Salto e coordinazione a mezz’aria perfetta: il pallone che si spegne all’angolino alto della porta di Cardinali è una delizia tutta made in Persia. E non si parla dell’antico regno di Serse, ma delle capacità balistiche di Angelo, vero metronomo del Campobasso di Mirko Cudini. Una realizzazione tanto bella quanto importante, quella dell’1 a 0 ai danni del Latina ospite, che ha lanciato i molisani all’interno di un match delicatissimo per gli equilibri salvezza.
Alla rete numero 2 dopo il ritorno in rossoblù dello scorso ottobre, il centrocampista classe ’98 sta ritrovando al Nuovo Romagnoli la condizione dei tempi migliori. E sognare altri palcoscenici, a salvezza raggiunta, non sembra più solo un sogno.
Perchè le prospettive di inizio carriera sembravano presagire un percorso di altra caratura. Da Civitella Roveto, infatti, Persia si ritrova catapultato nella Capitale dopo un provino andato a buon fine. Un vero e proprio sogno ad occhi aperti che ben presto, però, si tramuterà in qualcosa di molto diverso.
Dalla gioia di poter giocarsi le proprie carte in uno dei settori giovanili più all’avanguardia di Italia, all’infortunio, purtroppo decisivo per il prosieguo della sua carriera. “Non si riusciva a capire cosa avessi, non si riusciva a trovare un rimedio. Era una situazione angosciante” – ai microfoni di gianlucadimarzio.com, Angelo racconta il buio di quel periodo. Distacco della cartilagine del nucleo di accrescimento al bacino: questa la diagnosi che convincerà la Roma a non puntare più sul giovane abruzzese.
Quattro anni in giallorosso, vissuti al fianco di altri futuri talenti come Riccardo Marchizza e Marco Tumminello, conclusi forse nel peggiore dei modi. Ad aspettare Persia c’è la Vigor Perconti, la possibilità di ripartire dal basso e rilanciarsi. Lontano dai fasti della Capitale.
Nel 2015 il passaggio all’Avezzano, vicino casa, e in tre stagioni il valore del centrocampista classe ’98 emerge sempre di più, nonostante alcuni momenti di scoramento. Sarà proprio in Abruzzo che Persia incontrerà uno degli uomini più importanti per il suo percorso calcistico: Federico Giampaolo.
E’ una persona speciale sia come uomo che come allenatore. -racconta l’ex Roma – Ti fa giocare con tranquillità, aiuta a migliorarti dandoti i consigli giusti. E uno di quello che ti entra dentro. Quando ci siamo salutati a fine anno. Lui mi disse che avrebbe fatto di tutto per tenermi ancora, ma che non si sarebbe opposto ad un mio salto di categoria. Per me è come un padre calcistico”.
L’anno dopo, però, sarà la Serie C ad aspettare il giocatore, finalmente pronto al ritorno nel calcio professionistico. Prima tappa in Lega Pro a cui faranno seguito le avventure prima con la Fermana e poi proprio con il Campobasso.
Tifa Milan e si ispira a Modric, ma ora il presente si chiama Campobasso. Il metronomo di Mirko Cudini è tornato a Campobasso dopo alcuni mesi vissuti da svincolato. Lo scorso anno un lungo stop che non ha praticamente permesso a Persia di debuttare con i molisani.
Un percorso lasciato a metà, che lo stesso giocatore ha voluto riprendere proprio lì dove era terminato bruscamente. E la decisione sembra premiare entrambe le parti: da un lato la ritrovata continuità di un calciatore dal valore tecnico indiscutibile. Dall’altro un rinforzo di qualità per un organico ancora invischiato nella lotta per non retrocedere.
La Serie C come nuova dimensione: ma le speranze del giovane Persia guardano già un po’ più in là.
A cura di Pietro Marchesano
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