I legami destinati a restare anche nel tempo. Quelli in cui si chiede: “Ho bisogno di te, ci sei?”. E quell’amico corre subito. Senza neanche ascoltare la virgola successiva. Proprio come la corsa di Cascione all’incontro con il Pescara. Il suo Pescara. Poche parole e un immersione decisa. “Bentornato capitano!“. Così il club abruzzese ha accolto il classe ’83. Dubbi? Zero. Tre anni, 103 presenze ed 11 gol. E lo spogliatoio condiviso con giocatori del calibro di Insigne, Verratti, Immobile e Perin. Momenti indimenticabili. Tra questi c’era anche Emmanuel Cascione. Lì nel mezzo a fare la voce grossa. Folta chioma e muscoli al servizio della squadra. Se il parco giochi Zemanlandia era capace di divertire tutti, il merito era anche suo. Ago della bilancia di una squadra incantevole: furono 90 le reti siglate al termine di quella stagione da incorniciare.
Ma il passato resta passato. Resta il forte legame con una piazza che ti ha visto come leader. Ora i tifosi biancazzurri sono pronti a riabbracciare Cascione, ma sotto un’altra veste. Come De Rossi sulla panchina della Roma. E dopo Zeman e Bucaro, il Pescara aveva bisogno di puntare su una figura come l’allenatore di Catanzaro. Dalla conoscenza dell’ambiente alle idee da portare avanti con fierezza.
Sarà il 4-3-3? Chi vivrà vedrà. La verità è che nelle corde di Cascione ci sono più e più moduli. Infatti, nell’esperienza con la Primavera del Napoli – terminata al terzo posto in classifica -, gli azzurri erano abili ad adattarsi ai momenti della partita. Si passava velocemente dal 4-4-2, all’aggiungere un attaccante in più. Dunque, formare un tridente. A Sassuolo, invece, il terzo attaccante diventava un trequartista formando un rombo nel 4-3-1-2.
Poi succede che la vita decide di premiarti. Arriva la chiamata del Pescara ed i sogni che si realizzano. Quando sul petto vi era lo scudetto del Napoli, Cascione non aveva dubbi: “Allenare il Pescara sarebbe fantastico. Zeman e Di Francesco? Due maestri”. Se non è un regalo di Natale – uno di quelli che arrivano perchè meritati – poco ci manca.
Sabato all’Adriatico arriva il Pontedera per una sfida dal valore significativo. Si affrontano 7ª e 6ª forza del girone B di Serie C. Due punti di distanza e zona playoff da confermare. E una vittoria che al Pescara manca da un mese. Era il 24 febbraio e Merola decise la sfida contro la Lucchese. Ne è passato di tempo. E non solo. Pronti per il rush finale? Il ‘no’ non è una risposta contemplata. E poi ora c’è Cascione. Prima capitano e leader, ora allenatore di una squadra da risollevare. I legami che tornano importanti. Come quel filo invisibile che legherà per sempre questa piazza e l’allenatore ex Pistoiese.
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