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Dalla Serie C alla convocazione in nazionale: il viaggio di Baschirotto

“La determinazione è il mio più grande pregio, il segreto è continuare ad avere fiducia anche quando vuoi dire basta”. A lezione (di vita) da Federico Baschirotto. Spalle larghe, in campo e nella vita. Difensore centrale, possente. Uno che si è formato da solo. Dai campi in polvere, dove nessuno ti regala niente, al gol in Serie A contro il Milan. Solo 4 anni fa era in Serie D. Il sogno di una vita, raggiunto, coccolato, vissuto. Nel mezzo, tanti campi di Serie C, dove il 26enne nato a Isola della Scala (Verona) si è formato. Proprio in Lega Pro, il “ragazzone” dal cuore d’oro ha capito cosa fosse la sofferenza, il sacrificio, il sudore. La voglia di smettere per un istante. Ma chi è audace non molla mai. E ci crede. Quest’anno, l’esordio nella massima serie del nostro calcio, contro l’Inter, alla prima giornata. Poi la fiducia di Baroni e la titolarità incontrastata in questo campionato, dove ha collezionato 36 presenze e 3 gol. E adesso è arrivata un’altra soddisfazione: il centrale giallorosso è stato convocato da Roberto Mancini per i prossimi impegni della nazionale italiana in Nations League.

Baschirotto, i campi in polvere e la paura di smettere

I campi di provincia, quelli veri. Baschirotto dal nulla, si è costruito la sua favola. E ci ha messo dentro un lieto fine da sogno. Parte dal campo dell’oratorio del suo paese Nogara, dove Udogie è uno dei suoi allievi. I due dopo anni potevano rincontrarsi in campo, ma il giocatore dell’Udinese per un problema al flessore non ha potuto giocare. Poi arriva la Cremonese solo 3 presenze e 2 gol al torneo di Viareggio. Troppo poco, ma l’età è dalla sua parte. I grigiorossi hanno altri piani per lui: inizia il giro di prestiti. Prima al Seregno, in Serie D. Qui 34 presenze condite da 1 gol. Poi il professionismo; è la volta di Forlì. Gioca poco, non ha autostima. Qualcosa non va. 10 presenze, di cui molte da subentrato. 1 gol, ma poco altro. Fermata successiva? Cuneo, ancora in Serie C. Trova più continuità ma non lascia un segno indelebile. Torna in Serie D, al Carpaneto Chero. Era il 2018, solo 4 anni fa. Sembra una vita, sembra un’altra storia. E invece, è incredibilmente la stessa. Sempre quella di Baschirotto.

La paura di smettere, perché il salto non arriva. E il sogno che svanisce, piano piano. Ma sono gli uomini deboli a mollare, di solito. Non di certo uno come lui. Ho vissuto parecchi momenti difficili dichiarò in un’intervista a TuttocalcioPuglia.com -, soprattutto in Serie C con la Cremonese e poi negli anni in D in prestito. Il contratto non me lo rinnovarono, ero in sospeso ma qualcosa dovevo pur fare. Qualcosa la fa, in effetti: non si perde d’animo. Lo contatta la Viterbese in Serie C. Accetta, per ripartire. Fa bene: 57 presenze in due stagioni dal 2019 al 2021. Continuità e leadership al servizio della squadra. Il vero inizio della scalata.

L’inizio di un sogno: dalla B alla A

Allacciate le cinture. La storia, ora, si fa bella. Baschirotto firma con l’Ascoli, in Serie B. Qualcosa di diverso, qualcosa di speciale. Lui che voleva smettere. Lui, che quasi, non ci credeva più. E invece Sottil, ora all’Udinese, lo valorizza. Centrale difensivo roccioso, impenetrabile. 30 presenze e ben 4 reti in stagione. Il 26enne si riscopre anche goleador. Una piacevole sorpresa, ovviamente. Ma sono le prestazioni a far parlare di lui in giro per l’Italia. Arriva l’estate: lui chiuso nella sua cameretta, il Lecce che sale in Serie A. Il telefono che squilla. Corvino chiama, lui risponde. Baroni lo vuole per la sua difesa. Tutto fatto, valigie pronte.

Un bagaglio pieno di sogni, quello portato sulle spalle per tutta la vita. Ora sul treno della Serie A. L’esordio con l’Inter di Simone Inzaghi. Una discussione con Lautaro Martinez per un’entrata troppo dura. Un giorno indimenticabile. “Un armadio in giro per la città”, lo ha chiamato un gruppo di comici salentini. Uno che fa paura, ma solo da lontano. Il suo passato è un esempio, il suo presente uno stimolo. Poi quell’azienda agricola di famiglia mai dimenticata, la  “Baschirotto F&F”. Un avvio di campionato importante, tanto da meritarsi i complimenti di un campione del mondo, il compagno Samuel Umtiti: “Baschirotto è uno dei migliori centrali di difesa del campionato“.

Il passato da animatore ed il primo gol in Serie A

Lui è più forte di me, deve solo crederci di più“. Parola di Baschirotto sul fratello Francesco, che gioca al Caldiero in Serie D. Il motto di famiglia è “crederci sempre”. Come ha fatto Alessandro. Calciatore, da sempre, o quasi. Quello che non tutti sanno è che al Circolo Noi (Nogara, dove il centrale ha giocato fino a 5 anni), molti anni fa, il ragazzone nato a Verona faceva l’animatore. E tra i ragazzini, c’era Udogie, che oggi gioca all’Udinese ma che è stato acquistato dal Tottenham di Conte (dove giocherà dal prossimo anno). “Già ai tempi sgambava forte, esattamente come fa adesso in Serie A”. Baschirotto non vuole fermarsi qui. C’è ancora tanto da raccontare. Crederci, sempre.

A cura di Manuele Nasca

Redazione

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