Benfica-Inter, una vetrina per le seconde squadre
Mancini e Allegri lo ripetono da tempo. Per risollevare le sorti del calcio italiano bisogna investire sui giovani. Come? Anche instituendo le seconde squadre. Prendiamo il caso del quarto di finale di Champions League tra Benfica e Inter. Da una parte gli esperti giocatori neroazzurri. Dzeko, Barella, Acerbi, Brozovic e Lautaro e dall’altra? Un Benfica a forte trazione under. Sono 8 i giocatori nati dal 2000 in avanti schierati da Schmidt per il match di Coppa Campioni. La domanda sorge spontanea. Quando accadrà anche in Italia?
I giocatori del Benfica 2 schierati in Champions contro l’Inter
Nel quarto di finale di Champions League si sono affrontati allo “Estadio do Sport Lisboa e Benfica” nella capitale portoghese il Benfica e l’Inter. I neroazzurri schierano la loro formazione tipo con il solo Lukaku in panchina pronto a subentrare a gara in corso. Inzaghi può contare sull’esperienza di giocatori come Martinez, Acerbi, Barella, Brozovic e Dzeko. Giocatori abituati a questo tipo di palcoscenici.
Discorso diverso per Roger Schmidt, allenatore del Benfica, che, invece, punta sulla freschezza e la genuinità di un gruppo di calciatori giovani e pieni di entusiasmo. Ogni zona del campo è coperta da almeno un giovane calciatore. La coppia centrale difensiva è formata da Morato e Antonio Silva, nati rispettivamente nel 2001 e nel 2003. A centrocampo troviamo un classe1999. Florentino. Terminale offensivo è il 2001 Ramoos. Per non parlare della panchina dove siedono i 2002 Soares e Rodrigues, il 2003 Tome e i 2004 Ndour e NevesGomes.
All’apparenza nulla di strano. È una squadra che punta sulla “linea verde”. Se non fosse che questi ragazzi hanno qualcosa che li accomuna. Sono tutti quanti prodotti del settore giovanile della squadra portoghese. Ognuno di loro, nessuno escluso, proviene dalla seconda squadra del Benfica. Il Benfica B. Cresciuti a Lisbona e lì rimasti per volontà della società. Motivo? Coltivare il loro talento in un’ottica di maturazione tecnica, personale e professionale dei giocatori e dell’ecosistema Benfica in generale.
Sì, perché investire nelle seconde squadre vuol dire anche progettare il futuro societario. Avere una squadra corrisponde alla crescita della società. Un’equazione che permette di risparmiare risorse economiche sul mercato formando i giocatori direttamente fra le mura di casa. Una scelta aziendale che va a giovare anche alle Nazionali. Prendiamo Antonio Silva, 19 anni e Goncalo Ramos, 21. Per loro giocare con Cristiano Ronaldo, Bruno Fernandes e Rafa Leao nella nazionale del Portogallo è, oramai, ordinaria amministrazione.
Il Benfica 2 gioca nella Liga Portugal 2. Il secondo torneo professionistico del calcio portoghese. Quello che più deve far riflettere è che questa squadra è nata nel 1999. Ciò significa che in Europa il progetto seconde squadre si sviluppa molto prima rispetto all’Italia. Basti considerare che la prima, e unica, società ad orientarsi in tal senso è la Juventus. Ma solo nel 2018. A questo punto la domanda sorge spontanea. Quanto dovremo aspettare ancora prima di avere le seconde squadre anche nei club della Serie A?
Chi seguirà l’esempio della Juventus?
Quando si parla di seconda squadra, in Italia, non si può non pensare alla Juventus. Ad oggi l’unica società di Serie A ad aver abbozzato un disegno serio e concreto. E i frutti si vedono. La Next Gen, ex Under 23, è il risultato di una politica di investimenti mirata allo sviluppo di una “cantera” che possa fungere da serbatoio della prima squadra. Senza trarre conclusioni affrettate possiamo azzardare che i bianconeri siano sulla strada giusta. Miretti e Fagioli ne sono la dimostrazione lampante. Il centrocampista ex Cremonese è diventato il faro del centrocampo bianconero. Il ragazzo di Pinerolo è il primo cambio al quale far riferimento. Non c’è Paredes che tenga. A proposito di argentini: da non dimenticare Barrenechea, che da poche settimane è ufficialmente entrato in pianta stabile nelle file della squadra di Allegri.
E poi Iling-Junior, il jolly della fascia. Se Kostic è stanco l’inglese è l’uomo giusto. Soulé? I gol della Juventus passano anche da lui e Pecorino. Quest’ultimo inserito, per la prima volta, nella lista B dell’Europa League. E questo è il risultato del progetto Next Gen. Le sorprese e le soddisfazioni in casa Juve non sono finite. Altri giovani ragazzi che stanno crescendo tra le mani dell’allenatore Brambilla sono pronti per il grande salto. Hujisen, Cerri, Stramaccioni, Sersanti? Può darsi.
Seconde squadre, il calcio italiano seguirà il modello Benfica? Lo scopriremo. Per adesso bisogna solo aspettare che altre società della massima serie facciano questo importante passo. Con buona pace del CT Mancini.
A cura di Alvise Gualtieri