Belotti, alle origini del ‘Gallo’: “Così è nata la mia esultanza”
Alle origini di Andrea Belotti. L’attaccante, ora alla Roma, è cresciuto dopo tanta gavetta tra Serie C e B. Nato a Calcinate, in provincia di Bergamo, muove i suoi passi nel professionismo con la maglia dell’AlbinoLeffe. Un giovane in rampa di lancio capace a suon di gol a ritagliarsi un futuro importante. Palermo, Torino, Roma e le partite con la maglia dell’Italia. Un sogno di tanti ragazzi e che lui ha avuto la possibilità di esaudire.
Dei tanti gol se ne ricordano tanti. Diverse le prodezze, ma con un’unica linea comune, l’esultanza. Quella a mimare la cresta di un gallo ed ecco che è diventata iconica e da sempre ormai lui è Andrea il ‘Gallo’ Belotti. Ma come nasce questa esultanza? L’ha raccontato lui stesso a Cronache di Spogliatoio.
Belotti: “L’esultanza nasce da una scommessa fatta”
In una lunga lettera, Belotti si è raccontato ed è partito proprio dal soprannome. Le origini del ‘Gallo’: “Io gioco nell’AlbinoLeffe e ho 18 anni. Ho un amico di nome Juri e di cognome fa Gallo. Lui ha un bar e nel weekend lavora talmente tanto che non è mai riuscito a venirmi a vedere. Un giorno mi chiama e mi dice che era riuscito a liberarsi e sarebbe venuto a vedermi”.
Era il 3 settembre del 2012. La partita quella tra AlbinoLeffe e FeralpiSalò. “Io e Juri avevamo fatto una scommessa: ‘se segni esulti con la cresta’ e così dopo due minuti di partita così è stato. Cissé mi serve un pallone e lo scaravento in rete. Corro sotto la tribuna mimando la cresta in testa. Juri era arrivato con tre minuti di ritardo e si era perso l’esultanza, ma da quel momento non potevo più non farla”. Iniziata per gioco, ma ora diventata un simbolo per Andrea Belotti, per tutti: il ‘Gallo’.