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6 clean sheet e quarta difesa del campionato: la B-E-P fa la fortuna del Benevento

A Foggia il Benevento ha sfoderato l’ormai consueta capacità di saper soffrire, centrando il sesto clean sheet stagionale. Anche con un pizzico di fortuna, i giallorossi sono riusciti ad uscire con un punto da un campo complicato come lo Zaccheria. La difesa dei sanniti è la quarta del torneo con otto reti subite (la Juve Stabia capolista ne ha subite appena tre in meno). Ci sono dei numeri che testimoniano l’ottimo lavoro di Andreoletti e del suo vice, Vincenzo Cammaroto, non a caso ex difensore. Dopo la prima uscita stagionale a Torre Del Greco contro la Turris, dove i giallorossi hanno incassato tre reti, la squadra ha chiuso la porta a doppia mandata in tutte le successive trasferte: a Caserta, a Picerno (contro il Brindisi), a Cerignola, a Potenza (contro il Sorrento) e giovedì a Foggia.  

Filippo Inzaghi

Sei clean sheet come nel 2015/2016 e nel 2019/2020

Se aggiungiamo anche la sfida interna contro la Virtus Francavilla, che Paleari ha chiuso a porta inviolata, sono ben sei i clean sheet stagionali. Un dato importante se si pensa che solitamente fuori casa una squadra è più esposta a rischi e che, analizzando i gol incassati dalla Strega, spesso sono stati frutto più di disattenzioni difensive che di bravura degli avversari. Le sei partite con lo zero nella casella delle reti subite si sono verificate anche nelle prime dieci giornate di altri due campionati vinti dal Benevento: quello di Serie C 2015/16 con Auteri in panchina e quello di Serie B 2019/20 con Inzaghi. Il dato risalta ancor di più se si pensa che, alla prima di campionato, il Benevento ha perso per un grave infortunio (rottura del legamento crociato) il suo leader difensivo, ovvero Biagio Meccariello.

Benevento, dall’infortunio di Meccariello alla difesa a tre

Un forfait che ha costretto Andreoletti ad abbandonare la difesa a quattro, provata in tutta la preseason, per passare alla difesa a tre, ora divenuta un dogma. È chiaro che il contributo dei singoli è stato fondamentale poi per raggiungere l’impermeabilità difensiva. Non a caso i tre calciatori con più minuti in campo giocano nel reparto difensivo. Paleari (810’ in campo) si sta rivelando un vero lusso per la categoria, decisivo anche a Foggia con due interventi su Schenetti. Berra (anche lui 810’ in campo), acquistato in estate per fare il terzino destro, si è adattato benissimo al ruolo di braccetto, destro o sinistro, nella difesa a tre. Non educatissimo con piedi, l’ex Sudtirol compensa però con grinta e cattiveria. La vera sorpresa è Christian Pastina (impiegato per 786’ e sostituito una sola volta).

La B-E-P

In estate Pastina era infatti un partente certo, Carli però ha deciso di rimetterlo al centro del progetto, rinnovandogli anche il contratto. L’ex Avellino ha ripagato sul campo la fiducia della società, fornendo sempre prove senza sbavature, con un mix di cattiveria, attenzione e concretezza. Significativo anche l’apporto che il calciatore ha dato in fase di impostazione, grazie ad una discreta tecnica è spesso lui infatti ad avviare l’azione. Andreoletti è stato bravo anche ad adattare El Kaouakibi, per natura un esterno alto, nella difesa a tre. Il difensore marocchino ha messo a disposizione della squadra tutte le sue doti atletiche, superando Capellini nelle gerarchie. Insomma alla filastrocca Berra-El Kaouakibi-Pastina Andreoletti non vuole giustamente rinunciare.