La versatilità di De Rossi, l’amicizia con Orsolini e il sogno Serie B: chi è Carpani
“Tutto ciò che so, l’ho appreso dall’esperienza. Tutto ciò che ho fatto, l’ho affrontato con uno sguardo rivolto al futuro, con un’attenzione al progresso”. E’ con queste parole di Johan Cruyff che vogliamo iniziare a raccontare Gianluca Carpani. Lui, che alla Recanatese sta dimostrando ancora una volta che la cosa più importante è sapersi adattare. Solo così si può crescere e continuare a sognare.
Carpani, dalla Serie D con la Samb al traguardo Ascoli
E’ dagli stretti vicoli in ciottoli di un borgo romano sopra ad Ascoli Piceno che inizia la storia di Gianluca Carpani. Qui, nella Polisportiva Borgo Solestà dove Gianluca trascorre la sua infanzia. Nella squadra di quartiere “conta solo divertirsi“. Un sentimento che cresce di giorno in giorno e che lo conduce alle giovanili dell’Ascoli dove il calcio diventa presto la sua quotidianità.
Il talento s’intravede. Il destino, però, è beffardo. Lui, ascolano di nascita, tifoso dell’Ascoli e futuro capitano del Picchio inizia la sua carriera con la maglia degli storici avversari. Sì, perché la prima squadra a notare le sue doti e la sua sicurezza in mezzo al campo è la Sambenedettese che, nel 2010, decide di tesserarlo. Le tre stagioni trascorse in rossoblu servono a prendere confidenza con sé stesso. Che arriva con la vittoria del campionato di Serie D nel 2013. Dopo una lunga attesa Carpani e compagni riportano la squadra in Lega Pro. Purtroppo, la Sambenedettese incorre in un fallimento e non viene iscritta al campionato successivo. La Serie C deve aspettare. “Lo sguardo rivolto al futuro“.
Carpani e Orsolini, un’amicizia nata nell’Ascoli proiettato nel futuro
Con l’esperienza maturata tra i dilettanti e l’entusiasmo di chi è solo all’inizio, ritorna nella sua città. Tra le fila della prima squadra. E’ uno dei più giovani, ma la gioia di indossare la maglia dell’Ascoli è talmente forte che non teme nulla. Allenarsi con esperti della categoria come Pestrin o Cipriani è lo stimolo giusto per chi ambisce a diventare “una bandiera”. Giocare al “Del Duca”, davanti ai suoi amici, ai suoi genitori tifosi bianconeri, lo carica e lo sprona a dare sempre di più. L’esordio tra i professionisti arriva nella stagione 2013/2014 insieme a 3 reti. Gol che saranno, spesso, suoi compagni di viaggio. Nella stagione successiva arriva una grande soddisfazione. Gianluca e il suo Ascoli vincono il campionato di Serie C. Non solo Cosimo Chiricò, in quell’annata anche Carpani ci mette lo zampino. 4 timbri al cartellino per volare in B.
Il “divertimento” aumenta ogni stagione. Anche grazie ai compagni. Sì, perché in prima squadra approda un certo Riccardo Orsolini. Con “Orso” nasce un legame di amicizia che va oltre il campo. Nati nella stessa città, cresciuti nell’Ascoli e compagni di stanza a ogni ritiro. L’essenza del calcio è anche questa. Come quella maglia dell’Atalanta che Riccardo consegnerà con le sue mani all’amico per festeggiare il debutto in Serie A.
Quello della Serie B è un Ascoli proiettato nel futuro. Sulla fascia un promettente Federico Dimarco. In mezzo al campo, la coppia Carpani-Jankto e davanti un Andrea Petagna che punta verso Milano. Cacia e Antonini, dall’alto della loro esperienza faranno da chioccia a questi giovani in rampa di lancio.
Avvolto da un turbinio di emozioni e di timore Carpani esordisce in serie B contro la Virtus Entella. Troppa gioia tutta insieme. Culminate nell’ambita salvezza. Primo anno in B da mediano, ma senza mai dimenticare che in porta sa tirare. E bene. La conferma che ad Ascoli credono in lui arriva con il riconoscimento più prestigioso. La fascia di capitano. Quel pezzo di stoffa diventerà parte della sua pelle. Oneri e onori del Picchio portano anche il suo nome. Nel 2018 riporta la frattura di menisco e crociato. Il motto però non cambia; “la gente come noi non molla mai”. “Lo sguardo rivolto al futuro”.
Carpani, la laurea e la “metamorfosi” completata a Recanati
Con la consapevolezza di aver dato tutto per la maglia riparte da Rieti. Di nuovo in terza serie. E’ l’allenatore Ezio Capuano a convincere il giocatore affidandogli le redini del centrocampo. Le azioni devono partire dai piedi di Gianluca. Ecco che Carpani diventa regista. E’ l’inizio della sua “metamorfosi”. Nulla di strano per chi si ispira ad un giocatore versatile come De Rossi.
Anche a Fano si presenta come centrale. All’occorrenza mezz’ala, ma con la grinta del mediano e invece? Coach Alessandrini ritiene che se un centrocampista segna non può stare così lontano dalla porta. Trasformazione in trequartista. Si scrive duttilità si legge Carpani.
Mutevole in campo, ma stabile fuori. Come quando, nel 2020 raggiunge un altro traguardo importante. Una laurea in Scienze ed Economia Aziendale sudata come una vittoria. “Uno sguardo rivolto al futuro“.
Il presente si chiama Recanatese. Squadra che lui stesso, con la maglia della Samb, condanna alla retrocessione in Eccellenza nell’ultima giornata del campionato di Serie D. Suo il gol decisivo. Come i 10 messi a referto sino ad ora in giallorosso. Un record per il ragazzo. Anche con Pagliari arriva un’altra “metamorfosi”. Il coach lo schiera in tutte le zolle del centrocampo. Centrale di fianco a Raparo con compiti di impostazione. Trequartista come satellite di Sbaffo al quale non manca di servire assist preziosi. E quindi esterno sinistro con il solo compito di spingere come un forsennato verso l’area avversaria. Un’intuizione che gli vale pure un gol da cineteca contro il Gubbio. Arrivato in giallorosso per salvare la squadra oggi segna per agguantare quei play-off che distano solo 2 punti. Il sogno di Carpani -ed è lui stesso a rivelarlo -è tornare a giocare in B.
Per il momento si “diverte” con la maglia della Recanatese. Perché in fondo il calcio è prima di tutto una passione.
A cura di Alvise Gualtieri