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Benevento, Vigorito: “Chi pensava di fare più di così ha sognato Padre Pio”

“Se avessi pensato che avremmo dovuto fare di più, vuol dire che dopo 18 anni non ho capito niente”. Oreste Vigorito, presidente del Benevento, vuole essere chiaro fin da subito. Lui è soddisfatto per i risultati conseguiti dalla squadra, che più di così – a detta sua – non poteva fare al primo anno dopo la retrocessione. I giallorossi sono al terzo posto in classifica, a quota 26 punti (-2 dall’Avellino capolista) e puntano a condurre un campionato da protagonisti.

Benevento, Vigorito: “Fare più di così? Qualcuno ha sognato Padre Pio”

Proseguendo ai microfoni di OttoPagine, Vigorito ha spiegato quale sia la situazione attuale del Benevento e i motivi per cui questo cammino sia superiore alle aspettative. “E’ già troppo quello che stiamo facendo. Prima bisogna togliere le macerie, poi ripulire l’aria e poi ricevere. Abbiamo dovuto fare questo in un mercato difficile, in cui non c’erano soldi e non ci davano calciatori. Dovevamo mandare da qualche parte i nostri calciatori, ne abbiamo 33. Se pensavamo di fare di più, allora qualcuno ha sognato Padre Pio”.

E poi, sulla classifica del Girone C, mostra entusiasmo per il dominio delle squadre campane: “Se la nostra regione a livello calcistico comincia una forma di rincorsa verso alcuni traguardi, allora mi fa piacere. Il calcio non è solo la partita la domenica, è occupazione, partecipazione e socializzazione”.

In avvicinamento al mercato, Vigorito chiarisce la linea societaria, specialmente sulle uscite: “Tutti i calciatori sono di proprietà nostra, qualcuno lo manderemo a giocare, specialmente chi ha avuto poco spazio. Risolvere i contratti nel calcio è come trovare il bandolo della matassa nel labirinto del Minotauro, è difficile. Carli ha detto che molte volte ci si può rafforzare non cedendo nessuno. Loro stanno lavorando per capire cosa serva”.

E una chiusura su questo campionato, che ha dato la possibilità al Benevento di riavvicinarsi alla propria piazza: Come società non abbiamo mai scelto di andare lontano dai tifosi. Forse mancava un’informazione a tutti: quando vengono giocatori dalla Serie A, sono legati dall’esclusività e da determinate limitazioni. Quello che sembra più accattivante è in realtà più difficile per la società. Alcuni calciatori hanno capito che il calcio senza tifosi non è così bello. Spero che i tifosi capiscano che il calcio senza la squadra è ancora peggio. Queste componenti devono stare vicini come i binari di un treno: camminare insieme ma senza incrociarsi. I tifosi sono da ringraziare, forse lo avevo dimenticato ma il sostegno c’è”.

Redazione

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