Le magie a Catania, Zeman e la vita da allenatore, Mascara: “Il calcio è divertimento”

Giuseppe Mascara con la maglia del Catania - www.lacasadic.com
L’eterna bandiera del Catania Giuseppe Mascara ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, raccontando aneddoti sulla sua carriera
“Questo è un gol che farà il giro del mondo, lo vedranno pure a Tonga!”. Era una calda domenica del marzo del 2009, al “Barbera” di Palermo andava in scena il sentitissimo derby tra i rosanero e il Catania e Giuseppe Mascara decideva di donare al calcio uno dei gol più belli mai realizzati.
La celebre reazione in telecronaca di Maurizio Compagnoni riassume tanto, se non tutto, della splendida parabola inventata dal numero 10 rossazzurro in quel pomeriggio di 16 anni fa: “Sarei un bugiardo se dicessi che avevo visto Amelia fuori dai pali e che avevo calcolato di tirare così” Ha dichiarato Mascara, intervistato alla Gazzetta dello Sport. “Calciai d’istinto, senza pensarci e venne fuori una parabola impressionante. Zenga, il nostro allenatore, mi disse che soltanto un pazzo come me poteva tentare certi colpi”.
Il campione classe 1979 ha raccontato la sua infanzia tra Caltagirone, luogo di nascita, e Comiso, città in provincia di Ragusa dove Mascara ha conosciuto il calcio: “Mio padre lavorava nella Comiso degli anni Ottanta. In paese teneva banco la questione dei missili nella base americana, le proteste eccetera“.
“La tecnica la sviluppavo d’estata sulla sabbia a Marina di Ragusa. Partecipavo ai tornei di beach soccer e lì imparai ad alzare il pallone e calciare prima che toccasse terra. Vivevo il calcio come un divertimento. Quando giocavo volevo divertirmi. Sapevo che se mi fossi divertito io, si sarebbero divertiti i tifosi della mia squadra, anche se sulla fascia dovevo correre per gli equilibri tattici“.
Il maestro Zeman
Nella sua intervista alla Gazzetta, Mascara, nei panni di allenatore, ha rivelato di ispirarsi al mentore Zeman: “Modulo? Il 4-3-3 che ho imparato da Zeman e da Pasquale Marino“. L’ex fantasista del Catania ha raccontato di avere ottimi ricordi degli anni passati sotto la guida dell’allenatore boemo: “L’ho avuto per poco tempo alla Salernitana, ma mi ha lasciato un’impronta per il gioco e per la gestione dello spogliatoi e degli allenamenti. Era schietto e diretto, meticoloso nelle spiegazioni.”
Sui metodi di Zeman l’attuale allenatore dell’Under 19 del Novara ha detto: “Oggi sarebbero impensabili. Mi sento zemaniano ma a modo mio, in maniera rivisitata“. Mascara ha raccontato un simpatico aneddoto su Zeman e la sala della bilancia: “Che fumasse troppo era un fatto. Ogni giorno ci faceva entrare uno ad uno nella sala della bilancia per pesarci e e ogni volta lì dentro c’era la puzza delle sue sigarette. Gli vorrò sempre bene, mi auguro che stia meglio“.

Il ricordo di Mihajlovic e il calcio in famiglia
Giuseppe Mascara ha proseguito la propria intervista ricordando Sinisa Mihajlovic: “Grande spessore. Burbero fuori, buono dentro. Alla fine dell’allenamento del venerdì ci sfidavamo sulle punizioni. Lui era un fenomeno, ma ogni tanto mi faceva vincere per tenermi su di morale. Durante la sua malattia ci siamo scambiati tanti messaggi“.
In casa Mascara, il calcio si mastica a colazione, pranzo e cena. Papà Giuseppe ha scritto pagine di storia del calcio italiano e attualmente allena l’Under 19 del Novara. I figli seguono le orme del padre: “Il più grande, Marcello, ha 23 anni e gioca in Eccellenza, nel Real Siracusa, è un esterno d’attacco. Francesco, il secondo, terzino, è con me alla Primavera del Novara. Nicolò è nell’Under 15 del Catania. Leonardo, 8 anni, in una scuola calcio a Novara“. Sull’allenare il figlio Francesco, Mascara ha detto: “È come allenare tutti gli altri. Gioca se lo merita. A casa ha il divieto di lamentarsi“. L’eterno fantasista ha rivelato il suo sogno nel cassetto: “Ritornare a San Siro, da allenatore di Serie A“.