Duro comunicato da parte del Campobasso dopo il secco no ricevuto in merito all’aumento della capienza dello stadio. Brutta sorpresa per il club che, nonostante i lavori effettuati a Selvapiana, si è visto recapitare un esito negativo da parte della Commissione di vigilanza.
E’ un comunicato particolarmente duro quello del Campobasso dopo l’esito negativo del sopralluogo all’impianto. Tutto verte sulla questione relativa all’aumento della capienza dello stadio che ospita le gare interne del Campobasso: “Abbiamo perso ancora una volta, senza nemmeno scendere in campo”, sono le prime amare parole che aprono una lunga nota diramata dal club. Dritta al sodo la società che senza troppi giri di parole dà sfogo alla propria rabbia: ”Una tattica in un certo senso subdola, una sorta di ‘melina’ indolente per rimandare all’infinito un verdetto legittimo anche a costo di provocare un danno assurdo in termini economici e d’immagine per la società ma anche per il territorio. Non è più accettabile che a Campobasso non si riesca a far disputare una partita con più di duemila spettatori perché le autorità preposte giocano a nascondino“.
Ne è certo il Campobasso, che all’interno del comunicato non usa mezze misure: ”L’aspetto che più fa rabbia è che dal nostro punto di vista la sicurezza non c’entra nulla. Di fronte a problematiche vere per l’incolumità del pubblico avremmo alzato tutti le mani. Anzi. Avremmo applaudito e condiviso. Ma le motivazioni con cui è stato spiegato l’ennesimo e ingiustificato diniego non hanno alcuna attinenza con un aumento di capienza. Semplicemente non si vuole che a Campobasso si giochi una partita con più di duemila spettatori, e magari lo si faccia anche senza la presenza dei tifosi ospiti così c’è meno lavoro da svolgere. Lo avevamo capito contro il Taranto, per un match che secondo l’Osservatorio non era connotato da alcun fattore di rischio. Ne abbiamo avuto spiacevole conferma contro la Fidelis Andria”.
Delusione mista a rabbia, nel comunicato si riflettono le sensazioni di una piazza intera: “Se a qualcuno dà fastidio che a Campobasso si possa tornare a respirare calcio d’un certo livello lo dica subito. Dopo due anni di pandemia e dopo tanti investimenti fatti si rischia di far morire di nuovo il calcio nel capoluogo di regione: giocare smorzando l’entusiasmo del pubblico innesca una lenta ma inesorabile agonia soprattutto per una società che da marzo 2020 ha dovuto rinunciare al botteghino. Così non si va da nessuna parte. Noi ci siamo sempre assunti le nostre responsabilità, in primiis quelle economiche. Noi non ci stiamo più. La sensazione è che, in quello che dovrebbe essere il momento di maggiore euforia per la conquista della terza serie nazionale, si sia invece imboccata la strada del capolinea. Campobasso non lo merita. Questa società non lo merita. Questi tifosi non lo meritano. Ma ‘qualcuno’ sembra aver ormai già deciso per tutti”.
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