Home » Catania, Papu Gomez: “Mi avete accolto come un fratellino, porterò mio figlio allo stadio”

Catania, Papu Gomez: “Mi avete accolto come un fratellino, porterò mio figlio allo stadio”

Gomez al Catania (Credit - Screen yout Tube) - LaCasadic.com

Le parole del Papu Gomez al podcast Melior De Cinere Cunto di Gianpaolo Pasqualino

A cuore aperto, come nelle migliori lettere d’amore. Le parole del Papu Gomez sono le stesse di un innamorato che dopo anni ricorda con affetto ciò che è stato. Ciò che è stata, nella fattispecie, la sua esperienza al Catania.

Un’avventura lunga tre anni, ma vissutti intensamente come fossero il doppio. Centosei presenze e 16 gol in rossazzurro. Per la prima volta dal suo addio, a distanza di 11 anni, il Papu (ex Atalanta, tra le altre), è tornato a parlare della squadra siciliana. Lo ha fatto al podcast di Gianpaolo Pasqualino.

“A Catania ho vissuto tre anni meravigliosi, porterò mio figlio a vedere la squadra e la città”, ha detto l’ex attaccante rossazzurro. Gomez ha poi percorso le tappe del suo arrivo in Sicilia, grazie al direttore sportivo Lo Monaco: “Decise di prendermi dopo aver visto una mia partita del San Lorenzo contro l’Indipendiente”.

Poi ha svelato alcuni retroscena: “Appena mi dissero che l’obiettivo era fare 40 punti gli ribadì che io volevo vincere tutte le partite. Io mi arrabbiavo tanto al primo anno in Italia. Con Montella nel 2011/12 la mentalità è cambiata. Una squadra tosta e di qualità con gli arrivi di Almiron e Legrottaglie ha cambiato la mentalità di certi calciatori”.

Catania, Gomez: “Giampaolo? Importantissimo, io accolto come un fratello minore”

Gomez e il Catania. Un amore indissolubile. L’ex attaccante rossazzurro ha ripercorso i suoi tre anni nel club siciliano parlando anche del suo rapporto con Giampaolo: “Per me è stato importantissimo, un maestro. Fondamentale per la mia crescita tattica in Italia. Mi ha fatto migliorare difensivamente. Penso che tutti mi hanno accolto a Catania come un fratellino minore. Ero il più giovane in squadra”.

Questione di “sangue argentino”, di empatia. Il Papu è cresciuto velocemente anche per un motivo:
“Grazie ai senatori argentini in rosa sono cresciuto. Stare tutti i giorni insieme noi argentini ci ha unito ed è stato bellissimo. Noi la portavamo in campo questa unione”. 

“Tre anni meravigliosi, porterò mio figlio in città”

A margine dell’intervista, il Papu ha parlato a cuore aperto dei tre anni vissuti a Catania. Un connubio di emozioni, una crescita professionale e umana costante: “Per noi arrivare a Catania e vedere subito gente che ti offre un caffè o ti invita a mangiare o ti fa conoscere la città era importantissimo. L’affetto della gente era grande. Per gli avversari che giocavano a Catania era molto difficile fare punti”.

Poi ha concluso: A Catania ho vissuto tre anni meravigliosi. I tifosi mi hanno trasmesso sempre allegria e sono molto attaccati a me. È incredibile. Mio figlio grande è nato a Catania ed è un grande tifoso rossazzurro. Resterà sempre un posto nel mio cuore. Noi siamo orgogliosi di portare la piccola bandiera catanese per il mondo. Non so quando, ma voglio portare mio figlio a vedere il Catania e la città”.