Nel girone C c’è una neopromossa che sta facendo girare la testa un po’ a tutti. Una squadra creata all’ultimo secondo e infilata nella categoria quasi per uno scherzo del destino. Ma lo scherzo, adesso, lo stanno facendo loro: 6 vittorie nelle ultime 7 partite e quarto posto in classifica. La vittoria di Taranto è solo la punta di un iceberg che nasconde, bene, i segreti e il lavoro dietro la sorpresa del campionato. Stiamo parlando della Casertana di Cangelosi. Squadra romantica e sorprendente. L’allenatore, i dogmi e l’estetica del sacrificio: il sudore dietro lo stupore.
Per analizzare il fenomeno Casertana è necessario e obbligatorio partire da chi siede in panchina. Vincenzo Cangelosi è l’uomo del momento. Eppure, per trent’anni, è stato l’ombra di Zeman. Per trent’anni è stato lontano dalla luce dei riflettori. Ma, adesso, non si può più nascondere. A sessant’anni è il suo arrivato il suo turno. La sua Casertana è eclettica. Spregiudicata nell’atteggiamento offensivo ma solida nella tenuta difensiva. Il calcio di Cangelosi è naturale evoluzione e adattamento realistico dell’idea zemaniana. Divertente ma ponderata, dilagante in campo aperto ma, all’occorrenza, pronta a scavare la trincea. La vittoria di Taranto è stata il manifesto di tutto questo. Cangelosi alla sua prima panchina in carriera ha prima portato la Casertana a vincere i play off di Serie D, e poi ha adeguato la stessa squadra ad una categoria superiore. Impresa difficilissima vista la complicata estate campana. Eppure, Cangelosi ci è riuscito. Il merito è, ovviamente, anche di chi in campo deve sudare. Tavernelli, match winner allo Iacovone, è giocatore di spessore al pari di Anastasio, arrivato in prestito dal Monza, e già diventato idolo dei tifosi. E poi ancora Montalto e Taurino. Tutti interpreti di un calcio intraprendente e protagonisti di una storia dai risvolti ancora da scoprire fino in fondo. La Casertana è la vera sorpresa del campionato e non lo è per caso.
La vittoria della Casertana a Taranto è storica. E’ storica per il peso specifico della gara, per come è maturata e per che lascia il giorno dopo. Partiamo dall’inizio. La rivalità tra le due squadre affonda le radici in un remoto passato. La Casertana per mano del Taranto si è vista sfuggire per due volte la promozione in Serie B. Prima per una decisione della giustizia sportiva alla fine degli anni ’60, poi in un drammatico spareggio in coda agli anni ’90. Insomma, rapporto decisamente sbilanciato se consideriamo anche i 17 precedenti in cui i rossoblù non sono mai riusciti a vincere. Ma il passato è passato e la Casertana di Cangelosi parla solo al presente. Il gol di Tavernelli e i 65 minuti giocati in 10 consegnano alla storia la partita dello Iacovone. La Casertana, nonostante l’espulsione di Casoli al 27esimo del primo tempo, gioca una partita elegante. In 10 per più di un’ora senza mai soffrire veramente. Demeriti del Taranto, sicuramente, ma è da sottolineare la personalità dei campani. I 90 minuti epici dello Iacovone sono la sintesi perfetta della stagione della Casertana. Oltre la prestazione, i tre punti e il tabù sfatato c’è anche qualcos’altro che fa sorridere Cangelosi. La sensazione che la Casertana sia in grado di avere la capacità di decidere il proprio destino vale, se possibile, più della vittoria.
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