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Capuano, flop e…”record”: traiettoria di una folle stagione

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Ezio Capuano mentre esce dal campo

“Alle scale piace cambiare”, direbbe il regista David Yates nella saga di Harry Potter. “Capuano ama cambiare”, sarebbe invece il titolo in prima pagina dell’universo Serie C. L’ormai ex allenatore del Trapani, non è riuscito a imporsi nemmeno in granata. Ma non è il primo “stop” della stagione.

Quella in Sicilia, è stata infatti la terza avventura in panchina quest’anno. Il presidente Antonini ha deciso per l’esonero dopo la sconfitta contro la Juventus Next Gen. In generale, l’arrivo del 60enne nato a Salerno non ha dato la svolta che la piazza si aspettava.

Dicevamo, terzo addio in stagione, dopo quelli a Taranto e Foggia, dove era stato lui questa volta a dimettersi. Una stagione strapazzata per l’ex Messina, tra le altre. Una vita in Serie C, una carriera tra i campi di tutta Italia. Spalle larghe. Eppure, è forse il periodo più difficile per lui dal punto di vista professionale. C’è sempre una prima volta. Anche per i più grandi (ed estroversi) della categoria.

Capuano ha lasciato il Trapani dopo sole 8 partite e la media punti di 1,50 a gara. Una semifinale di Coppa Italia conquistata e giocata, almeno in parte (l’andata è finita 0-0) ma un nono posto che non corrisponde alle ambizioni del presidente Antonini. Di fatto, i siciliani navigano nelle stesse acque del periodo precedente al suo arrivo

Da Taranto a Trapani: Capuano fa “tris”

Per motivi diversi, certo. Ma il risultato non cambia: per Capuano è una stagione complicata. Prima il certificato medico con cui l’allenatore era legalmente assente alle sedute d’allenamento del Taranto questa estate, poi la separazione ufficiale arrivata il 16 agosto scorso. In valigia più di un motivo: la penalizzazione che sarebbe arrivata da lì a poco e una situazione societaria che non dava garanzie. L’ultimo posto (con coli 3 punti) in cui si trova oggi il club rossoblù, e lo sciopero dei calciatori definito giorni fa è il prodotto di ciò che Capuano aveva pronosticato tempo prima. Allora, la scelta non era stata poi così scellerata.

Poco più di un mese dopo, l’allenatore torna. In tutti i sensi. Lo richiama il Foggia, dove aveva già lavorato nella stagione 2020-2021. Tanto entusiasmo. E anche tanto fumo. Il motivo? Un mese e un giorno: tanto è durata l’avventura del salernitano sulla panchina dei pugliesi. Per la precisione 5 partite, poi le dimissioni, così spiegate: E’ una delle prime volte in carriera in cui sento di non incidere, non posso continuare. Non penso ai soldi, lo avrei fatto anche se avessimo vinto”. Non fu, quindi, la sconfitta col Sorrento, a giudicare dalle sue parole, a fargli fare un passo indietro. E nemmeno quella di una settimana prima col Catania. Forse, i 5 punti conquistati in altrettante gare dopo l’addio di Brambilla. Quelli sì.

Ezio Capuano, allenatore Trapani
Ezio Capuano, allenatore Trapani / credit Trapani

Capitolo granata, altra delusione

Il comunicato della società ha parlato di “gravi offese rivolte al gruppo squadra” e di esonero “per giusta causa”. E’ solo l’ultimo step di un’avventura morta sul nascere. Dall’11 dicembre al 27 gennaio. Poco più di un mese alla guida del Trapani. L’ennesimo addio di una stagione turbolenta che è già record. Mai infatti Capuano aveva lasciato tre squadre in una singola stagione.

Un po’ di sfortuna e pochi risultati. A gennaio l’ex Avellino si ritrova (di nuovo) senza club. E’ la breve parabola discendente di un allenatore che si era spesso, invece, contraddistinto. Traiettoria di una folle stagione. Eppure, siamo sicuri, non sia finita qui.