Il Catania ospita la Turris nel primo posticipo della 6a giornata del campionato di serie C girone c. Le due squadre tornano a guardarsi negli occhi a distanza di 23 anni dall’ultima volta. Era il 20 settembre del 1998 e il match era valido per il campionato di serie C2. L’ex attaccante del Catania Giuseppe Mascara, ai nostri microfoni, parla del momento della sua ex squadra: “Conta fare bene, serve lavorare”.
Il Catania, reduce dall’ottimo punto racimolato a Catanzaro, scende in campo con l’intento di migliorare la terzultima posizione in classifica. Non un inizio di stagione positivo per gli uomini di Baldini, come sottolinea Mascara: “Certamente non è un momento facile, però Francesco (Baldini ndr) è un allenatore molto preparato e sa come superare le difficoltà”, dice ai nostri microfoni l’ex attaccante del Catania e attuale allenatore del Siracusa.
Un inizio di campionato non felice per i siciliani, ma questo non deve essere un alibi: “Chi ha spostato il progetto Catania sapeva a cosa andava incontro”, dice Mascara consapevole però che a “fare la differenza è sempre il risultato. Bisogna fare gruppo e pensare all’unica cosa che conta per il bene del Catania”.
Pochi i quattro punti in classifica, anche se la squadra guidata da Baldini ha raccolto meno rispetto a quanto meritato: “Ho visto tutte le partite – confessa l’ex attaccante – e devo dire che il Catania sta pagando oltre i propri demeriti”. Ora, però, bisogna essere concreti: “Siamo consapevoli del valore della rosa, c’è da lavorare. Non servono le parole, in questo momento bisogna pensare a fare più punti possibili”.
E fra poco al Massimino arriva la Turris che precede di tre punti i siciliani in classifica e con il morale alto dopo la vittoria con la Vibonese. Proprio in questo momento i tifosi possono fare la differenza: “I tifosi hanno capito il momento di difficoltà che sta attraversando la società. Per esperienza personale conosco il modo in cui il pubblico si stringe attorno alla squadra nei momenti difficili, perché ama questi colori. È un amore viscerale che il catanese ha per la propria squadra”, conclude Mascara.
A cura di Francesco Lupo
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