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Il gol a Buffon, l’amore per Catania. Spinesi: “Se ci fosse la possibilità di tornare, perché no?”

La numero 24 del Catania oggi è indissolubilmente legata a Luca Moro. A ragion veduta, visto che il gioiello classe 2001 (ormai promesso sposo del Sassuolo), è autore fin qui di una super stagione da 21 gol in 23 partite. Ma il futuro a volte non é altro che il dono di un buon passato che ritorna in forme diverse. E così dopo un suggestivo incontro da ricordare, tutto tra bomber col 24, ecco che il tempo si riavvolge. “Finita l’ultima partita ad Arezzo, dopo aver ottenuto la salvezza da capocannoniere, Pasquale Marino mi chiese del mio futuro. Gli risposi, scherzando, che forse sarebbe stato meglio separarci a fine stagione. Disse che mi voleva con sè in una piazza importante e pochi giorni dopo mi chiamò insieme a Lo Monaco. Si parlava di Catania”.

Spinesi: “Catania, che bella la promozione“

Si emoziona ancora a ricordare il passato, Gionatha Spinesi. Lui, pisano di nascita, Catania c’è l’ha proprio dentro. Perché 4 stagioni, 117 presenze e 49 reti (terzo marcatore all-time nella storia del club) proprio non si dimenticano. “Di ricordi belli ne ho tanti -ci confessa – ma sarebbe ingiusto non menzionare anche quelli brutti. Penso ai primi due mesi di adattamento o al terribile derby in cui purtroppo l’ispettore Raciti perse la vita. Tutte cose che mi hanno permesso di crescere come uomo e di compattarci in quanto gruppo“.

Spinesi insieme a bomber Luca Moro

Non dimenticare il buio per godersi ancor meglio la luce, rigorosamente a suon di porte abbattute “Momento più rappresentativo? Certamente il gol promozione in A contro l’AlbinoLeffe nel 2006, in un ‘Massimino’ stracolmo d’amore. Coincise casualmente col compleanno di mia moglie che già all’uscita dei calendari fantasticava su questo possibile regalo. Mi porto dentro anche quello al Milan segnato a Bologna: fu un’emozione indimenticabile per me e tutti i miei cari”.

Cronache di spogliatoio…storie e baci da ‘Gabbiano’

Esultanze passionali, imprese memorabili, salvezze all’ultimo respiro. L’avventura siciliana di Spinesi non si è fatta mancare nulla. Il segreto di quel gruppo? “Il rispetto – ribatte sicuro l’ex bomber – una volta i giovani mostravano riguardo nei confronti dei leader e questo contribuiva a creare una grande atmosfera, alimentata dai traguardi e dal gioco propositivo”. Esempio calzante? Takayuki Morimoto. Il ‘Ronaldo del Sol Levante’, corteggiato anche dal Manchester United, al suo debutto a Bergamo nel 2007 ringraziò ironicamente in mixed zone proprio Gionatha per essere stato squalificato ed avergli permesso di debuttare. “La sua giovane educazione orientale ci portava a prenderci cura di lui, pur non capendo nulla -ricorda divertito – gli chiedevamo di ripetere parolacce al mister, lo tormentavamo di scherzi. Un grande giocatore ed un amico, ero il suo riferimento ed eravamo molto uniti”.

Lo stadio Massimino, teatro di mille emozioni

Amicizia che, talvolta, può unire a prova…di bacio! “Vargas mi diceva sempre che la squadra fosse fortunata ad avermi: ne nacque un bacio sulla bocca scherzoso in allenamento e così sperimentammo anche in partita l’esultanza, poi andata avanti per scaramanzia. Portò bene visti i tanti gol di entrambi“, commenta Spinesi. Storie vincenti, dal campo alla panchina, fino alla scrivania. “De Zerbi? Già da giocatore era un maniaco dei dettagli. Guardava calcio, tutto il giorno al fine di studiare ogni cosa. Una condanna anche per la moglie ma lui, Sottil, Polito, Baiocco e Colucci si vedeva già potessero far strada. Gli ottimi risultati conseguiti non mentono”.

“Che emozione segnare a Buffon”

Non solo compagni però. Perché l’emozione di certi momenti, per l’attaccante che da bambino faceva le fotocopie con Mazzola, è misurata anche attraverso chi affronti. “Avevo già fatto la A a Bari e devo dire che lì ho avuto la fortuna di vivere il calcio italiano nel suo periodo d’oro. La settima di quei campionati oggi vincerebbe a mani basse. Ho giocato contro grandi campioni quali Del Piero, Zidane, Totti e Batistuta“. Anni incredibili, e mostri sacri. Spinesi non ha dubbi. “Il difensore più forte affrontato? Dico Nesta: fortissimo ed elegante da vedere. Forse solo Skriniar e Koulibaly possono avvicinarsi leggermente a quei livelli. Oggi c’è poca marcatura e fare 20 gol non è più un’impresa. Per quanto riguarda i portieri invece, dopo 20 anni, non riesco ancora a credere ad una parata che mi fece Buffon: contro chiunque altro quel colpo di testa sarebbe entrato. Avergli segnato vale doppio, è il più forte di sempre”.

Buffon con la maglia della Juve

Spinesi e Catania: amore eterno

Il passato è lì. Racchiuso profondamente nelle gesta immortali. Ma qual è oggi il presente del Gabbiano? “Sto aprendo la mia scuola calcio, conosco le dinamiche del pallone, so cosa prova un ragazzino e credo di poter dare una mano”. Una situazione che, chissà, potrebbe presto riportarlo nella sua terra d’adozione. “A Catania ho vissuto 13 anni: conservo amicizie incredibili. Lì sono cresciuti i miei figli. Basta vedere un’immagine per emozionarsi tutti insieme. Abbiamo anche disposto qui a Napoli la stessa fila di siepi di quando eravamo in città ed il muro esterno è rivestito con pietra lavica fatta arrivare direttamente da lì. Tutto quello che riguarda Catania è nel cuore della mia famiglia, se ci fosse possibilità di tornare, con la consapevolezza di un progetto serio che mi faccia essere risorsa…perché no?”.

Domande retoriche che sanno di attesa. Lui ci spera, la gente rossazzurra già spalanca la porta. Per tornare a riabbracciare l’ennesima leggenda fonte di sorrisi.

A cura di Damiano Tucci