Dopo l’annuncio della separazione, Pierluigi Valentini ha salutato il Brindisi in conferenza stampa. L’ormai ex direttore generale ha risolto consensualmente il proprio contratto con la società pugliese. Di seguito le sue parole.
“Mi spiace che sia finita, ma a volte bisogna essere abbastanza uomini per prendere queste decisioni. Ringrazio tutte quelle persone che nemmeno conosco che non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto. Ringrazio tutta la società per questi due anni e soprattutto il presidente Daniele Arigliano, che oggi fa 40 anni e gli faccio gli auguri. Ama alla follia il Brindisi e gli auguro il meglio.” Ha esordito così Valentini, che ha voluto spiegare poi l’addio: “Lascio il Brindisi per una diversità di vedute che non è maturata coi risultati. Non è vero che lascio il Brindisi perchè non stanno arrivando i risultati. L’obiettivo che mi sono posto quando sono venuto qui era di programmare in un triennio il salto in Serie B. L’errore che ho fatto è che quando ho visto una differenza di vedute questa estate avrei dovuto farmi da parte. Poi il mio secondo errore è stato quello che in questa professione non devi mai fare. Io ho agito troppo col cuore, per l’amicizia con Daniele Arigliano e Ciro Danucci. Dovevamo riconoscere di avere visioni diverse, non giuste o sbagliate, ma diverse. A un certo punto al presidente ho detto basta perché stava diventando un accanimento terapeutico. Ci tenevo a chiarire questo. Voglio rivolgere un pensiero a Ciro Danucci, che è riuscito dove decine e decine di allenatori avevano fallito. Gli vanno riconosciuti i meriti della vittoria dell’anno scorso, non è stato un miracolato, è un allenatore con qualità straordinarie. Quest’anno abbiamo avuto grandi problematiche e io dopo il Giugliano gli ho detto che per il bene di tutti dovevamo dividere le strade. I l’ho mandato via e io sono il più grande estimatore di Danucci, tanto che se nella mia prossima avventura mi chiederanno il nome di un allenatore io dirò quello di Ciro Danucci. Lui ha un posto di diritto nella storia del Brindisi.”
Poi Valentini ha ribadito: “Volevo davvero la Serie B in tre anni, non lo farò io ma spero che qualcuno ci riesca. Porto oggi la felpa del Brindisi perché comunque non potrò dimenticare questi colori. Sogno per il Brindisi la Serie A.“
Poi l’ormai ex dirigente è tornato sulla scorsa stagione: “Se la gente sapesse cosa abbiamo passato l’anno scorso piangerebbe insieme a noi, abbiamo fatto un’impresa. Però quest’anno è stato un trascinarmi avanti inutile, la verità è che dovevo lasciare quest’estate. Ho fatto un errore d’amore che mi dovrete perdonare.”
Non un attacco ad Arigliano ma una semplice differenza di vedute: “Dal mio punto di vista il Brindisi doveva entrare in una fase 2.0, perché il professionismo richiede cose diverse e ciò che avevamo fatto in Serie D non poteva più incidere. Non dico che la famiglia Arigliano non manterrà la Serie C, io parlo di visione e penso che sia sempre necessario pensare al domani, che per me era tra tre anni.”
Valentini ha chiuso parlando di come è stato costruito il Brindisi e delle difficoltà avute: “In questi due anni ci ho sempre messo la faccia e mi sono sempre messo in prima linea. L’anno scorso abbiamo vinto il campionato, ma io ho scelto zero giocatori. A Pierluigi Valentini va lo 0% del merito, il merito tecnico va tutto a Ciro Danucci e ai ragazzi. Io non ho le competenze tecniche per fare la squadra, perchè non sono un ds. Ma io ho fatto tre nomi che volevo vedere a Brindisi. Poi ho detto sì volentieri ai nomi di Simone Andrea Ganz e alla scommessa Cristian Galano. Per il resto ammetto la mia ignoranza e il 95% dei giocatori arrivati io non li conoscevo. Danucci poi ha fatto anche altri nomi, che non sono arrivati non per colpa della società, che ha sempre fatto di tutto, ma per diversi problemi. Siamo arrivati al ritiro col 30% della rosa e abbiamo preso chi riuscivamo. Per me però la squadra non è scarsa, può essere che abbiamo preso giocatori non adatti alla categoria, però non dimentico alcune partite come quella col Cerignola. Possono capitare le stagioni storte perché il calcio non è una scienza esatta. Sono sicuramente stati fatti degli errori ma li abbiamo fatti tutti. Oggi penso comunque però che la società possa condurre la squadra a una buona salvezza.”
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