Palacio, la 27 e i gol che non t‘aspetti. Castellini: “Catania, grazie di avermi adottato”
“Siete in sala stampa? Arrivo subito”. Scatto fulmineo, strette di mano sorriso avvolgente e voglia di raccontarsi non appena si spalanca la porta che lo vede ormai pronto a cominciare dopo un’intensa sessione di allenamento. Alessio Castellini, terzino del Catania classe 2003 si presenta così. L’entusiasmo è palpabile, contagioso visto che la doppietta realizzata contro la Juve Stabia è arrivata anche con la fascia di capitano al braccio. “A pelle ti dico che sono emozionatissimo, orgoglioso di aver aiutato la squadra a conquistare la vittoria”. Curiosità: il colpo di testa e il bel destro da attaccante vero del numero 27 rossazzurro che hanno sconfitto la capolista portano proprio a ventisette il numero di reti messe a segno dai siciliani…alla ventisettesima giornata. “Ho scelto questo numero perché mi hanno raccontato la bella storia di Biagianti qui – ci ha confidato il ragazzo bresciano – ho detto si al club il 27 di luglio di due anni fa, ho chiesto il permesso a Marco e mi ha dato l’ok per indossare questa maglia”.
Dall’esempio CR7 agli allenamenti con Palacio: il calcio di Castellini
La passione per il calcio di Castellini è immensa, quasi totalizzante. Questione di famiglia, visto il passato in Serie A di zio Paolo, protagonista in massima serie con le maglie di Roma, Torino e Sampdoria tra le altre. “C’è un bellissimo rapporto, fa parte dell’agenzia di procuratori che mi seguono ed è un riferimento per tutto quello che ha fatto. Spero di fare lo stesso percorso…se non meglio”. Sguardo furbo ma deciso, gli esempi del resto non mancano, anche per via di quella poliedricità che ha consentito nel tempo al giovane Alessio di sperimentare praticamente ogni ruolo dalla trequarti in giù. “Scelgo Sergio Ramos per la cattiveria in campo mentre da terzino non posso che nominare Cancelo, lo trovo molto completo. Esultanza alla Bellingham? Ha la mia età ma gioca un altro calcio: è d’ispirazione. A livello di mentalità invece prendo CR7, mi piace la sua continua ricerca della perfezione. Sia sul campo che in tv guardo tutto: dalle chiusure difensive agli spazi da attaccare”. Brescia è l’inizio, culla di un viaggio dalle ambizioni sempre più verso l’alto. “Ho avuto la possibilità di giocare con Scalvini, Zanotti ,gente che adesso milita in categorie importanti. Palacio? Difficile marcarlo, apprezzo la sua solarità. Dopo la classica stecca si rialzava e mi diceva ‘continua così’. Sono questi i dettagli che rendono grande un campione”.
Castellini, speranza di Catania: “Sturaro è un leader. Gruppo? Non abbiamo mai mollato”
La storia d’amore tra Alessio Castellini e il Catania inizia la scorsa stagione. Con quella vittoria targata Giovanni Ferraro che riporta i rossazzurri in Serie C, anche grazie all’importante contributo da titolare del giovane terzino sinistro lombardo, abile a guadagnarsi così la preziosa conferma tra i grandi. Mantenuta nonostante i risultati altalenanti a livello collettivo che decretano l’attuale tredicesimo posto nel girone C. “Quando si vince è più facile far risaltare solo le cose positive, anche il discorso social non era un problema mentre quest’anno poteva abbatterci non essendo sempre impeccabili ma dobbiamo essere bravi ad oltrepassarlo, siamo professionisti. Avere la possibilità di giocare per la finale di Coppa Italia dimostra che non abbiamo mollato”. Discorso fluente e tono determinato, quello del giovane prospetto, che ci tiene a puntualizzare un concetto cruciale. “Il gruppo è assolutamente unito. Faccio un esempio stupido: prima dell’allenamento pranziamo sempre al ristorante. Un modo per cercare di stare tutti insieme. L’anno scorso c’erano tanti leader come Rizzo, Sarao e Rapisarda ma anche quest’anno ne abbiamo parecchi. È arrivato Sturaro che ha fatto la A e ci dà una grande mano, penso ancora a Rapisarda che è rimasto, Cicerelli, Celli o Curado qui da quest’anno. Tutta gente da cui imparare qualcosa”. Leader sul campo, sì, ma da questa stagione anche in scrivania. “Vedere Ciccio Lodi in dirigenza fa un certo effetto visto che l’anno scorso me lo ritrovavo in spogliatoio. Ha fatto benissimo in carriera quindi ogni suo consiglio è prezioso da raccogliere”.
Stimoli, crescita e vita: essere Castellini
Trenta presenze distribuite tra campionato e Coppa Italia, quattro gol realizzati, etichetta da affidabile predestinato. Ma qual’è il segreto di Castellini? “Mi sento migliorato ma mai arrivato. Questa città ti entra dentro, mi ha praticamente adottato, essere fermato ogni tanto dai tifosi è un orgoglio immenso. Sto costruendo qui l’inizio della mia carriera, sono cresciuto anche in zona realizzativa: prima battevo i calci d’angolo mentre adesso adoro buttarmi dentro e cercare l’inserimento sia su corner che nello spazio in corsia”. I risultati individuali sono evidenti, nonostante i tre diversi avvicendamenti sulla panchina rossazzurra. “Tabbiani mi ha aiutato nella fase d’anticipo, mister Zeoli mi ha migliorato sul profilo della grinta mentre con Lucarelli lavoriamo tutti dal punto di vista mentale. Ci è mancato un filotto di vittorie. Pensiamo al Taranto e poi giochiamocela col Rimini per arrivare più in alto possibile”. Grinta da veterano, convinzione nei propri mezzi. Ma chi è Alessio fuori dal campo? “Un ragazzo a cui piace vivere la città e saper gestire il riposo. Si dice che al nord siamo un po’ freddi ma mi reputo un tipo affettuoso, che sa stare allo scherzo. Fidanzata? Lascio il dubbio”.
Sorrisi, umiltà e leadership, Alessio Castellini si è già preso Catania.