“Cicatrici sulla pelle che raccontano storie”: 245 giorni dopo il ritorno in campo di Bruschi
La musica come grande passione oltre il calcio. Sicuramente uno sfogo nei lunghi giorni difficili post infortunio per Nicolò Bruschi. L’attaccante classe 1998 si era infortunato nel corso della gara dello scorso febbraio contro la Juventus Next Gen. La diagnosi è di quelle terribili: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Un infortunio che poteva compromettere una carriera che sembrava in rampa di lancio, visti comunque gli 11 gol in 26 partite dello scorso campionato di Serie C. Poi lo stop obbligato, con il ragazzo che non si è lasciato andare, che non ha mai mollato. Anzi con in testa una ‘Promessa’ chiara, come il titolo del suo singolo da cantante: tornare il prima possibile in campo. Promessa fatta in primis a sè stesso, poi ai suoi tifosi e familiari. Nicolò l’ha mantenuta e dopo la prima convocazione, è arrivato anche l’esordio in campionato. In un’occasione speciale, nel pareggio della sua Pro Sesto contro il Padova capolista. Per Bruschi 45′ minuti giocati nel corso della ripresa e i tempi bui ormai alle spalle. Perchè come dice il testo della sua canzone ci sono ‘Cicatrici sulla pelle che raccontano storie’. E lui ne ha una bella ora da raccontare.
Tabbiani, Chiellini e quei no detti al momento giusto
Una carriera iniziata nel campetto vicino a casa. Come molti bambini con il sogno di giocare tra i professionisti. Nel corso della sua carriera ha già dovuto superare tanti ostacoli, ma sempre con la consapevolezza di farcela. Non ultimo l’infortunio, il lungo calvario riabilitativo e il ritorno. Con la voglia sempre di dimostrare che Nicolò Bruschi non si arrende mai. Una maturazione già nata negli anni in D con il Fiorenzuola, con i 30 gol e il ritorno dei rossoneri in Lega Pro guidati da Tabbiani. Un maestro dal punto di vista calcistico e soprattutto umano, una persona e un allenatore fondamentale per la carriera del classe 1998. Il pregio di Nicolò è sempre stato quello di seguire i consigli per crescere, il non sentirsi mai arrivato. Capire le carenze su cui lavorare, come gli aveva suggerito Chiellini nel momento del suo trasferimento al Pisa. Uno che in carriera è arrivato dove è arrivato grazie al lavoro quotidiano. Non è facile tenere la retta via quando tutto ti fa pensare a una carriera da predestinato. Gli inizi nelle giovanili del Parma e il coraggio di dire no al Manchester United perchè non si sentiva ancora pronto. Le scelte giuste al momento giusto, come i rifiuti a Juventus, Inter e Fiorentina. La scuola Sassuolo invece per continuare il percorso iniziato con Palmieri a Parma, la fortuna di giocare e crescere con compagni che poi hanno esordito in Serie A, come Scamacca, Erlic e Adjapong.
Bruschi, in campo come nella vita: la scelta della Pro Sesto
La Pro Sesto un’altra tappa giusta nella carriera di Nicolò. Senza le pressioni di piazze altisonanti, ma con tanta voglia di dimostrare il suo valore. Un allenatore come Andreoletti che ha saputo subito far rendere al meglio Bruschi. La rete ad Handanovic nel precampionato faceva presagire una stagione da protagonista. E così è stata, prima del brutto infortunio contro la Juventus Next Gen. Ora Nicolò vuole riprendersi il tempo perso e tornare a trascinare la sua Pro Sesto. ‘In campo come nella vita’, glielo ripeteva sempre il suo primo allenatore Vittorio Gabbi. Bruschi ha sempre portato con sè questa frase, questo altro prezioso insegnamento da non disperdere. In campo non ha mai mollato durante la sua carriera e si è sempre guadagnato tutto con merito e sacrificio. In questi mesi ha saputo attendere di nuovo il suo momento che è finalmente arrivato. Ora ci si aspetta solo il suo ritorno al gol, per esultare come il suo idolo Ronaldo, un altro esempio di lavoro e ambizione. La vita sa restituire sempre a chi lo merita. Forza Nicolò, bentornato!