Cambiaso-Pessina: il futuro di Genoa e Atalanta, con la C nel passato
Genoa-Atalanta sarà la partita di Gasperini. Il grande ex. Una sfida in cui si incontrano le due squadre in cui meglio si è espressa la sua filosofia. Un credo calcistico a cui iniziò a dar forma nella stagione 2003/04 a Crotone, in Serie C. Ivan Juric era una delle colonne di quella squadra che quell’anno vinse i playoff e ottenne la promozione in Serie B. Ma nella partita che andrà in scena a Marassi ci sono altri due protagonisti per i quali la Serie C è stata una realtà in cui crescere e un trampolino di lancio verso i più importanti palcoscenici. Parliamo di Cambiaso e di Pessina. Il primo, classe 2000, è alla prima stagione in Serie A. Il secondo, classe 1997, in A ci gioca ormai da molto tempo. Genoa-Atalanta non sarà solo la partita di Gasperini, ma anche la loro. La partita di due giocatori che costituiscono presente e futuro per i loro club, ma che hanno un passato in comune. Un passato rappresentato da una lettera: la C. Una Casa in cui sono potuti crescere. Una Casa che li ha coccolati e poi lasciati andare quando erano pronti per i Teatri più grandi. La storia di Cambiaso e Pessina, i ragazzi arrivati dalla Serie C.
Cambiaso: il ragazzino con il sogno della Serie A
“Se hai un sogno, credici e inseguilo“. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase. Per alcuni è fonte di motivazione. Per altri è solo un’illusione. Ma se si guarda la storia di Cambiaso verrebbe quasi da crederci a quel monito. Un figlio di Genova. Un figlio del Genoa. Andrea Cambiaso cresce nel settore giovanile della sua squadra del cuore. Fa il raccattapalle al Ferraris, ammirando e studiando i suoi idolo. Ma per arrivare a giocare su quel campo, Cambiaso, ne ha dovuta fare di strada. Una strada fatta di sudore e lavoro. L’esterno genoano incarna alla perfezione il concetto di gavetta. La sua carriera tra i grandi coincide con l’approdo nel dilettantismo. La Serie D ad Albissola, che vince il campionato e conquista la promozione in C. Ma per questo salto, Cambiaso deve aspettare ancora. Prima c’è un altro anno in D a Savona.
Una stagione che gli vale il ritorno nel professionismo. Per la precisione all’Alessandria, con cui fa il suo esordio in C. Nonostante l’arrivo del Covid, il ragazzo di Genova colleziona 17 presenze. Prestazioni che convincono l’Empoli di Dionisi a prenderlo in prestito in B. Un anno e poi il ritorno a casa. Al suo Genoa. Il 13 agosto la sua ‘prima volta’, in Genoa-Perugia di Coppa Italia. Il 21 agosto l’altra prima volta, quella in Serie A. L’esordio è a San Siro contro l’Inter. Ora rappresenta una delle uniche note liete di questa prima parte di stagione del Genoa. Solida realtà per il presente e certezza per il futuro. Cambiaso vuole continuare a correre. Possibilmente in Serie A. Possibilmente al Ferraris con il suo Genoa.
Pessina: il figlio legittimo della Serie C
Si scrive Matteo Pessina si legge, almeno in parte, Serie C. Una categoria che per il campione d’Europa ha significato tanto. La Serie C per Matteo, come per altri campioni della Serie A, rappresenta l’inizio di tutto. L’inizio della sua crescita, della sua esplosione, della sua carriera. La storia è quella di un ragazzo partito dalla squadra della sua città e arrivato sul tetto d’Europa. Da Monza a Wembley. Dalla Serie C alla vittoria dell’Europeo. Perché Pessina, come Cambiaso, cresce nella squadra della sua città: Monza. Le giovanili e poi il salto tra i grandi. La stagione non è delle più semplici. Ma Pessina, e ormai lo si è capito, è nato per cose grandi. È destinato a cose grandi. Esordisce in Serie C nel 2015. Nella doppia sfida playout contro il Pordenone realizza 3 gol, salvando i suoi. Reti che poi risulteranno inutili, in quanto il Monza a causa di un fallimento sarà costretto a ripartire dalla D.
Svincolato, Pessina viene acquistato dal Milan. La stagione successiva, divisa tra Lecce e Catania, è quella più difficile. Non trova spazio. L’anno dell’esplosione è il successivo. Sempre in C. Questa volta vista Lago: a Como. Poi Spezia, in B e il salto in A con l’Atalanta. La consacrazione a Verona con Juric, ancora lui. Infine, la piena maturità a Bergamo, fino ad arrivare alla notte di Wembley. Anche se il futuro, Matteo, se lo vuole scrivere ancora più in grande. Perché lui sa la strada che ha fatto. E se arrivi dal basso vivi e sei consapevole della grandezza di ciò che conquisti. Conosci il sapore del sacrificio e la bellezza della fatica. Quando arrivi in cima l’orizzonte è ancora più lontano. Garantisce la C. La Casa di C.