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Finotto e un viaggio da Panico: Carrara è questione di simboli

I due attaccanti – Mattia Finotto e Giuseppe Panico – sono stati protagonisti nella corsa alla promozione in Serie B della Carrarese

Il continuo cammino. Il traino costante di un rimorchio carico di sentimenti, sensazioni, ricordi ed emozioni. Girano e rigirano. Scivolano sui sentieri più dolci, si inceppano in quelli più tortuosi. Elementi essenziali del suo movimento. Le ruote di un carro come simbolo del lavoro e del trasporto. Uno stemma che, oggi, è vessillo di successo perché capace di condurre la città verso un sogno sopito per troppo tempo: settantasette anni dopo l’ultima volta Carrara avrà la sua squadra in Serie B.

La ruota, il vessillo di una città, l’essenza di un popolo. L’apice della realizzazione economica di una realtà custodita e protetta dalla forza della natura: Carrara. Le vette più belle e vive delle Alpi Apuane intorno, il Mar Ligure all’orizzonte. Il luccicare dell’acqua che riflette il “ricco” candore delle crode. Gioielli della natura e del lieto vivere di una città. Una ruota come rappresentazione dell’eterno cammino verso la realizzazione.

Una, la ruota che racchiude storie e tradizioni di una comunità. Due, quelle che trainano una città dentro un meraviglioso presente. Giuseppe Panico e Mattia Finotto. Contro ogni regola della meccanica. Quello che trasporta la Carrarese al piano superiore non è un carro diverso. La dinamica del movimento è a forza anteriore. Un gol, una corsa in più per lanciarsi in mezzo all’area di rigore. Un assist. Uno a testa nell’arco della stagione perché, in fondo, il carro per procedere senza inceppi necessita di equilibrio.

17 reti in due in campionato, 4 nei playoff per un totale di 65 presenze complessive in maglia giallazzura. Forze trainanti che resistono, per oltre 40 partite a tutte le resistenze opposte e contrarie. Finotto e Panico, gli avversari e le difficoltà del percorso. Le gare senza andare a segno o le sconfitte inattese. Contro tutti; per la Carrarese e il tifo sempre fedele dello stadio “Dei Marmi”. Fattori che sommati l’un con l’altro, seppur agenti su di essa, non fermeranno la continuo e meravigliosa forza del viaggio della squadra toscana. Dritto verso l’obiettivo divenuto realtà contro ogni sua legge.

Carrara nel “Panico”!

Lungo e tortuoso. Spesso stancante. Altre gratificante e forgiante. Il cammino verso un obiettivo. Il lavoro come unica bussola per affrontarlo. In un motto: “Fortitudo mea in rota”. Storia, cultura, tradizione, immedesimazione. La ruota di Carrara. Un intreccio tra sacrificio e costanza. Una precisa e dura lotta quotidiana per realizzarsi. Un concetto che Giuseppe Panico è costretto a imparare, forse, troppo presto, ma che, chissà, oggi, con un esordio in Serie A alle spalle alla corte di Gasperini a Genova, gli allenamenti con giocatori come Perotti, Suso, Matri e Perin; dopo aver avuto l’onore di vestire la maglia dell’Italia nelle selezioni giovanili, gol bellissimi e con molti campionati di Serie B nel curriculum, magari alzando lo sguardo verso la vetta del Monte Sagro ringrazierà.

Su quella cima ci arriva con una continua crescita. Viaggiando lungo la Penisola. E oggi, con i suoi gol, le sue prestazioni e il suo inesorabile entusiasmo conduce la Carrarese verso una promozione che è per lui sinonimo di “forza”. Concetto cardine del suo viaggio nel calcio professionistico, tramandato negli anni dall’amore e dal sostegno della sua famiglia (LEGGI QUI). Alla quale dedica il primo pensiero dopo ogni gol, vittoria e, forse, anche dopo le sconfitte. Perché è nei riferimenti che si trova sollievo. Ammirerà le giocate di Del Piero, si ispirerà ad altri due campioni che vestono l’azzurro più intimo per un ragazzo nato a Ottaviano – poi cresciuto a Sezze – come Insigne e Mertens e non smetterà mai di tributare la dovuta riconoscenza a quel pallone che, come la ruota, gira e lo fa nel verso giusto e conduce Carrara nel “Panico”…della Serie B.

Carrarese, Panico esultanza dopo un gol/ Credit: Carrarese Calcio 1908

Basta poco: Finotto

Breve, ma intenso e mai remissivo. Il tragitto di Finotto sul prato dello stadio “Dei Marmi”. Mattia arriva in Toscana a febbraio. Il suo stimolo è il desiderio di ritrovare la forza trainante del suo essere calciatore: la gioia del giocare a pallone. Del segnare e del credere in qualcosa. Già promesso all’Ancona, all’ultimo sceglie Carrara: la dimensione giusta. Una squadra che lo accoglie, una tifoseria che s’innamora e una società lungimirante. 75 minuti. Prima gara da titolare contro la Virtus Entella e gol. Mattia è così.

Veloce, rapido e senza interruzioni. Il flusso del moto circolatorio di una ruota rappresentato dal Finotto in maglia giallazzurra. Caratteristiche prima studiate, poi coltivate e oggi messe a disposizione di chi si fida di lui. Rubate al basket in quella Treviso che con la a palla spicchi tramanda storie di passione. Semplice e sincero come il sorriso che lo accompagna sin da bambino quando gli occhi e il cuore si accendono osservando le gesta di Ronaldo il Fenomeno. Così, tra una partita dell’Inter a San Siro e un allenamento Mattia cresce e macina chilometri di esperienza.

Carrarese, Finotto esulta dopo un gol/Credit: Carrarese Calcio 1908

Una coppia che traina, una ruota in costante movimento: Carrarese verso la Serie B

Alla Spal Finotto conosce emozioni che rimarranno scolpite nei ricordi. Due promozioni dalla Serie C alla Serie A. Leonardo Semplici l’allenatore a cui un “grazie”, forse, ancora oggi non basterebbe. Di nuovo Monza e ancora gioie e soddisfazioni. Cittadella, la Serie B e la costanza che cerca. La fiducia di Venturato, il primo incontro col destino: i gol con Giuseppe Panico. La frizzantezza del sentirsi coinvolto e sostenuto la spinta ulteriore al Tombolato. Lui, nato a Valdobbiadene dove la bollicina è certificato di qualità. Vino e “Pistacchio”, un abbinamento tanto inconsueto quanto sorprendente. Un soprannome – “Pistacchio” – del quale l’origine non è “controllata” perché sconosciuta. Coniato dallo stesso Mattia a Monza e divenuto sigillo di identità per tutti i compagni che verranno.

Dal padovano alla Brianza ancora una volta. Per vincere di nuovo la Lega Pro e tornare in Serie B e rimanerci per diversi anni confrontandosi con svariate realtà. In costante movimento; fino a Carrara. Come città impone. Una corsa dirompente; incurante degli ostacoli. Due gol al Benevento nella doppia sfida dei playoff, uno, il più dolce, in finale contro il Vicenza e il suo Veneto che si conferma certezza e la ruota gira…in direzione Serie B. Non senza “Panico” ovviamente. Finotto e Panico, Mattia e Giuseppe:Fortuna mea in rota”. Senza sosta.

Alvise Gualtieri

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