Ha segnato 4 gol e servito 6 assist. Il tutto su 36 centri realizzati dalla sua squadra: conti alla mano, Ruben Botta ha messo la firma quasi sul 30 per cento dei gol realizzati dal Bari. Il numero 10 biancorosso, già cercato dal direttore sportivo Ciro Polito ai tempi in cui lo stesso era ad Ascoli, è uno dei “must have” dell’allenatore Michele Mignani.
A inserire Botta nell’orbita del Bari era stata la stagione alla Sambenedettese di Maxi Lopez e Paolo Montero: gli 8 gol e gli 8 assist nelle Marche avevano permesso a Polito di notarlo e annotare il suo nome sul taccuino. Dopo due mesi di corteggiamento, a cavallo della notte di San Lorenzo, era arrivata la firma con il Bari. Contratto biennale con fari puntati sulla Serie B. Con una parola chiave: ambizione. La stessa che aveva accompagnato il talento nato 31 anni fa a San Juan in Italia: cresciuto nel Boca Juniors e passato poi per il Tigre e il Newell’s Old Boys, dove ha anche rimediato un infortunio al legamento crociato, aveva assaggiato la Serie A con l’Inter. In nerazzurro mise insieme 0 presenze nel campionato 2013/14.
L’esperienza in nerazzurro, preceduta dal prestito al Livorno, fu seguita dal passaggio al Chievo, per 21 presenze in una stagione di Serie A. Quel biennio portò poi Botta lontano dall’Italia, con passaggio ai messicani del Pachuca per quasi tre milioni di euro nel 2015. Il suo talento è stato messo alla prova in Argentina con le maglie di San Lorenzo e il Defensa y Justicia allenato da Hernan Crespo. Prima del ritorno in Italia.
A Bari lo ha accolto una maglia, la 10, che non aveva portato grande fortuna chi prima di lui aveva indossato nella società targata De Laurentiis tra i pro. Prima Roberto Floriano, passato in sei mesi al Palermo, poi Karim Laribi, in copertina nella squadra sconfitta in finale playoff a Reggio Emilia, infine Manuel Marras, protagonista a corrente alternata nella rosa costruita da Gaetano Auteri. Mignani lo ha inserito dalla panchina contro il Potenza, alla prima stagionale, poi nelle successive 19 partite di campionato non ha mai fatto a meno di lui tra i titolari. Merito della qualità ma anche della quantità: dati alla mano, corre più di 7 chilometri e mezzo per gara. solo Maita e Terranova, tra i giocatori di movimento, hanno collezionato più minuti di Botta. Il tanguero con il vizio dell’assist (in Serie C solo Vandeputte del Catanzaro, Cittadino del Gubbio e Caponi del Pontedera, a quota 7, hanno servito più passaggi vincenti ai compagni di squadra). Che sta conquistando Bari. E ora punta la B, con il sogno di tornare in quella Serie A solo assaggiata.
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