Cosa (ancora) non va nel Catania che stenta a decollare
Le reti di Marino e Tonin, arrivate rispettivamente al 73’ e al 95’ di fronte ai 16.776 spettatori presenti al Massimino, hanno fatto registrare i primi campanelli d’allarme nei confronti del Catania, uscito tra i fischi del suo pubblico dopo la sconfitta ottenuta nel big match contro il Foggia. Un inizio di campionato sottotono quello dei ragazzi di Luca Tabbiani: quattro punti in quattro partite giocate (in attesa del recupero contro il Brindisi) una sola vittoria, ottenuta in casa col Picerno, due ko interni (contro Crotone e Foggia) tre reti subite e due soli gol fatti, entrambi segnati da Samuel Di Carmine. Momento negativo fin qui per i siciliani. Ma è davvero tutto da buttare?
Dal mercato al campo: il Catania di Tabbiani
Rispetto, coraggio, voglia di creare un calcio brillante ed aggressivo. I concetti che hanno portato Vincenzo Grella a scegliere Luca Tabbiani come nuovo allenatore del suo Catania sono da sempre abbastanza chiari, supportati da un mercato importante e finalizzato a tentare l’assalto alla Serie B. Qualche nome: Chiricó, Di Carmine, Zammarini, Rocca, Marsura, Silvestri e (nelle ultime ore) Zanellato. Qualità individuali importanti, chiamate al servizio di un 4-3-3 che fa del pressing alto e del gioco offensivo le sue armi principali.
Il risultato però è fin qui deludente, alla prima prova contro il Crotone, ottima nonostante la sconfitta per numero e qualità di occasioni create, sono infatti seguite la convincente vittoria col Picerno e i passi falsi contro Monopoli (0-0 al Veneziani) e Foggia che lanciano diversi segnali. Primo fra tutti il ruolo imprescindibile nei meccanismi offensivi di Cosimo Chiricó: troppo importante il contributo del numero 32, già apprezzato dal suoi nuovi tifosi tra recuperi, costruzione e qualità in termini di pericolosità e leadership. Discorso simile per Di Carmine (la cui presenza in area è sintomo di affidabilità) e Zammarini (cervello di centrocampo con licenza di attaccare). Il tutto a fronte di seconde linee che non hanno pienamente convinto e una fase difensiva che, da Livieri in su, necessita di trovare maggiori certezze.
Catania, tra certezze e futuro
L’attesa alla sfida in trasferta del primo ottobre contro la Casertana è vissuta dall’ambiente con qualche perplessità. Perché sebbene la società abbia ovviamente già fatto filtrare assoluta fiducia in un progetto tecnico stimolante per densità e trame di gioco (i cinque legni colpiti dai rossazzurri in quattro gare non lasciano pensare ad una sorte alleata) i rumorosi fischi raccontano di una piazza desiderosa anzitutto di risultati. Per blasone, potenziale tecnico ed un’ambizione che, dopo la scomparsa del club nel 2022, è tornata prepotente proprio grazie alla proprietà Pelligra. Catania aspetta concretezza, a Tabbiani e i suoi ragazzi il compito di trasformare in gol le tante occasioni e cancellare i primi dubbi. Per decollare tutti insieme verso un’annata da ricordare.