A volte è proprio “questione di chimica” per trovare la squadra giusta e riprendere fiducia: Elia Petrelli, attaccante classe 2001, ha scelto la Carrarese per rimettersi in gioco. Personalità, buon fisico e tanta voglia di crescere. “Cercavo una piazza in cui poter ritrovare fiducia, all’Ascoli in Serie B non ho avuto possibilità. Non mi hanno dato molte chance per mostrare il mio talento. La Carrarese mi ha cercato e voluto e ad oggi posso dire che ho fatto la scelta giusta”. L’ufficialità nel mercato di gennaio è arrivata in pieno stile giovanile, molto vicino a quello dell’attaccante italiano, amante dei videogiochi.
L’altra grande possibilità è quella di essere allenato da Di Natale e di rubargli qualche segreto, visto il ruolo che li accomuna: “Sono arrivato da poco, ma il mister sin dal primo giorno mi ha detto di seguirlo perché insieme possiamo fare cose importanti. Ogni giorno cerco di apprendere qualcosa“.
La Juventus per Petrelli è stata la sua seconda casa, il primo grande campo che lo ha visto muovere i primi passi da professionista. L’attaccante ricorda con piacere gli anni passati in bianconero: “È stato tutto molto bello, 4 anni e mezzo bellissimi: dall’Under 16 all’Under 23. Non manca nulla, tanta serietà e massima disponibilità. Non c’è mai nulla che viene lasciato al caso. Ho imparato tante cose, con la Juve sono diventato grande. Mi sono allenato varie volte in prima squadra sia con Allegri, sia con Sarri, sia con Pirlo. Sono tutte brave persone oltre che bravi giocatori”.
Il primo gol non si scorda mai e Petrelli ci ha raccontato tutta l’emozione vissuta quel giorno. Era il 4 novembre 2020, partita contro il Livorno: “Venivo da una settimana un po’ triste, avevo giocato poco. Volevo il gol da tanto, lo cercavo. Per me è stata una liberazione, ora speriamo ne seguano altri. Lo festeggiai con Fagioli e il fisioterapista, avevamo studiato l’esultanza molto prima”.
L’attaccante non ha nascosto il suo amore per il Milan ed i suoi due idoli hanno indossato la maglia rossonera: “Balotelli è il giocatore che ho sempre seguito da bambino, ma Ibrahimovic è stato il numero uno“.
Come è nato il suo amore per il calcio? In modo molto semplice: “Il mio papà mi ha sempre portato ad avvicinarmi al calcio. A cinque anni già giocavo nei campi di provincia. I miei genitori mi hanno supportato molto e hanno creduto nelle mie qualità”.
Quali sono i suoi hobby? Riposarsi e seguire il tennis: “Mi piace stare con gli amici e la mia fidanzata, poi faccio un po’ di tutto: guardo la tv, gioco alla play. Poi amo molto il tennis e sono un tifoso di Djokovic“. Prima di salutarci ha fatto una promessa ai suoi nuovi tifosi: “Spero di fare tanti gol e di essere ben voluto e di poter ripagare la fiducia che mi è stata data sin dal primo giorno”.
A cura di Antonio Salomone
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