In casa Benevento è ufficialmente iniziata l’era Carli. Il nuovo direttore tecnico dei giallorossi è stato presentato alla stampa e a lui sarà richiesto di costruire la squadra che affronterà la prossima stagione di Serie C dopo la retrocessione. Presente in conferenza anche il presidente del club campano Oreste Vigorito. Di seguito le parole rilasciate dal numero uno giallorosso: “Mi auguro che tutti possiate dare la massima collaborazione per cominciare dall’inizio, ma con uno spirito nuovo facendo un esame dei propri errori provando a dare una mano a questa società, a questo pubblico e questo direttore che ci sta mettendo la faccia. Mi auguro faccia un percorso bello e pieno di soddisfazioni”.
“Sono strafelice, mi ha chiamato il presidente in un momento di difficoltà. Cercavo un posto che avesse determinate caratteristiche le stesse che cerca il presidente. Dentro ho tanta roba positiva da tirar fuori”. Esordisce così Marcello Carli, nuovo direttore tecnico del Benevento, nella conferenza stampa di presentazione.
Il dirigente ha proseguito, spiegando le sue idee per la panchina: “Il tema allenatore si è affrontato in modo leggero per ora. Io ho in testa un nome, ho un certo modo di fare le cose e la mia idea è quella di prendere qualcuno che veda Benevento come qualcosa di straordinario. Io sono venuto in un posto dove ho sentito l’emozione di venire. Quando mi ha chiamato il presidente ho capito l’entusiasmo. Voglio prendere un ragazzo giovane con entusiasmo e che ci dia una mano. Da qui al 29 agosto un allenatore si trova, ma in linea di massima ci piacerebbe ricominciare e prendere un profilo fresco. Ma se quando parleremo capiremo che ci sono dubbi, ne prenderemo un altro.
E poi, sui cambiamenti della rosa: “Io ho ascoltato i ragazzi. La volontà è quella di cambiare. Sicuramente qualcuno andrà via, ma ci sono problemi di contratti. Abbiamo qualche idea. Il calcio non è semplicissimo, su quattro o cinque nomi siamo convinti di doverli cambiare. La nostra idea è cambiare il più possibile”.
Il presidente del Benevento, Vigorito, ha poi ripreso parola, spiegando le motivazioni dietro la scelta del nuovo direttore tecnico: “Carli è un’idea che c’è da un paio d’anni. C’è un’intervista in cui parla del suo impegno e delle sue dimissioni e da lì ho sempre avuto la curiosità di conoscerlo. Avevo questa idea e pensavo di poterla realizzare, poi come al solito sono un po’ lento a prendere decisioni. Ho avuto modo di dire che io amo il calcio della Serie C, e mi auguro sia così, fatto ancora di valori e ragazzi che hanno voglia di fare cose belle. Un uomo di calcio mi ha insegnato una cosa che non ho mai mantenuto. Mi disse di prendere calciatori che non hanno conti in banca, che sono agli inizi di una carriera. Quelli che già sono a buon punto passano il tempo a contare i soldi già fatti“.
“Io pago per fare una cosa perché mi piace farlo, per la tifoseria”. Il presidente giallorosso ha poi chiesto scusa ai suoi tifosi: “Abbiamo vissuto una stagione distaccata dalla città e pensato in maniera erronea di rimediare. Dobbiamo avere pazienza. Una delle componenti che deve dare il suo contributo è la stampa”.
Sulle ambizioni del Benevento, però, Carli preferisce restare con i piedi per terra: “Parlare di quello che uno farà diventa difficile. Ho sempre trovato questi discorsi sterili perché in questo momento siamo il Benevento, club che ha fatto negli anni qualcosa di straordinario. Ora siamo in questa condizione e bisogna ripartire. Se io perdo una partita a burraco con la famiglia mi girano le scatole e per un paio d’ore non parlo con nessuno. Dobbiamo dare un’identità forte a questa squadra. Io credo in questo, fare una rinfrescata con gente pronta che faccia un buon campionato. L’obiettivo penso sia sempre quello di vincere. La gente ha bisogno di squadra fresca, di un calcio che dà emozioni. Noi intanto dobbiamo far tornare la gente allo stadio, ma che torni a casa dopo essersi divertiti”.
Carli si è mostrato senza paura nell’affrontare un’avventura per lui inedita: “Io non conoscevo nemmeno la Serie B. La Serie C non la conosco, non ho paura ma so che andremo in campi difficili, ma non vedo l’ora di andarci. Ho veramente voglia di iniziare a programmare. So di essere inesperto e questo mi emoziona anche un po’. Ritornerò ai primi anni dove nel caos ho fatto anche bene”.
E poi, tornando sulla panchina, ha ammesso: “Quello che mi manda più in ansia è la scelta del mister. Noi non possiamo sbagliare negli atteggiamenti. Agostinelli è stato il primo a sapere questa cosa. Ho detto al presidente che l’allenatore si sceglie insieme. Io sono molto convinto di chi porterei domani mattina qui. Non ci sono giovani e vecchi, ma calciatori di livello morale, fisico e tecnico che sono straordinari per il posto in cui sono
In uno scambio di battute tra Carli e Vigorito, il presidente del Benevento ha preferito spiegare che tipo di spese farà: “La parola investimento nel calcio mi fa sorridere. Quando parlo di investire è nell’animo del calcio, in un aspetto sociale. È l’anima di una città. Noi non possiamo fare i miliardari sul calcio, perché per me non è questo. Il calcio è partecipazione, solidarietà, togliere qualche ragazzo con talento dalla strada. Bisogna costruire la fabbrica dei calciatori. Agli atti della FIGC la volontà di fare la riforma del calcio. Se non si cambiano le regole che camminano su leggi vecchie di trent’anni, la competizione con il Benevento non ci sarà mai. Non per i soldi, ma per interessi diversi. L’arrivo di dirigenti che rappresentano proprietà è rompere il filo dell’anima”.
Arrivato al termine della conferenza, Vigorito ha chiuso il suo ciclo di interventi con un discorso conclusivo: “Non si arriva alla mia età se non capisci che colui che hai di fronte è un uomo o non lo è. A Perugia sono andato a prendere l’ultima umiliazione sportiva, era mio dovere. Riconosco a tutti il diritto di criticare, perché così ho il diritto di farlo anche io. Negli ultimi due anni sono venuto anche io un po’ meno come presidente. Il mio augurio è che Carli interpreti questa posizione. Carli mi sta facendo ritrovare il sorriso e la voglia di stare qua”.
E poi, ancora, un’altra ammissione di colpe verso i tifosi del Benevento: “Molte decisioni dovevano essere prese e ho perso il tempo. Questo è dovuto al fatto che ho frequentato poco la squadra e l’ambiente della società perché ho un’azienda che in questo momento ha un carico di lavoro enorme, non è facile seguire la burocrazia italiana. Per quanto provi a essere presente, diventa difficile. Non ho tenuto presente che l’azienda calcio valeva 30 milioni e forse era meglio se stavo qua. Ho mollato un po’, ma come dico sempre è che se uno sa dove ha mollato, probabilmente riesce a recuperare. Non avevo astio nei confronti della gente, ma era soltanto una richiesta di stare vicino.”
Ultima battuta da parte di Vigorito sul nuovo direttore tecnico: “Se ho fatto un contratto di tre anni è perché son sicuro che Carli darà tanto a questa squadra. Rientra nello stile delle persone che io preferisco. Penso che le cose si facciano per amore, lui è un uomo che ama il calcio altrimenti non sarebbe venuto in Serie C. Ha avuto altre proposte da altre categorie, ma lui mi ha dato la parola. Nove persone su dieci avrebbero agito diversamente. E’ chiaro che c’è un disegno, non un progetto. C’è un desiderio, la speranza di trovare uomini giusti”.
E anche Carli ha chiuso la conferenza con un messaggio importante alla piazza: “Potevo anche smettere di fare questo lavoro, però non ho grandi pretese dalla vita. O torno perché mi emoziono, altrimenti posso anche non farlo. Anche se si va in C per me va bene, così ho detto al mio presidente. Ho firmato mentalmente un mese fa, quando era tutto in movimento. La verità è che io cercavo un posto dove essere me stesso e dove si può avere la possibilità di divertirsi. C’è la voglia di fare, e se diamo continuità in un paio di anni si può cercare di risalire”.
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