Catania, (ri)ecco Cristiano Lucarelli: guerriero sognatore col ritorno nel destino
“Mi viene la pelle d’oca se penso al triplice fischio dell’arbitro che sancisce la promozione del Catania in Serie B. Ai giocatori ho chiesto di non pensare alle contestazioni ma a cosa può succedere con quest’eventualità. Voglio chiudere un cerchio qui”. Tono deciso, sguardo ambizioso, percezione assoluta di fiducia nel nuovo percorso: l’incipit della terza avventura targata Cristiano Lucarelli-Catania si riassume più o meno così. Con quella duplice voglia di riscatto che unisce ancora una volta i destini dell’allenatore e dei siciliani dopo le esperienze tra il 2017 e il 2020. L’epilogo ,per motivi diversi, è sempre lo stesso (B sfumata per un soffio) il sentimento tra le parti però tra passione, freddezza e simbiosi totale vive nel tempo una completa evoluzione. L’intesa con l’ambiente è dunque fortissima, pronta a rinsaldarsi sotto la gestione Pelligra, nella veste di manager all’inglese preannunciata da Vincenzo Grella in conferenza stampa.
Dal bingo alle traverse: il Catania dei rimpianti
La storia tra Cristiano Lucarelli e i colori rossazzurri inizia nell’estate del 2017. È l’estate delle definitive ambizioni, la seconda dal ritorno dell’ex ad Pietro Lo Monaco. Lui sceglie l’allenatore ex Messina ed effettua un’importante campagna acquisti con il ritorno di Francesco Lodi e gli arrivi tra gli altri di Bogdan, Aya e di quel Davis Curiale che da capocannoniere del girone C con 15 reti vive la sua migliore stagione della carriera. Risultato: 70 punti conquistati (-4 dal Lecce di Liverani) al termine di un campionato che vede un Catania solido, divertente ma poco brillante nei momenti cruciali di una stagione conclusa anche con il miglior attacco. I mugugni non spaventano Lucarelli che affronta a muso duro le critiche in sala stampa (celebre l’invito ad andare alle sale Bingo a chiunque non reggesse la pressione). L’allenatore trascina la squadra fino alla drammatica semifinale playoff persa ai rigori col Siena, caratterizzata dalle traverse di Lodi e Mazzarani.
Lucarelli atto secondo: l’uomo diventa simbolo
L’addio consumato al termine di quell’intensa stagione lascia diversi rimpianti. La stagione 19-20, con l’esonero di Andrea Camplone, apre di fatto la strada al ritorno. Lucarelli e il Catania si ritrovano ma questa volta il contesto è diverso, caratterizzato dalle forti difficoltà economiche della società rossazzurra. La squadra conclude il campionato al sesto posto della stagione regolare e al secondo turno dei playoff per via del miglior piazzamento della Ternana. Tuttavia, da sottolineare resta il forte impatto emotivo dell’allenatore toscano. Lucarelli, infatti, rappresenta in questa seconda esperienza il simbolo a difesa della storia del club vista la totale assenza dirigenziale. La trasferta di Terni finanziata dai tifosi e il successivo sincero messaggio d’addio dell’allenatore alla fine del campionato raccontano un rapporto che va oltre il calcio.
Lucarelli-Catania: insieme per la storia
È sempre stato Lucarelli il primo nome nella testa della piazza dopo l’esonero di Luca Tabbiani. Troppo forte il desiderio della gente di rivedere l’allenatore livornese sulla panchina del Catania. La capacità di sapersi adattare ai contesti alternando sapientemente 4-3-3 e 3-5-2 ma soprattutto il grande carisma e senso d’appartenenza ribadito anche in conferenza stampa hanno fatto la differenza, anche nei confronti di Vincenzo Grella che ha sottolineato come questo terzo atto sarà motivo di crescita sia per la società che per lo stesso Cristiano, chiamato a nuove responsabilità visto il nuovo ruolo di manager all’inglese. Il peso della maglia, i sogni da coltivare, la B da conquistare. Lucarelli è pronto a (ri)prendersi Catania. Per fare Bingo in nome di nuovi sorrisi.