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Cuore Lodi, tra speranza e ricordi: “Catania, sono con te”

Quando una squadra attraversa un momento difficile, il tifoso ricerca la luce nei volti, nei ricordi. Gol, giocate ricche di classe. Si aggrappa alla forza della memoria. A Catania, da qualche tempo, c’è un’aria diversa. Quel prato verde che fu un tempo teatro di grandi annate e palcoscenico di ottimi allenatori (Simeone, Montella e Maran giusto per citarne alcuni) appare sbiadito. E’ diventato argomento secondario, con le prestazioni dei ragazzi di Baldini ormai vittime sacrificali dei problemi societari, che nelle prossime 24 ore potrebbero decretare il fallimento del club: “La situazione é surreale, tutto questo sei o sette anni fa sarebbe stato impossibile da pronosticare. Fa male, anche considerando il campionato che sta facendo la squadra. Questa, insieme ai tifosi, merita di sentir parlare soltanto di calcio giocato. Mi auguro che il Catania possa sopravvivere”.

Filippo Galtieri (UNICA SPORT)

Lodi e l’amore per Catania: “Fallimento? Non ci voglio neanche pensare”

Francesco Lodi parla da catanese, anche se è nato a Napoli. Parla senza mezzi termini, come ha sempre fatto. Con tono appassionato e la voglia di chi, pur da lontano, vuole a tutti i costi farsi sentire. Ora il centrocampista 37enne gioca in D, all’Acireale. Ma le 206 partite col Catania sono un ricordo indelebile: “In caso di fallimento ci rimarrei malissimo. Ho segnato cinquanta gol con questa maglia, insieme ai miei compagni abbiamo riscritto ogni record. Soffrirei, è ovvio. Ma non voglio neanche pensare ad un esito negativo, spero soltanto vada tutto bene”. Cinque anni e mezzo alle pendici dell’Etna, quanto basta per costruire un legame eterno con la città: “Il rapporto con i tifosi è sempre stato meraviglioso, sin da quella doppietta al Lecce su punizione che il 13 febbraio del 2011 sancì il mio debutto al Massimino. Sono andato via da Catania e ci sono ritornato due volte, nulla è mai mutato. Io ormai vivo qui con la mia famiglia e percepisco tanto affetto dalla gente che ancora oggi mi ferma per strada. Spero di aver lasciato un ricordo positivo da calciatore ma soprattutto da uomo, perché per me è stato un orgoglio indossare quella maglia“.

I gol e le vittorie: “Catania era temuta ovunque”

50 gol, tanto ha segnato Lodi col Catania: “Il più bello? Sono affezionato alla doppietta al Lecce, al gol di Torino contro la Juve, alle reti nei derby e naturalmente al gol da centrocampo col Trapani (nella semifinale playoff di Serie C nel 2019) ma me li prendo tutti e cinquanta perché lì c’è la mia storia”. Tante le perle su punizione, almeno una ventina:Dovendo arretrare per questioni di ruolo, rispetto a quando ho giocato in altre piazze, dovevo specializzarmi in altro per far gol e così è arrivato questo feeling che ho sempre cavalcato, studiato meticolosamente come fosse un calcio di rigore: basta guardare il portiere e i primi tre uomini della barriera, in base alla loro altezza poi scelgo se tentare una conclusione normale o rasoterra”. Tante le soddisfazioni negli anni d’oro, dall’Europa sfiorata alle vittorie contro la Juve e l’Inter del triplete: “Si pensava solo al bene del Catania e questa cosa si percepiva anche dall’esterno perché negli altri campi ci temevano, eravamo riconosciuti e rispettati”.

“Se Catania dovesse chiamare…”

Un rimpianto Lodi però lo ha ancora: “Quella traversa col Siena su punizione nella semifinale playoff 2017/18 (poi persa ai rigori). E’ l’emblema di tutto ciò che sta succedendo adesso: provate a pensare se quel pallone fosse entrato. Probabilmente saremmo stati sommersi dalla gente, già pronta ad andare a Pescara per la finale col Cosenza. E chi lo dice, visto il momento di quella squadra e la spinta dei tifosi, che non staremmo parlando oggi di un Catania ancora in B? Purtroppo non avremo mai la riprova di ciò che affermo ma ne sono ancora convinto”. Il presente di Lodi è ad Acireale, ma chissà che non possa presto tornare a casa: “Io non chiudo le porte a nessuna società in cui sono stato, figuriamoci al Catania. Adesso penso a giocare per qualche altro anno perché mi diverto ancora. Ma in futuro ,se ci fosse la possibilità di tornare, in qualsiasi veste mi farebbe sicuramente piacere. La voce a questo punto si fa più seria, desiderosa più che mai di offrire parole sincere di vicinanza.

Fossi stato ancora in società non sarebbe cambiato nulla. Ai tifosi dico che dovrebbero clonarli per quello che hanno fatto e stanno facendo per la squadra, anche a livello di sforzi economici. Questa é gente speciale, nessuno ha un tifo così, credetemi. Sono con loro, seguo tutto, speriamo bene “. Apprensione da scacciare via, speranza coltivata con forza. Catania spera, accompagnata da un numero ‘Dieci’ che le sarà sempre vicina. Nonostante il tempo passi inesorabile, i ricordi rappresentano un sorriso dolce da sventolare sotto la pioggia. Rigorosamente, sotto forma di calcio piazzato.

A cura di Damiano Tucci.