Il ritorno del Doge: Bocalon, esperienza e gol per il Renate
Il Doge è tornato. Riccardo Bocalon e il Renate si sono trovati a gennaio. Si sono trovati in un momento in cui forse in entrambi vi era il bisogno di farlo. Da una parte la voglia di tornare tra i professionisti; dall’altra la necessità di un attaccante vero a cui affidarsi. “Mi sono sentito voluto. È la società giusta per me e le motivazioni che ho”, aveva raccontato l’ex Venezia nell’intervista ai nostri microfoni. Uno il principio: “Ho sempre cercato di andare dove mi sentivo apprezzato. Ho messo davanti il lato umano ai soldi”. Un arrivo determinante per i nerazzurri, non “solo” per i gol. Il classe ’89 è diventato fin da subito un riferimento in termini di esperienza, serietà e mentalità. Valori propri del suo essere e del suo percorso. Un percorso partito nel suo Veneto e passato poi per l’Inter e gli allenamenti con Mourinho, fino all’amore per il suo Venezia. “Bocagol” ora vuole guidare il Renate verso la conquista della salvezza.
Il viaggio di Bocalon
“Bravo bravo Bocalon, fai sempre gol”. Glielo ripeteva sempre quando saliva ad allenarsi con la prima squadra dell’Inter. Chi? José Mourinho. “È stato come salire su una navicella spaziale”. Un’esperienza per crescere come uomo e come giocatore, comprendendo il significato “di essere e vivere da professionista“. Ma la tappa, anzi le due tappe più importanti della sua carriera si muovono tra gli orizzonti della laguna. Lì, a casa nella sua Venezia. “Per me è la città più bella del mondo, è tutto”. Dalle partite vissute sugli spalti con il papà e il nonno a idolo dei tifosi. Due gol speciali: “La prima volta in C2, vincemmo i playoff superando il Monza con una mia doppietta”. E poi il secondo che vale la promozione. Un gol da… Serie A: “Un gol che mi ero scritto la notte prima. Me lo ero immaginato e visualizzato. Mi piace farlo nei momenti importanti, ti prepara emotivamente”.
Stella polare
La storia di Riccardo Bocalon è quella di un ragazzo che ha costruito sul lavoro e il sacrificio i risultati. Un carisma silenzioso che ha sempre preferito la concretezza all’appariscenza. Mai interessato ai riflettori, perché “ho sempre preferito privilegiare i rapporti umani rispetto ai soldi“. Ed è in questi principi che si comprende il perché il numero 98 fosse l’uomo giusto per questo Renate. Un esempio a cui far riferimento in campo e fuori. Un attaccante su cui poggiarsi, perché per esperienza e qualità sa come guidare un’intera squadra. Dal suo arrivo sono 6 i gol realizzati. La tripletta contro la Pro Patria e le reti da ex contro l’Alessandria e il Mantova decisivi per le due vittorie. E ora l’ultimo obiettivo: la salvezza. Il lavoro come unica squadra. “Nella mia carriera ho visto tanti sognatori che però quando c’era da sudare hanno smesso di sognare”. “Perché vedi, non basta sognare. Bisogna avere la voglia di lottare per costruirsi il proprio cammino”. Riccardo Bocalon, sempre fedele ai suoi valori.