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Catania, a tutto Grella: ”Col Ragusa pressione mondiale. Pelligra sempre presente”

“Sono molto orgoglioso del mio ruolo, sento una grande responsabilità nei confronti della piazza e del presidente. So che se non ottengo risultati nel tempo posso anche andare a casa”.
Il senso del dovere di Vincenzo “Vince” Grella nei confronti del progetto Catania (qui la prima parte della nostra intervista) si percepisce al primo sguardo. I toni utilizzati nella descrizione del numero uno rossazzurro poi, lasciano intendere come l’avventura alle falde dell’Etna sia ormai una questione di cuore. “Sento Rosario Pelligra cinque volte al giorno, a volte anche sette. L’altra sera mi ha chiamato all’una di notte per essere aggiornato riguardo a novità ed abbonamenti. So quanto ci tiene, soffre la lontananza e con il cuore è sempre qui. Per questo gli rispondo anche quando vorrei dormire (ride ndr)”.

Catania, Grella: “Contro il Ragusa più pressione che al mondiale”

Fermezza, equilibrio, competenza, passione. Con questi elementi, ‘Vince’ Grella, in poco più di un anno ha conquistato gli appassionati catanesi. Ma cosa direbbe al se stesso di inizio avventura? Faccio fatica a rispondere- ammette dopo una lunga pausa il vicepresidente e ad dei siciliani– ho sempre amato un certo tipo di calcio e l’anno scorso per l’esigenza di vincere il campionato abbiamo guardato oltre il nostro stile di gioco. Per me era importante iniziare con determinati valori che non ritengo negoziabili come il dover vivere la gara in modo sano. Se parlo con il Vincenzo di allora non so quanto il bilanciamento tra gioco ed atteggiamento fosse parametrato, il tempo non è mai stato il nostro miglior amico nelle decisioni da prendere. Vincere era importante, impostare i rapporti cruciale. Ho la fortuna di avere uno staff incredibile, disposto anche a lavorare fuori orario “.


È un fiume in piena, il dirigente australiano, mentre rivive i momenti della conquista del girone I di Serie D. Nessun dubbio sul ricordo più bello. “Scelgo la prima contro il Ragusa: non conoscevo il campionato e percepivo più tensione di quando giocai i mondiali. Dopo quel giorno tutto è stato più semplice ma quella sensazione me la porterò per tutta la vita”.

Valori, storia e futuro: le radici del nuovo Catania

L’avvento della proprietà Pelligra ha portato alle falde dell’Etna un entusiasmo sempre crescente. Le aspettative sono altissime, il calore, come testimonia l’andamento della campagna abbonamenti è alle stelle. Vincenzo Grella ha ormai le idee chiare. “Il catanese ha una grande passione, talmente grande che non è sempre facile controllarla. Mi sono ripromesso di dire sempre una parola in meno. La gente pensa mi faccia comodo, io non credo che il mio modo di agire sia il migliore ma è il mio. Preferisco sbagliare e non promettere ciò che non posso mantenere”. La linea è precisa, ad orientarla ci pensa la storia. “Biagianti, Lodi e Pantanelli sono persone con caratteri diversi ma che possono aggiungere molto ad un club che è alla ricerca della sua identità, che vuole avere un legame con il passato ma con la testa proiettata ad aggredire il futuro. Rispetto la storia ma voglio anche andare avanti”.

Grella: “Non dobbiamo tirarci la zappa sui piedi


La visione futurista di Vincenzo Grella è già racchiusa nel suo ufficio. I riferimenti alla scorsa stagione appaiono infatti più defilati in favore di parole motivazionali impresse sulla parete ed un grande monitor con il quale osservare la situazione da vicino. Dettagli utili a definire con ancor più chiarezza la politica del club. “Quando acquistiamo un giocatore, soprattutto un giovane, cerchiamo di analizzarne caratteristiche e margini di miglioramento ma non è tutto. Chi viene qui deve avere coraggio, personalità e voglia di fare grandi sacrifici nel tempo libero. Il Catania vuole sempre giovani interessanti: se si comportano così verranno premiati, altrimenti con me ci sarà poco spazio“.

Lungimiranza, rispetto dei ruoli ed un approccio alla gestione societaria da top team. “Tenere d’occhio i conti ed avere anche il coraggio di prendere decisioni impopolari è qualcosa su cui insistere- chiosa Grella- il presidente non spende ma investe e vuole vedere un criterio dentro ogni operazione, con costi e ricavi mai troppo distanti. Io non ho la presunzione di insegnare nulla, non voglio nemmeno controllare ossessivamente questi numeri ma proiettare piuttosto a determinate responsabilità. Chi crede che questa dirigenza non voglia vincere non ha capito niente, la rincorsa alla vittoria oggi è la cosa più difficile. Dobbiamo sempre avere una logica, senza tirarci la zappa sui piedi”. La stagione sta per cominciare, l’obiettivo è già nel mirino, raccontato in uno sguardo finale di passione ragionata. La chiave è (sempre) una: Balance.

A cura di Damiano Tucci

Damiano Tucci

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