Casadei, parla Tuchel: “Vi dico quando lo porteremo in prima squadra”
Uno dei nomi che ha infiammato questa sessione estiva di calciomercato è quello di Cesare Casadei. Il giovane centrocampista ha firmato con il Chelsea, dopo che si erano aggiunte alla corsa per aggiudicarsi il talento nerazzurro anche il Nizza e il Sassuolo. Su di lui era piombato anche il Torino, che lo aveva chiesto all’Inter come contropartita tecnica per Bremer, prima che il difensore brasiliano si trasferisse alla Juventus. Il centrocampista classe 2003 non smette di attirare su di sé un interesse diffuso e crescente. Dal settore giovanile del Cesena agli occhi delle big costantemente puntati su di lui fino al trasferimento in Premier League, al Chelsea, per 15 milioni di euro più 5 di bonus. Una storia tutta da raccontare.
Casadei, talento e voglia di emergere: a piedi sotto la pioggia da Cervia a Cesena per non saltare un allenamento
In questi primi giorni ha imparato a conoscere l’ambiente Chelsea e ha subito impattato con l’allenatore della prima squadra Tuchel, che parla così di lui. “Prima di tutto dobbiamo dargli tempo e non dobbiamo sovraccaricarlo di pressioni perchè non gli faremmo un favore. È un centrocampista box to box, molto forte di testa, ben piazzato per essere della sua età. Al momento è importante che impari la lingua, che si ambienti nel Chelsea e che capisca la cultura e i principi di come si vive e si gioca per il Chelsea. Dopo tutto questo, proveremo a portarlo in allenamento con la prima squadra e apriremo tutte le porte per lui“. L’allenatore tedesco sa come gestire le giovani promesse, basti guardare il lavoro fatto con Dembelè e Pulisic al Borussia Dortmund: poca esaltazione e tanto lavoro.
Anche se con Casadei sarebbe facile portarlo fin da subito sul palmo di una mano. La classe si vede a occhio nudo. E Casadei brillava di luce propria già negli Allievi del Cesena, poco più che dodicenne. Un talento cristallino, versatile. Play, mezzala, trequartista. La conferma che non fosse un giocatore come gli altri? Tra le file dei Giovanissimi Nazionali Under 14 e Under 15, nelle stagioni 2016/2017 e 2017/2018.Grande personalità, ottima tecnica. Chi ricorda Casadei all’alba della sua carriera lo descrive come un concentrato di voglia e feroce determinazione di diventare calciatore.
Un selvaggio. Nel senso buono del termine. Inverno, -5 gradi e mai la maglia termica indossata nel corso di un allenamento o di una partita. Rigorosamente a petto nudo. Mai una febbre. Mai un allenamento saltato. Anche a costo di farsi 22 chilometri a piedi sotto il diluvio, da Cervia a Cesena, per bypassare una punizione della mamma che gli aveva vietato di andare al campo per una ramanzina scolastica.
In Casadei ha sempre creduto il suo allenatore dell’epoca, Christian Lantignotti. Quali migliori mani di un ex centrocampista per imparare e crescere? E Casadei è cresciuto. Eccome. Fisicamente, tatticamente, tecnicamente; rispondendo alla sollecitazione di diventare un giocatore da 10 gol all’anno attaccando gli spazi senza palla e sfruttando le sue caratteristiche. Il riferimento che gli veniva dato all’epoca? Massimo Ambrosini. Un paragone eccellente, calzante, per via della struttura fisica e dell’abilità nel gioco aereo. Ma con una differenza. Lantignotti ci aveva visto bene. Il bilancio dell’ultima stagione con la Primavera dell’Inter? 39 presenze, 16 gol (e 5 assist). Giocando da centrocampista avanzato, a tutto campo. MVP e Campione d’Italia.
Casadei, il retroscena: suggerito al Milan fu ingaggiato dall’Inter dopo il fallimento del Cesena
Si racconta che chi in quel Cesena ci lavorava, ha usato il fermo immagine del decoder Sky quando ha letto che per lui si stesse muovendo il Chelsea. Un orgoglio, misto a incredulità, difficile da esprimere a parole. Perché, come fai a non emozionarti se ricordi Cesare 15enne, con quell’allegria tipicamente romagnola; solare, gioioso, simpatico, sempre pronto a giocare a calcio tennis e lo immagini con la maglia dei blues? Casadei non era però solo sorrisi e divertimento. In campo sempre col collo girato a studiare la posizione dei compagni di squadra e degli avversari ancor prima di essere servito. Maniacale nella ricerca di informazioni per giocare d’anticipo, nell’applicarsi per leggere prima lo sviluppo del gioco. E una volta ricevuto il passaggio, avanti tutta con le sue leve molto lunghe, marchio di fabbrica fin da bambino. Bravo a domare la palla e gestirla anche nello stretto tra doppi passi e movenze sinuose abbinate a dribbling ubriacanti. Uno spettacolo.
A Cesena c’è anche c’è chi si augura che alla fine rimanga in Italia mentre ricorda quando nel 2018 guidò i bianconeri fino alla fase finale del Torneo Nazionale per sfidare Milan, Atalanta e Inter. Si narra che visse quei giorni trasmettendo una carica incredibile allo spogliatoio insieme al compagno a cui era più legato: Samuel Giovane, pure lui centrocampista, ora all’Atalanta. Dopo quel torneo, in quell’estate, il Cesena fallì e Casadei come Giovane e Riccardo Turicchia, ingaggiato dalla Juventus, fu libero di trovarsi un nuovo club. Un’occasione imperdibile per chi lo seguiva da tempo. Chi lo conosce bene ricorda che fosse milanista e al Milan stesso, dove si trasferì Lantignotti, fu fatto il suo nome. Ma l’Inter si era mossa evidentemente prima e lo fece suo.
Casadei, dopo Carnesecchi, Sensi e Valzania un altro talento lanciato dal Cesena
Dopo Marco Carnesecchi, Stefano Sensi e Luca Valzania c’è un nuovo gioiello grezzo scovato dal Cesena che sta per spiccare il volo. Magari, chissà, un giorno fino alla Nazionale di Mancini, che è alla prese con una rifondazione che dovrà necessariamente passare da giovani come Casadei. Intanto Cesare Casadei è pronto a gettarsi a capofitto nella sua prossima avventura. Senza paura. Come quando in campionato, lo scorso 5 maggio, non esitò a tuffarsi di testa per cercare il gol del 3-2 e fu colpito involontariamente dal portiere dell’Empoli Valerio Biagini cadendo a terra privo di sensi. Paura al 93’, ma solo un grande spavento al Breda. Perché Casadei in fondo è così: piedi buona e testa dura. Una stella che ha appena iniziato a brillare.
A cura di Marco Festa