Riccardo Bocalon è approdato a Trento a gennaio, dopo aver lasciato il (suo) Venezia. Contro il Fiorenzuola, è arrivato il primo gol con la nuova maglia (ed il primo del 2022 del Trento), la numero 10 gialloblù. Nell’ultimo turno di campionato, nella partita con il Padova, la seconda rete stagionale. Un avvio che dimostra la sua voglia di riscatto e la sua volontà di dimostrare il suo valore, dopo mesi difficili.
Un colpo dell’ultimo giorno di calciomercato, ufficializzato dopo la chiusura della sessione a causa di un… blackout. Un retroscena che lo stesso Bocalon ha raccontato in una intervista a LaCasaDiC, ai microfoni di Gianluca Di Marzio in diretta su Facebook insieme alla Lega Pro.
L’obiettivo è chiaro: “Prendetemi per pazzo, ma ci riproverò a tornare in Serie A. E’ giusto avere obiettivi e stimoli che possano spronarti ad arrivare più lontano possibile. Devo ringraziare comunque il Venezia. Ho avuto la fortuna di vincere due campionati, ho fatto gol in entrambe le finali per la Serie A. Posso solo ringraziare quel club. Conosco il calcio da 14, tutte le categorie. Le persone sono sempre le stesse. Mi hanno convocato in sede per dirmi che non facevo parte del progetto. Gli ho detto che avrei fatto di tutto per fargli cambiare idea ma in realtà non me ne è stata data l’opportunità. Quindi a gennaio ho fatto questa scelta, volevo ripartire il prima possibile. Se avessi voluto smettere di giocare a calcio, la decisione doveva essere mia e di nessun altro”.
Quello con la nuova realtà è stato un impatto positivo fin da subito: “Qui a Trento devo ringraziare la società, i compagni, l’allenatore: mi hanno fatto sentire importante. La fiducia non mi è mai mancata qui dal primo giorno. La società è ambiziosa e ho accettato anche per la serietà di questo progetto. Il Trento è una neopromossa ma ha grandi ambizioni”. Poi spazio ad un piccolo amarcord e un salto nel passato: “Salerno? Sono andato via piangendo da lì con mia moglie. Ma sono partito solo perché mi ha chiamato il Venezia. E’ impagabile quello che provi lì”.
“L’obiettivo primario qui a Trento è la salvezza. Poi se si riuscisse a raggiungere una salvezza tranquilla e se si potesse arrivare ai playoff… Può succedere di tutto. Un consiglio ai giovani? Ho avuto la fortuna di avere una moglie fantastica che mi ha seguito per 14 anni. Mi ha vissuto in ogni cosa, nei momenti belli e in quelli brutti, come gli ultimi 6 mesi. Avere una persona così vicino con cui anche piangere, perché ho pianto a volte, è importante. Ma io sono sempre stato un testardo e un lottatore e ho provato ad essere un uomo migliore dopo questa esperienza. L’importante è sempre riuscire a ripartire”.
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