Quando si pensa al nome Capello, nel calcio, uno dei primi volti che viene in mente è quello di Fabio, storico ex calciatore e allenatore che più di tutti ha scritto pagine indelebili della storia del Milan. Ma, seppur con qualche anno in meno, c’è un altro Capello che, attualmente, sta scrivendo le pagine della storia della Carrarese. Il suo nome è Alessandro, 26enne, con un passato in grandi scuderie tra cui quella dell’Inter.
Ora, dopo anni sui campi italiani, l’attaccante della squadra toscana punta ad arrivare presto in doppia cifra: “Spero di fare un campionato importante con la Carrarese, visto che ne abbiamo le possibilità e possiamo farlo tranquillamente, anche se in qualche partita ci siamo un po’ persi. Penso, però, che possiamo stare nelle posizioni alte della classifica”.
A livello personale: “Il primo obiettivo è arrivare in doppia cifra il prima possibile, visto che ci sono quasi. Quello che ci sarà di più sarà l’aggiunta di qualcosa di buono che potrò fare. Arrivare in Serie B? È difficilissimo, la Serie C è complicata. Solo una squadra sale e poi ci sono i playoff, sono tante squadre. Sicuramente possiamo fare un campionato importante rimanendo attaccati a quel gruppo che si è creato nel nostro girone che è molto competitivo”
Arrivato nell’estate del 2022, nell’ultimo giorno di mercato, alla corte della Carrarese, Alessandro Capello si è da subito integrato nel gruppo: “Sono arrivato alla Carrarese l’ultimo giorno di mercato, è stata una cosa abbastanza veloce. Quando il club mi ha cercato io non ho esitato ad accettare la loro proposta. Ero in uscita dall’Entella ed ero alla ricerca di una nuova avventura”.
Ogni volta che si cambia club il primo allenamento è sempre un emozione: nuovo staff, nuovo allenatore e nuovi compagni e a volte ci vuole del tempo prima di abituarsi. “Appena arrivato nel gruppo della Carrarese ho percepito subito tanto entusiasmo e tanta voglia di fare gruppo. Sono stato molto contento, ho percepito un impatto positivo fin da subito e questo si è visto anche in campo. Dopo pochi giorni che sono arrivato, nelle prime partite giocate, ho iniziato subito a fare gol perché mi sono trovato bene. Sono in un ambiente sano e sereno dove si può lavorare bene”. Con queste parole Capello ha reso bene ciò che ogni giocatore spera di trovare nelle nuove avventure calcistiche: serenità.
Ogni volta che si cambia squadra non solo si è costretti a cambiare abitudini, città (il più delle volte) ma anche i compagni. Trovare qualcuno con cui legare è importante tanto quanto lo è essere inseriti in un ambiente sano: “Conoscevo già bene Cicconi, eravamo insieme alla Virtus Entella, quindi sto spesso con lui. Ma, in realtà, sto anche assieme ad altri giovani come Mercati e Andreoli, anche se mi trovo bene con tutti, sono veramente un gruppo eccezionale”.
Alessandro Capello ha vissuto quello che un po’ tutti i giovani calciatori sognano sin da bambini: essere notato dai grandi. Nel suo caso è stata l’Inter a mettere gli occhi su di lui. Preso inizialmente per aggregarlo alla Primavera, è stato poi aggregato in prima squadra, all’epoca allenata da Mazzarri: “È stata un’esperienza bellissima, passare un anno all’Inter con i grandi campioni è stato un insegnamento e un percorso che mi porterò dietro e mi terrò stretto, sono ricordi indelebili. Ogni tanto ci penso e mi fa sempre piacere ricordarli perché fanno parte del mio passato e sono orgoglioso di aver fatto questo percorso”.
“Ero molto giovane, cresciuto nelle giovanili del Bologna e poi è arrivata la chiamata dell’Inter. Non ci ho pensato, quando ti arrivano chiamate così penso sia difficile aspettare un giorno in più per decidere il da farsi. Ho accettato e penso di aver fatto bene e tornassi indietro lo rifarei”. Giovane e senza alcuna esperienza, Alessandro Capello, si ritrova aggregato in una prima squadra ricca di campioni da Zanetti e Milito al giovanissimo Mauro Icardi: “Arrivavo da una realtà molto più piccola dell’Inter. Inizialmente non dovevo far parte della prima squadra ma poi mi hanno chiamato in ritiro con questi campioni. Sono entrato un po’ in punta di piedi cercando di ascoltare qualsiasi cosa mi dicessero e consigliassero cercando di apprendere il più possibile”.
Dialogo, altra parola chiave nel calcio. In campo, come fuori, il dialogo può essere fondamentale sia per instaurare un rapporto nel gruppo squadra che per studiare la tattica adatta a spodestare gli avversari. Di dialoghi tattici, in questo caso, se ne intende Alessandro Capello.
Nel periodo passato all’Inter ha avuto modo di confrontarsi con alcune delle leggende del Triplete nerazzurro che, in qualche modo, lo hanno aiutato nella sua formazione: “Parlavo di più con gli attaccanti come Milito, Palacio e Icardi, soprattutto quando facevamo le esercitazioni. Mi davano dei consigli tecnici su come muovermi per liberarmi dall’uomo. Cercavo di rubargli qualche movimento”.
Ogni professionista ha un sogno nel cassetto, un obiettivo che lo spinge ogni giorno ad alzarsi dal letto la mattina e rimboccarsi le maniche. Per Alessandro Capello, attaccante della Carrarese, l’obiettivo è quello di stupire tutti coloro che, forse, in passato non hanno visto mantenute le aspettative riservate in lui.
E a questo proposito ha dichiarato: “Un mio obiettivo personale è quello di tornare sicuramente in categorie superiori dove sono stato fino a qualche tempo fa. Ho sbagliato alcune scelte personali, non sono stato in grado, magari, di mantenere alcune aspettative. Penso, però, di poter tornare in categorie superiori perché credo di poterci stare tranquillamente”.
Ogni calciatore ha un idolo a cui si ispira, qualcuno da cui prendere le movenze e renderle proprie. Alessandro Capello, fin da piccolo, ha visto questo in Totti, storico capitano della Roma: “Da piccolo mi piaceva molto Totti per ovvi motivi penso (ride, ndr). Mi è sempre piaciuto lui per la sua visione di gioco, la sua classe. Crescendo, piano piano, ho sempre cercato di essere me stesso e cercare di migliorarmi guardando un po’ tutti gli attaccanti”.
La presenza di un idolo calcistico da bambini, presuppone che in qualche modo, la passione per il pallone sia sbocciata. Con Alessandro Capello abbiamo parlato anche di questo. “La passione per il calcio è nata perché mio cugino più grande, giocava a pallone nella squadra vicino a casa mia. Vedendolo andare agli allenamenti mi è iniziato a piacere. Già a 4 anni, nonostante fossi un anno più piccolo dell’età minima richiesta, visto che ero parente di mio cugino, mi hanno fatto iniziare. Fin da subito sono sono stato posizionato in avanti, diventando poi un attaccante come lo sono oggi”.
A cura di Giulia Loglisci
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