I nomi d’arte possono anche aiutare, ma quando dimostri di valere sul campo nessuno può etichettarti come “figlio di”. Non si arriva in alto se gli scarpini non corrono più veloci delle malelingue, le spinte esterne ormai hanno poche garanzie di riuscita. Solo un pallone sa dirti quanto vali, se meriti la maglia, e Daniel Frey si è scrollato di dosso il pesante cognome per dedicarsi solo alla sua passione. Suo padre, Sebastien, non ha mai voluto influenzarlo, eppure il calcio scorreva già nelle sue vene sin da piccolo. La Carrarese accoglie il terzino e centrocampista che affronterà la sua prima esperienza in Serie C, in prestito dalla Cremonese.
Il classe 2002 cresce nel settore giovanile del Milan, dove mette in mostra le sue qualità predominanti già da piccolo. Corsa, duttilità e generosità si rafforzano con lui nel tempo, fino ad approdare al Chievo Verona. In Under 17 e Primavera sperimenta i ruoli su entrambe le fasce, prediligendo la destra, da terzino a esterno di centrocampo, fino all’ala. Con il tempo affina la sua tecnica sulle linee di difesa e mediana, mostrando forza fisica e agilità. L’approdo alla Cremonese nel 2021 non è dei più felici, e Frey non riesce a esordire. Per questo motivo la Carrarese è sembrata per Frey una chance imperdibile. La chance di tornare a mostrare le sue doti al centro di un progetto importante.
“L’opzione Carrarese tra le diverse proposte è stata quella più interessante sia per il progetto tecnico che per la serietà e solidità della società in una piazza ambiziosa che vuole provare a recitare un ruolo da protagonista“, ha raccontato Frey ai microfoni del club. “Sono stato aggregato alla prima squadra della Cremonese sempre guardando alla prospettiva di approdare a Carrara. Questa mia prima esperienza professionistica deve essere sfruttata al meglio e credo che fisicamente e mentalmente sia già piuttosto sintonizzato sul tipo di richieste che vengono avanzate nel calcio dei “grandi”“
Sebastien sa cosa significa il sacrificio in questo sport. Se non lo avesse saputo non avrebbe mai preso posto tra i pali di Inter e Fiorentina diventando uno dei migliori. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport nel 2016, aveva parlato anche di suo figlio Daniel, ai tempi nei giovanissimi del Milan, e di come lui non fosse intervenuto nella scelta del figlio di prendere questa strada. “Non spingerei nessuno, lui a maggior ragione. L’ho sempre protetto, mai una partita o un giornale sportivo in casa, mai. Credo di aver prodotto l’effetto contrario: Daniel è un innamorato del calcio, ce l’ha nel sangue. Semmai mi sento di dovergli stare ancora più vicino”. Senza dimenticare lo studio: “Vorrei che Daniel pensasse come prima cosa alla passione, a divertirsi giocando. E che non sottovalutasse lo studio, è troppo importante”. Daniel Frey, che ha poi frequentato ragioneria, riparte ora dalla Carrarese con un tifoso speciale sempre dalla sua parte.
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