Padova, Bifulco è l’uomo della Coppa Italia cresciuto nel mito di Callejon
“Ci vuole calma e sangue freddo”. Alfredo Bifulco lo sa bene. E lo ha già dimostrato in più occasioni. L’ultima proprio qualche giorno fa. Nella semifinale di ritorno dove il suo Padova ha eliminato il Catanzaro. Una vittoria per 0-1 al “Ceravolo” ha permesso alla squadra di Pavanel di strappare il pass per la finale di Coppa Italia Serie C. Grazie ad un gol proprio di Alfredo Bifulco. Con il suo marchio di fabbrica. L’inserimento alle spalle del difensore. Un insegnamento arrivato ai tempi del Napoli dal suo grande mentore, Jose Maria Callejon.
Da Mazzarri a Benitez, sulle orme di Callejon
La storia di Bifulco inizia in Campania. Precisamente a San Giuseppe Vesuviano, il più piccolo dei quartieri di Napoli. Ed è lì che il piccolo Alfredo dimostra che il suo talento è già troppo grande per quella realtà. Infatti viene subito notato dal Napoli, dove inizia la sua carriera fatta di tanti nomi illustri. Il primo è proprio la persona che lo porta a vestire la maglia della sua città, ovvero Luigi Caffarelli, ex calciatore azzurro e protagonista dell’era storica dei due scudetti. Caffarelli è il responsabile del settore giovanile e dopo poche settimane di prova non ha dubbi: Bifulco sarà un (giovane) giocatore del Napoli. Dagli Esordienti alla Primavera, Alfredo fa tutta la trafila a suon di gol e grandi prestazioni. Che si trasformano ben presto in grandi soddisfazioni. La prima arriva nell’anno degli Allievi. Dopo una grande annata, Mazzari decide di convocarlo per qualche allenamento in prima squadra, al fianco di calciatori come Hamsik e Cavani.
Il suo talento è sotto gli occhi di tutti e la sua duttilità è gemma rara per un calciatore così giovane. I due anni in Primavera sono la conferma definitiva delle qualità di Bifulco. E in casa Napoli se ne accorgono tutti, compreso Benitez. Lo spagnolo rimane folgorato dal talento di Alfredo e inizia a farlo allenare con la prima squadra. Un’occasione unica, soprattutto per studiare da vicino uno dei giocatori a cui si ispira di più: Jose Maria Callejon. Bifulco lo osserva attentamente e rimane folgorato dalla sua capacità di attaccare la profondità alle spalle dei difensori. Una caratteristica che si insedia profondamente nella sua mente, una lezione da ricordare in futuro. Alfredo continua a farsi notare, sia in allenamento con la prima squadra che in partita con la Primavera. E allora Benitez si convince e sceglie di portarlo con sé a Doha per la Supercoppa Italiana contro la Juventus. Un trofeo che il Napoli vince. Lo spagnolo si dirige verso Bifulco, abbracciandolo e complimentandosi. Un’attestato di stima che si aggiunge ad un ricordo indimenticabile. Il primo trofeo con la sua squadra del cuore.
Dal Napoli di Sarri alla gavetta tra B e C
La stagione successiva è quella del salto di qualità. Il precampionato con il Napoli di Sarri sembra spalancargli le porte della Serie A. Un gol in amichevole su assist di Mertens l’ennesimo ricordo con la maglia azzurra. Ma Alfredo è un ragazzo intelligente. E sa che per la sua crescita, la scelta migliore è fare esperienza lontano da Napoli. Iniziano così una serie di prestiti tra Serie B e Serie C. La prima tappa nel professionismo è Rimini, dove trova il primo gol tra i professionisti. Le due stagioni successive arriva il salto in cadetteria. Prima Carpi e poi la Pro Vercelli. 50 presenze e 7 gol. La crescita di Bifulco continua a piccoli passi. Quello successivo è la Ternana, di nuovo in Serie C. A fine stagione sono 33 le presenze, 5 i gol e 3 gli assist, dimostrandosi uno dei pilastri della sua squadra. Decide così di tentare il ritorno in Serie B, ma con la Juve Stabia segna solo 2 gol e retrocede a fine stagione. Un rallentamento in una carriera che sembrava stesse spiccando il volo.
A Padova Bifulco diventa l’uomo decisivo in Coppa Italia
Dopo una serie di stagioni in prestito e al termine della peggiore della sua carriera, arriva il Padova a scommettere su di lui. A titolo definitivo. Il sogno Napoli svanisce, ma solo per il momento. Alfredo guarda avanti e vuole affermarsi in Veneto. La sua prima stagione non è affatto male e in campo si vede tutta la sua voglia di fare bene. Complice un infortunio, le presenze sono 26 con 5 gol e 1 assist e il sogno Serie B svanito solo ai playoff. In questa stagione le cose non sembrano migliorare. Tante panchine e solo 6 presenze in campionato con nessuna rete segnata. Ma Alfredo Bifulco sa che per stupire “ci vuole calma e sangue freddo”. E lui lo dimostra in Coppa Italia. 3 gol e 1 assist in 5 partite. L’ultimo proprio mercoledì contro il Catanzaro.
Il gol decisivo dello 0-1 ha permesso ai suoi di passare al Ceravolo e di strappare il pass per la finale. Un gol che renderebbe fiero sicuramente il suo mentore. Inserimento alle spalle del difensore e palla alle spalle di Branduani. Un tributo a quel Jose Maria Callejon che tanto lo aveva ispirato nei suoi trascorsi a Napoli. Un insegnamento che Alfredo non ha mai dimenticato tanto da farlo diventare il suo marchio di fabbrica. Padova è l’occasione di Bifulco per spiccare il volo. E non importa se questa Coppa non è Super come quella di Doha. L’inserimento in profondità quando nessuno se lo aspetta è il tratto che lo contraddistingue. E chissà che ora, proprio quando nessuno se lo aspetta, la sua carriera non possa davvero prendere il via.
A cura di Filippo De Gradi