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Campobasso, la verità del presidente Gesuè: “Fuori dalla Serie C per 3 avvisi bonari”

Campobasso Gesuè

Ci siamo ritrovati fuori nel bel mezzo di un progetto invidiato da tutti e sul quale avevamo investito tanto, non solo in termini economici. Il Campobasso era tornato in Serie C dopo 32 anni di assenza adottando la politica di un calcio sostenibile. Avevamo allestito una squadra giovane e valida. Lo stadio Nuovo Romagnoli ha accolto un pubblico caloroso proveniente da ogni angolo del Molise. Non si dà pace il presidente Mario Gesuè nel corso di una lunga intervista in esclusiva a LaCasadiC.com.

Il Campobasso, escluso dalla Lega Pro, attende il verdetto del TAR del Lazio. Per il club molisano la giustizia amministrativa rappresenta l’ultima speranza di non perdere la Serie C. Il professionismo era stata riconquistato non più tardi la scorsa stagione e difeso sul campo con una salvezza tranquilla. Ieri, 22 luglio, il club ha chiesto ai propri tesserati di rispettare i contratti prima dell’eventuale svincolo d’ufficio. Di pari passo ha sollecitato gli altri club di tenere conto del fatto che i giocatori siano ancora sotto contratto.

Campobasso Gesuè

Gesué: “Abbiamo rispettato le Licenze nazionali, riteniamo l’esclusione un’ingiustizia”

Gesuè non nasconde l’amarezza per il semaforo rosso alla domanda di iscrizione, confermato dal respingimento dei ricorsi in tutti i gradi dalla giustizia sportiva: “Avevamo appena ceduto Tenkorang alla Cremonese, in Serie A. Avevamo richieste importanti per altri prospetti e c’era tanta voglia di continuare sulla strada intrapresa. Avevamo scelto Prosperi come allenatore, allestito gran parte dell’organico cercando di alzare l’asticella, avviato la campagna abbonamenti, prenotato il ritiro e acquistato il materiale sportivo. Eravamo pronti, insomma. Poi è arrivata la doccia fredda, quella che riteniamo un’ingiustizia.

Gesuè ripercorre le tappe della bocciatura della documentazione presentata per partecipare al campionato 2022/2023 di Lega Pro: Siamo stati esclusi dalla Serie C per tre avvisi bonari, ancora non trasformati in cartella esattoriale, relativi ad Iva di quando militavamo tra i dilettanti e, peraltro, in piena pandemia. Eppure abbiamo fatto esattamente ciò che ci chiedevano le Licenze nazionali: abbiamo avviato una rateizzazione, di cui l’Agenzia delle Entrate ha preso atto senza muoverci rilievi, e abbiamo saldato tutte le quattordici rate scadute dall’emissione degli avvisi di irregolarità al 31 maggio 2022. Gli importi non li abbiamo peraltro stabiliti a casaccio o in maniera volontaria: sui nostri piani di rateizzazione c’è il logo dell’Agenzia delle Entrate. Non abbiamo stabilito in autonomia entità e scadenze, insomma”.

Giosuè: “Fiduciosi sul verdetto del TAR del Lazio”

Ma il Campobasso è fuori: “Altro non potevamo inventarci: i nostri avvisi bonari erano in un limbo e non potevano essere lavorati. Ho appreso di consorelle che hanno risolto la questione facendosi ‘spingere’ gli avvisi verso l’Ader, ovvero l’ex Equitalia: da noi, purtroppo, non è stato possibile. Le procedure sono queste. Se altrove è stato possibile forzarle e a Campobasso non hanno voluto o potuto, non può essere una nostra colpa, anche perché a noi quest’operazione è costata in un giorno 20mila euro mentre avremmo potuto cavarcela con circa 600 euro. Singolare è anche il fatto che, su una questione di natura tributaria, la FIGC voglia mettersi al di sopra dell’Agenzia delle Entrate. Non dovrebbe essere il contrario?”

E allora non resta che attendere il verdetto del TAR del Lazio a cui il Campobasso si è appellato: “Siamo molto fiduciosi anche perché siamo convinti che un tribunale amministrativo non possa fare altro che riconoscere la legittimità del nostro operato, soprattutto in presenza di un documento dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre riteniamo che verrà data la giusta attenzione alle nostre motivazioni, a differenza di quanto avvenuto al CONI dove invece siamo stati liquidati in pochi minuti. Vorremmo inoltre capire come mai tanto astio da parte della FIGC, della Lega Pro e della stessa Covisoc”.

Campobasso

Gesuè: “Come si può far morire un club in piena salute per 60mila euro?”

Gesuè rivendica la bontà dell’operato gestionale: Nell’immaginario collettivo passiamo per una società in dissesto ma i nostri numeri dicono tutt’altro: abbiamo chiuso il bilancio intermedio al 31 marzo in attivo, abbiamo rispettato l’indice di liquidità, abbiamo crediti in Lega cinque volte superiori al presunto debito tributario che ci viene contestato. Come si può far morire un club in piena salute per una contestazione non certa che ammonta a poco più di 60mila euro? E – soprattutto – come è possibile paragonare la nostra situazione ad altri casi del recente passato? Non ci piace guardare in case altrui, ma ci sono squadre che hanno ricevuto il via libera dalla Covisoc e poi non hanno terminato, o addirittura neanche iniziato, il campionato.

Gesuè, l’affondo a Ghirelli: “Parlava del Campobasso come società modello, poi non ha risposto più al telefono”

Gesuè non risparmia una stoccata al presidente Francesco Ghirelli e alla Lega Pro: “Bisognerebbe tornare al passato e stabilire, in fase di iscrizione, un termine ordinatorio e uno perentorio, dando quindi modo di sanare eventuali problematiche di piccolo calibro, comunicandole peraltro per iscritto visto che noi abbiamo ricevuto solo una telefonata informale da parte di Covisoc e Lega a poche ore dall’iscrizione. Una telefonata in cui, peraltro, loro non ci dicevano che eravamo in una posizione irregolare, ma ci suggerivano semplicemente un’altra soluzione. Per la quale, però, era ormai tardi. Ghirelli, che fino a quel momento parlava di modello Campobasso, non ha più neanche risposto alle nostre chiamate dei giorni successivi. Ci hanno cancellato dalla mailing list della Lega, non ci hanno neanche inviato il link per l’incontro informativo sull’apprendistato sportivo. Per la Lega Pro non esistevamo più. A noi solo la possibilità di leccarci le ferite e di fare la conta dei danni dopo aver investito milioni di euro”.

Gesuè: “Dai tifosi una reazione di pancia, faremo di tutto per salvaguardare il professionismo”

Un messaggio ai tifosi del Campobasso: Da parte dei tifosi c’è stata una reazione di pancia, probabilmente mossa sia dall’amore che la gente ha verso questi colori che dalla bellezza del sogno che stavamo vivendo tutti insieme. A loro posso dire soltanto che faremo di tutto per salvaguardare il professionismo, un patrimonio per l’intera regione, continuando a lavorare in silenzio come abbiamo sempre fatto in questi anni. Purtroppo ci sono stati anche degli episodi gravi, ma in questo momento penso solo a salvare matricola e categoria. Poi, a bocce ferme, ci saranno tutte le valutazioni del caso”.

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Gesuè: “Se il problema sono io mi farò da parte senza indugio”

Il futuro del Campobasso resta in divenire: “L’importante è che il calcio a Campobasso continui a vivere, garantendo al territorio sia lo spettacolo calcistico che i risvolti positivi in termini economici ed occupazionali. Se il problema sono io mi farò da parte senza indugio appena verrà completata la nostra missione e quando avrò garanzie di lasciare in mano a persone serie e pronte ad investire come ho fatto io in questi tre anni”.

A cura di Marco Festa