“Una partita di calcio non è altro che la vendita di un’emozione. Il totem è colui che attrae verso di sé un interesse illimitato“. Due frasi per riassumere l’Eziolino Capuano che in meno di un mese e mezzo si è preso il Taranto. O, per dirla, con le sue parole, ha “capuanizzato” il Taranto. I numeri rossoblù sono sotto gli occhi di tutti: quattro vittorie su quattro partite casalinghe con Capuano in panchina, 13 punti in classifica e zona playoff agganciata. Niente male per una squadra rivoluzionata in estate dopo l’addio con la coppia Laterza-Montervino e costruita nel solco del ringiovanimento e del contenimento dei costi.
Per comprendere il lavoro di Capuano, occorre riavvolgere il nastro al 12 settembre 2022. Data del suo ritorno a Taranto, dove aveva già allenato 20 anni fa: stagione 2001/02, esonero dopo otto partite ufficiali. “Sono tornato a Taranto senza vedere squadra e classifica – disse – il mio desiderio era quello di ritornare in questa piazza”. Il tutto con una precisa richiesta: “Voglio una squadra ignorante”. Quel gruppo arrivava da tre sconfitte nelle prime tre partite della gestione Di Costanzo. Segnali d’allarme da cogliere, che avevano condotto il club rossoblù a una rivoluzione tecnica: dentro Capuano e le sue 573 panchine di Lega Pro in carriera. 40 giorni dopo, l’allenatore di Salerno si gode la vittoria sul Potenza per 2-0 e si presenta in sala stampa…con la maglia del Taranto addosso: “Questa squadra onestamente si identifica in me – dirà con il sorriso – è una squadra capuanizzata. Questo è solo un punto di partenza: il cammino per salvarci è molto lungo e tortuoso”.
I numeri raccontano di un fortino Iacovone: in casa solo Catanzaro e Crotone (15 punti su 15) hanno fatto meglio del Taranto, che condivide la terza piazza con il Giugliano, club che però ha giocato davanti al pubblico amico una partita in più. “Questi ragazzi possono essere tutti figli miei” dice Capuano del suo gruppo. E in effetti come tali li tratta: da Antonio Romano, conosciuto nelle giovanili del Napoli come “il il Gerrard di Caravita” e decisivo contro il Potenza con il gol del raddoppio, a Michele Guida, pescato in Serie D dalla dirigenza jonica come un brillante esterno d’attacco e trasformato da Eziolino in seconda punta. I tre punti in casa contro il Potenza fanno la somma con i successi interni su Fidelis Andria, Foggia e Latina. Sono però “un punto di partenza e non di arrivo” dice Capuano. “Prima della partita ho detto alla squadra che noi rappresentiamo la gente che vive il calcio tutta la settimana”.
Un concetto da portare in valigia anche in trasferta, dove sin qui è arrivato solo il punto nel derby di Cerignola, tassello in una settimana da 7 punti all’attivo e 0 gol al passivo. Ma Eziolino non ci vuole pensare: “Non facciamo voli pindarici ma è normale che ci fa piacere: i numeri sono impressionanti. Se domandassi al più ottimista di voi una squadra che aveva preso sette gol nelle prime due partite e che nelle ultime cinque prende un gol, non si può non leggere una maturazione nella squadra. Il merito è solo dei ragazzi, sicuramente la classifica non la guardo perché il mio obiettivo è salvare il Taranto. La vittoria è di chi va in campo, io c’entro poco e nulla”.
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