorossi perdono per infortunio anche il capitano Di Cesare, perno tecnico e caratteriale della squadra. A mantenere il gap sul secondo posto, però, ci pensa la vittoria per 2-1 nello scontro diretto con il Catanzaro. Tre punti capaci di dare un altro importante scossone al campionato, arrivati proprio tra le due trasferte deludenti e firmati – oltre che dal gol di Simeri – dalla rovesciata di Antenucci, autore di una delle reti più iconiche del campionato.

Una macchina inarrestabile

I gol contro Campobasso e Catanzaro sono i primi rintocchi di una campana invecchiata, ma sempre efficace. Si chiama Antenucci, che dopo i primi mesi difficili inizierà novembre con la consapevolezza di poter – e dover – tornare il leader del Bari per ricominciare a trascinare la squadra, come fatto negli anni precedenti. Lo fa senza problemi, dimostrando di essere sempre un lusso per la categoria. Un’incessante pioggia di gol si abbatte sulle squadre che incontrano il Bari: Vibonese, Fidelis Andria, Latina, Taranto sono solo alcuni dei club che fanno fatica a trattenere lo straripante attacco biancorosso. A completare il trio offensivo ci pensano Botta, fantasista argentino capace di ballare con eleganza il suo tango calcistico su ogni campo di Serie C, e Paponi, che diventa la spalla ideale di Antenucci dopo tanti mesi in panchina.

È il momento più brillante del Bari in termini di gioco, probabilmente il migliore dell’intero campionato. La Serie B sembra essere inevitabile: con il tridente d’acciaio, una difesa impenetrabile amministrata perfettamente da Terranova e i tanti punti conquistati in poche settimane – che mantengono sempre il largo distacco dal secondo posto -, i biancorossi viaggiano sulle ali dell’entusiasmo. Anche la festa natalizia, celebrata al San Nicola il 22 dicembre nel 2-0 contro il Potenza tra cappellini biancorossi e costumi di Babbo Natale, sembra essere solo il preludio di un girone di ritorno ancora più in discesa. Ma non sarà tutto così facile.

Dopo la salita, il rush finale del Bari

Gennaio parte in salita. I diversi casi di positività al Covid-19 che coinvolgono nuovamente il Bari – e non solo -, le tante partite rinviate e gli infortuni di elementi fondamentali della rosa come Botta, fanno iniziare il 2022 con ritmi più lenti. Anche i nuovi acquisti fanno fatica ad entrare subito nei meccanismi di gioco, ad eccezione di Maiello, che in poco tempo diventerà un tassello fondamentale del centrocampo insieme a D’Errico e Maita. Un punto conquistato a fatica con il Catania e le prestazioni meno brillanti contro Paganese e Monterosi mostrano una certa pesantezza sul piano fisico.

Poi arriva il primo tonfo. La sconfitta per 1-2 contro il Messina, proprio quando i biancorossi hanno la possibilità di allungare ancora in classifica. Dal basso, intanto, inizia a farsi sentire una certa pressione: è il Catanzaro, che con l’ex Vivarini sta risalendo la classifica a velocità incredibili. E proprio quando il Bari rimedia la seconda sconfitta consecutiva in casa, nel 2-3 con il Campobasso, la squadra calabrese accorcia a soli 4 punti dai biancorossi. Mai come in quel momento la paura di perdere le redini del campionato è stata così grande. Anche tra alcuni tifosi si avverte una certa sfiducia. Ma le grandi squadre, si sa, si vedono in questi momenti.

Il grido d’orgoglio arriva nel derby di Foggia. Nonostante si tratti di un pareggio in rimonta, la grande prestazione del Bari segna la voglia di ricominciare a correre. È il primo grande cambio di passo sul piano dell’atteggiamento. Poi, nella gara successiva, un altro diluvio evoca l’ennesimo momento magico: il gol del 2-1 di Citro contro la Virtus Francavilla, realizzato al 94′. Con il pareggio del Catanzaro, la formazione di Mignani è di nuovo a +7, ma pochi giorni dopo dovrà recarsi in Calabria per lo scontro diretto decisivo. La gara del Nicola Ceravolo, sotto i riflettori di tutta l’Italia calcistica, emette la sentenza definitiva: il Bari merita di vincere il campionato. Lo dimostra con una vittoria totale, guadagnata con ancora più carattere e tante occasioni create (QUI per rivivere gli highlights). I dieci punti di vantaggio sul secondo posto portano le montagne russe biancorosse sul punto più alto.

Di lì in poi sarà tutta discesa: 6 punti tra Juve Stabia e Vibonese, con le altre rivali che perdono la scia. La festa promozione preannunciata per la gara contro la Fidelis Andria è solo rimandata di una settimana, perché con lo 0-1 di Latina il Bari è ufficialmente campione del girone C. Un campionato dominato dal primo momento, che ha dimostrato come il rollercoaster biancorosso sia degno dei migliori parchi nazionali. Il prossimo anno la giostra su cui salire sarà più difficile, e forse farà anche più paura. Ma nulla può vietare al Bari di correre di nuovo ad alta velocità.

Gabriele Ragnini

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