Curiosità sul profilo Instagram ufficiale di Antonio Cassano. L’ex ‘enfant prodige‘ barese ha infatti postato un’immagine per ricordare pubblicamente gli ormai lontani tempi della stagione 1999/2000, quando esordì in prima squadra con la maglia del Bari. Piacevole sorpresa dunque per i tifosi del Bari visto che Cassano non è solito ricordare pubblicamente la sua prima esperienza nel calcio dei grandi.
La storia d’amore tra Antonio Cassano e il Bari, la sua città natale, comincia nel settore giovanile del club pugliese. Dopo una serie negativa di provini con Inter e Parma, viene notato proprio dagli osservatori del Bari. Ben presto, infatti, le sue qualità emergono, tanto che dopo una fugace esperienza nella Primavera – che in quella stessa stagione, senza Cassano, vinse lo scudetto -, arriva a debuttare in prima squadra. A lanciarlo nella mischia senza troppi timori è Eugenio Fascetti, allenatore che fin da subito intravede qualcosa e capisce che quel ragazzino, nonostante la giovane età, ha qualcosa in più degli altri.
Sì, perché Antonio Cassano debutta l’11 dicembre del 1999 a soli 17 anni. Poco più che bambino, si fa subito notare per qualità tecniche al di sopra della media.
Il turno ancora successivo viene schierato dal primo minuto di gioco contro l’Inter. Scelta coraggiosa, ma totalmente colta da Fascetti, perché Cassano al minuto 88 trova anche il suo primo gol in carriera. Una rete che rimarrà poi nella storia del calcio italiano. Quel controllo elegante di tacco, e la successiva giocata ad accentrarsi in mezzo ai difensori dell’Inter per poi battere il portiere nerazzurro, sono ancora oggi negli occhi e nella mente di tutti gli appassionati del mondo del pallone.
Il rapporto tra Antonio Cassano e il suo primo allenatore è diventato nel corso degli anni, fino arrivare all’attualità, di amore ed odio. Ma dagli albori della sua carriera fino alle più importanti esperienze successive, Cassano ha sempre incoronato Fascetti come il suo allenatore preferito di sempre. Forse perché è stato l’unico a capire quel carattere spregiudicato fino in fondo. “Antonio è un genio, pur ribelle, va lasciato libero, si può anche chiudere un occhio su quello che combina. Sapevo dei suoi orari non proprio da atleta, ma lo tenevo sotto controllo senza farglielo pesare”.
Non a caso, proprio Fascetti era rimasto folgorato fin da subito dalle qualità di quel ragazzino, che alcuni dirigenti dell’epoca gli consigliarono di andare a visionare quando militava nella categoria ‘Allievi‘. L’allenatore della prima squadra voleva addirittura farlo esordire già nel 1998, “ma le cure che stava sostenendo per combattere un’infezione al viso erano troppo invasive. E’ colpa del dottore se vi siete persi un anno di Cassano“, disse scherzando in un’intervista dell’epoca Fascetti. “Ho allenato Antonio per due anni, dal ’99 al 2001, all’epoca si preparava con il massimo impegno. In allenamento era teatrale, e in ritiro guardava in tv tutto il calcio internazionale, anche se qualche scherzo già lo faceva“.
Il resto è poi storia nota. Senza la comprensiva presenza di Fascetti a domarlo, Cassano si è poi lasciato andare nella sua vita spericolata che noi tutti conosciamo.
A cura di Tommaso Ferrarello
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