Ve lo ricordate il gol di Cristiano Ronaldo in Porto-Manchester United nel 2009? Un mix di potenza e qualità balistiche. Chissà quanti altri gol simili avrà segnato in allenamento che noi non conosciamo. Anzi, uno ora sì: “Ricordo ancora la forza con cui calciò quel pallone. Neanche il tempo di partire ed era già in rete. Chiellini e Bonucci si guardarono increduli”. A raccontarcelo è Michael Brentan, centrocampista classe 2002 dell’AlbinoLeffe e grande talento della nostra Serie C. Ai tempi della Pro Sesto siamo andati a trovarlo allo Stadio “Breda”, il suo ex palcoscenico. Arriviamo sotto una pioggia battente. La squadra ha appena finito l’allenamento. Arriva Brentan: “Ciao, piacere Michael”. Il tono è umile ma deciso. Inizia la storia.
Michael con il pallone tra i piedi ci nasce. A quattro anni gioca già nella squadra del paese insieme al fratello maggiore: “Ero il più piccolo”. Poi gli anni al Padova e al Venezia. Nel mezzo gli allenamenti e i tornei con l’Inter: “Ne vincemmo due, uno a Bilbao e uno a Roma. Entrambi battendo il Barcellona in finale”. Al suo fianco Sebastiano Esposito, Papetti, Pirola e due attuali avversari in Serie C: Tordini e Dimarco. A quattordici anni l’approdo alla Juventus: “Mi convinse l’ambiente”. Ed è tra i campi della Continassa e le stanze del convitto che conosce Hans Nicolussi Caviglia, suo grande amico: “Non giocammo mai assieme, lui è due anni più grande di me. Però, appena arrivai, mi prese sotto la sua ala protettiva”. Un’amicizia vera e genuina che è durata nel tempo: “Ci sentiamo sempre. Io l’ho portato a Venezia e lui ad Aosta, la sua città. Un’estate con la mia famiglia siamo andati in un suo campeggio in montagna. È stato bello”.
Pronti, partenza e… scudetto. L’avventura di Brentan alla Juventus inizia subito alla grande: “Con l’U15 vinsi il campionato, battendo l’Inter in finale”. Nella terza stagione, quella dell’U17, arriva la fascia: “Ero il capitano. Vincemmo la Future Cup ad Amsterdam”. Come compagni alcuni suoi avversari del presente: Sekulov, De Winter e Riccio.
Compagni di squadra e di vita, con uno sguardo verso i grandi: “Dal convitto della Continassa si vedevano i campi della prima squadra e lo stadio. Spesso facevamo i raccattapalle”. E, ben presto, Michael si trova in campo con loro: “Mi allenai qualche volta con loro. La prima volta io e gli altri aggregati alla prima squadra eravamo in uno spogliatoio separato e ci chiamarono per andare in palestra. Entrammo ed erano tutti lì”. E poi l’allenamento: “Rimasi impressionato dalla qualità di Dybala e Pjanic. E in un’amichevole mi toccò marcare Douglas Costa. Era dura quando ti puntava (ride ndr)”. E poi Ronaldo: “Professionista esemplare”.
Intanto arriva anche la chiamata forse più attesa, quella della Nazionale. Due i momenti più belli: l’Europeo e il Mondiale U17. Il primo nel maggio del 2019: “Vincemmo tutte le partite, ma perdemmo in finale con l’Olanda”. E poi il Mondiale in Brasile: “Una grande emozione. Per ogni partita cambiavamo città. Una bellissima esperienza, nonostante la sconfitta ai quarti contro i verdeoro”. E contro c’era uno che alla Juventus è appena arrivato: Kaio Jorge.
Tra i due tornei con l’Italia, nell’estate del 2019 Michael arriva a Genova, sponda blucerchiata, dove, tra Bogliasco e un appartamento sul mare, passa due anni. Alla Sampdoria vince anche il premio per il gol più bello del campionato Primavera 1. Come? Su punizione, specialità della casa: “Mi fermavo spesso a provarle. Quel giorno riuscii a metterla sotto l’incrocio”.
Nell’estate del 2021 l’arrivo alla Pro Sesto: “Accettai appena il mio procuratore me lo propose. Mi accolsero bene fin dai primi giorni in ritiro, anche i più vecchi”. Una Pro Sesto che nella vittoria di misura nel derby contro il Seregno ha goduto di una firma speciale. Il gol? Di Michael Brentan. La prima rete tra i professionisti: “Un’emozione immensa. Primo gol e tre punti, il massimo”. Il centrocampista è sicuro della scelta fatta: “Ho deciso di partire dalla Serie C per crescere e arrivare a raggiungere il mio sogno, la Serie A”. Possibilmente in mezzo al campo: “Il centrocampista penso sia il ruolo più bello. Vedi tutto e sei nel vivo del gioco”. Cercando di abbinare sostanza e classe: “Io cerco di mettere prima di tutto la quantità in campo. Penso che poi la qualità esca da sola. Mi piace essere classificato come un calciatore tecnico”.
Umiltà, idee chiare e personalità. Le caratteristiche migliori per crescere ed emergere nella Casa di C. Uno dei talenti più promettenti di questo campionato. A comandare il centrocampo dell’AlbinoLeffe ora ci sarà lui. Michael Brentan. Classe 2002.
Tra un allenamento con la Pro Sesto e l’altro lo studio: “Sono al secondo anno di università. Studio Scienze Motorie, indirizzo calcio, al San Raffaele di Roma”. Senza dimenticare l’amore: “Sento poi spesso Annachiara, la mia ragazza. Lei vive a Padova, ma viene spesso a vedermi con la mia famiglia. I miei genitori sono sempre venuti a ogni partita.”. E poi Sesto è vicino a Milano. Per un tifoso rossonero vuol dire solo una cosa, San Siro: “Un po’ di volte sono andato a vedere il Milan. Mi sono affezionato molto a Tonali. Cerco di imparare da lui”. E i due, in fondo, sono simili. Giovani, centrocampisti di quantità e qualità. E chissà che un giorno non possano incontrarsi in un rettangolo verde. Magari come compagni di squadra. Magari a San Siro.
A cura di Nicolò Franceschin
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