“Tutti quanti in fondo vogliamo sentirci raccontare bugie: ci piacciono le favole e i sogni” e la storia del Carpi ci ha fatto divertire, emozionare e adesso piangere. Il club è ufficialmente fuori dal calcio professionistico. Una squadra umile, che negli anni passati ha reso i miracoli realtà. Tra le stagioni da ricordare nella sua storia sicuramente emerge la grande cavalcata del 2012/2013 che portò per la prima volta i biancorossi in Serie B.
I migliori successi si ottengono spesso da reazioni a brutti dolori. La stagione del Carpi del 2012/2013 parte con la delusione della sconfitta ai playoff di Serie C nei mesi precedenti. Tanti sacrifici buttati in novanta minuti, con la possibilità di ripetersi difficilmente. Alla guida degli emiliani c’è la coppia Tacchini-Cioffi, una sola entità come i miglior “Lopez-Pulga” della situazione.
Il campionato inizia nel migliore dei modi, davanti ai propri tifosi al Cabassi, stadio ristrutturato e reso a norma per la categoria. Già una grande novità rispetto all’anno precedente. Il Carpi macina risultati e a sorpresa è primo dopo il girone d’andata.
Nel miglior momento della stagione arriva il blackout, il Carpi non riesce più a vincere: soltanto uno il successo nelle prime sei partite del girone di ritorno. La squadra è stanca, lascia il primato e addirittura esce dalla zona playoff. Le realtà consolidate nei primi mesi si trasformano nuovamente in sogni, anzi incubi. La dirigenza non ci sta e allora arriva la decisione più brutta e giusta, ma che salva la stagione: esonerata la coppia Tacchini-Cioffi, al loro posto subentra Fabio Brini.
Il Carpi ritrova fiducia, ma soprattutto identità e consapevolezza. La rimonta viene completata con successo fino al terzo posto, che vuol dire playoff per il secondo anno consecutivo. La squadra conosce bene il format, nel bene e soprattutto nel male. Vince la semifinale contro il Sudtirol, 2-1 in trasferta e 2-2 in casa. In finale trova la squadra più complicata: il Lecce, retrocesso per illecito sportivo dalla Serie A. Questa volta però il Carpi non ha intenzione di buttare tutto il lavoro fatto in un anno e vince la gara d’andata grazie al gol di Mehdi Kabine. In trasferta, invece, i pugliesi partono forte e vanno in vantaggio, ma al 74’cambia il copione della storia del Carpi, che agguanta il pareggio nuovamente con un gol di Kabine e centra l’obiettivo Serie B.
La stagione della promozione in Serie B non è ricordata per un giocatore in particolare, ma per lo spirito di sacrificio e la compattezza della squadra. Con Tacchini-Cioffi il modulo più utilizzato fu il 4-4-2 (qualche volta anche la difesa a tre con Brini), con Sportiello tra i pali a guidare la difesa. L’ex portiere dell’Atalanta collezionò ben 15 clean sheets in stagione, un numero altissimo che contribuì al successo. A spingere sulla destra ci fu Letizia, che ricordiamo bene anche in Serie A come uno dei giocatori rivelazione: sia in fase realizzativa sia di copertura. Gli inserimenti di Concas hanno dato una grande mano nello sviluppo del gioco, così come la velocità di Kabine.
La fantasia di Di Gaudio e il senso del gol di Arma (11 gol, 9 in campionato, capocannoniere della squadra), fecero la differenza. Il tutto con la guida in regia di Perini, vero maestro e direttore d’orchestra di un’opera d’arte che ancora oggi viene ricordata.
A cura di Antonio Salomone
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