Cristian Bucchi si appresta a diventare il nuovo allenatore dell’Ascoli in Serie B subentrando ad Andrea Sottil. Il tutto dopo una stagione vissuta in Serie C sulla panchina della Triestina, conclusa poi con l’eliminazione ai playoff contro il Palermo. Sono diverse le piazze in cui lo stesso Bucchi è stato sia da giocatore che da allenatore. Napoli, Catania, Perugia, Cagliari, Ancona, Pescara e moltissime altre. In giro per l’Italia a caccia di fortuna e di gloria, ritornando ad esultare come ai tempi in cui faceva gioire coi suoi gol migliaia di appassionati.
Sicuramente nella memoria di tutti gli appassionati di calcio Cristian Bucchi è annoverato tra i bomber di provincia più amati. Sono tantissime le piazze in cui l’ex attaccante ha giocato tra Serie A e Serie B ma mai dimenticando il suo passato.
La sua carriera parte nei dilettanti nella Sambenedettese in CND (o meglio Serie D). Ma il meglio di sé lo dimostra nella Settempeda in Eccellenza dove in due anni realizza 52 gol in 58 gare. Numeri che fanno impazzire uno che di giovani ne ha sempre lanciati: Ilario Castagner. L’ex allenatore dell’Inter guida nel 1999 il Perugia all’ottavo campionato della storia del club umbro in massima serie, sotto la presidenza del vulcanico Luciano Gaucci. Indimenticabile il primo gol in A contro la Lazio di Eriksson al 4′ davanti a un “Renato Curi” tutto esaurito. Ma è con l’arrivo a febbraio di un visionario come Vujadin Boskov che Bucchi segna con continuità. Tre gol consecutivi a Venezia, Parma ed Empoli. L’ex allenatore della Samp alla fine realizza un miracolo sportivo: salvezza raggiunta con 39 punti nonostante la sconfitta all’ultima contro il Milan campione d’Italia. Un campionato che l’attaccante non dimenticherà mai.
L’anno della consacrazione personale per Cristian Bucchi resta il 2004-2005 con la maglia dell’Ascoli in Serie B. A guidare i bianconeri c’è un duo di allenatori composto da Massimo Silva e Marco Giampaolo, che cercano di guidare i marchigiani ad una tranquilla salvezza. Ma la stagione va ben oltre le aspettative: sesto posto e Bucchi finisce l’anno con 17 gol in 43 presenze. Un posizionamento che vuol dire playoff per la promozione, che vengono persi in semifinale contro il Torino. Ma le vicissitudini dell’estate 2005 portano l’Ascoli (e il Treviso) incredibilmente in massima serie, viste le mancate promozioni di Perugia, Genoa e degli stessi granata che avevano sconfitto i marchigiani agli spareggi.
Nel 2011 Cristian Bucchi si ritira dal calcio giocato dopo una stagione passata fra Napoli e Pescara. Ed è proprio sulle rive dell’Adriatico che parte la carriera da allenatore per l’ex attaccante. Arriva a marzo 2013 in Serie A a guidare i biancazzurri in picchiata libera verso la retrocessione in Serie B. Da lì in poi parte la gavetta in Lega Pro con Gubbio, Torres e soprattutto Maceratese, con cui arriva ad un miracoloso terzo posto. Ed è un altro miracolo in terra marchigiana che riporta nuovamente Bucchi a Perugia, in Serie B. Alla fine l’esperienza lo conduce ad un quarto posto finale e l’eliminazione ai playoff contro il Benevento di Baroni.
L’unica stagione da allenatore in Serie A è con il Sassuolo. Ma la fortuna non ruota attorno all’ex attaccante del Catania e l’esonero arriva alla quindicesima giornata. Poi altre due esperienze in B con Benevento ed Empoli fino ad arrivare alla Triestina in Serie C. In Friuli Bucchi conduce la squadra al quinto posto finale, giocando un calcio pulito, pragmatico ed efficace. Ai playoff però il dio del calcio vuole che i biancorossi incontrino il Palermo di Silvio Baldini, che alla fine vinceranno gli spareggi andando in Serie B. Ma nella memoria dei tifosi rosanero la squadra friulana è quella che ha messo più in difficoltà i siciliani, andando a sfiorare il colpaccio al Barbera rompendo l’imbattibilità che dura da marzo 2021.
Il calcio ci insegna che certi amori fanno tanti giri immensi e poi ritornano e Cristian Bucchi è pronto a condurre nuovamente il suo Ascoli. Riuscirà a ripetere l’impresa di quella grande stagione 2004-05, facendo sognare i marchigiani? Al campo l’ardua sentenza!
A cura di Federico Rosa
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