Sin dalla Primavera del Palermo si intuivano le sue qualità tecniche. L’esordio con Iachini e il feeling con Silvio Baldini: la carriera di Accursio Bentivegna è stata caratterizzata da qualche infortunio ma anche da sprazzi di classe e la voglia di trovare la definitiva continuità.
Difficilmente gli anni dell’adolescenza vengono dimenticati. A maggior ragione se corrispondono a momenti emozionanti legati alla propria passione. I primi calci dati ad un pallone nella propria città sono solo l’inizio della storia calcistica di Bentivegna. Una vita con la maglia del Palermo addosso. “Mi hanno fatto crescere come calciatore ma soprattutto come uomo”. Diventa uno dei fari della Primavera rosanero e si afferma come uno dei prospetti più talentuosi dal vizio dei gol importanti. “Una delle cose che non dimenticherò mai è stato il torneo di Viareggio”. Cinque gol in quattro partite, nell’edizione 2014/2015, come solo un trascinatore sa fare.
A suon di gol e prestazioni di livello quel Palermo diventa uno spauracchio per tutti. “Avevamo un gruppo affiatato, forse anche per quello andavamo forte anche in campo. Con la squadra che avevamo potevamo vincere qualcosa di importante. Ricordo un mio gol che ci fece andare avanti contro l’Udinese di Bruno Fernandes e Zielinski”. Così Bentivegna conquista la chiamata dalla prima squadra. Peppe Iachini gli dà l’opportunità di esordire in Serie A. Minuto 93, Palermo-Sampdoria. Si alza la lavagnetta, uno sguardo al cielo e uno al campo. “Mi tremavano le gambe. Non avevo mai provato quelle emozioni indescrivibili. Pensavo stessi sognando, è stato qualcosa di inaspettato”.
Un onore condividere il campo di allenamento con i calciatori di quel Palermo. “Ho avuto la fortuna di stare con talenti indiscussi in quegli anni e quello che mi stupiva era la loro spensieratezza nel giocare a calcio, come se tutto fosse facile”. Erano gli anni di Miccoli, Ilicic, Vazquez e dopo anche Dybala. “Paulo all’inizio non fece bene, però si vedeva che era di un’altra categoria. Te ne accorgi già dal tocco di palla. Mi fa piacere vederlo a quei livelli”. Tra tanti campioni un amico, il gallo Andrea Belotti. “E’ un ragazzo d’oro, spesso uscivamo insieme”.
Qualche esperienza in B con Como e Ascoli ma senza incidere. “Gli infortuni non mi hanno aiutato. Nonostante tutto non ho mollato perché giocare a calcio è una passione che ho sin da quando ero bambino. Dormivo con la palla e non la lasciavo mai andare”. Così scende di categoria e approda alla Carrarese dove c’è Silvio Baldini. “Era come un padre per me. Abbiamo un rapporto speciale”. In Toscana si rivede il talento delle giovanili del Palermo. Insieme ai compagni fa sognare i tifosi. Ai playoff si esalta, ma il finale non è quello sperato. “Sono stati anni bellissimi. Segnai contro il Pisa, lo stadio era pieno. Purtroppo ci rimontarono da 2-0 a 2-2”.
L’avventura alla Carrarese non si conclude non nel migliore dei modi e il giocatore saluta l’ambiente con un infortunio. La nuova sfida si chiama Juve Stabia. Veste il gialloblù dal 2019. L’inizio non è all’altezza del suo talento. “Non ero al top della forma, faticai tanto. Così con la società decidemmo di andare ad Imola per mettere minuti nella gambe”. Un viaggio andata e ritorno Castellammare-Imola. “Ora sono qui per lasciare il segno e far capire chi sono veramente. I tifosi meritano altri palcoscenici, voglio portarli in Serie B”. L’obiettivo personale invece è la doppia cifra. “Voglio riprendermi tutto quello che ho perso durante questi anni”.
I piani per il futuro sono chiari. Bentivegna sogna e vuole far sognare i propri tifosi.
A cura di Raffaele Galasso
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