Catanzaro-Monopoli, l’attesa e l’apnea: “C’mon Eagles”, inseguendo la Serie B
Code alla biglietteria, il vecchietto che ricorda la Serie A, il bimbo che chiede al papà di andare allo stadio, il tifoso che sta al nord però “Sto weekend torno giù, gioca il Magico”. Catanzaro-Monopoli, è tutto questo. 1-2 nella gara di andata, sabato 21 maggio il ritorno. La vincente, sfiderà chi avrà la meglio tra Juventus U23 e Padova. Magico, dicevamo. Sì, perchè a Catanzaro, la squadra è il magico. Magia, passione, fantasia. Voglia matta di esultare, vivere di emozioni che solo il calcio sa regalare. Le stesse di un catanzarese doc come Pietro Iemmello. A 10 a sostenerlo in Curva Massimo Capraro, a 30 anni, in campo a onorare la maglia. Dalle lacrime alla rifinitura, alla doppietta di Monopoli, nell’andata di un match incredibile. La città si è unita nuovamente alla sua squadra, come sempre, in questo periodo dell’anno. Quasi ad infischiarsene, se i playoff da queste parti sono un vero e proprio tabù. Sora, Benevento, Feralpisalò, AlbinoLeffe, Potenza e potremmo continuare a lungo. Un popolo spesso illuso nella post season, ma sempre conscio di una fede che si tramanda di padre in figlio.
Catanzaro-Monopoli, l’attesa di una città intera in apnea
“L’ho giurato da bambino”. Parte così uno dei cori della curva Capraro, a testimonianza di una fede. Lo stesso entusiasmo che si respira in città da giorni, sin dalla fine della stagione regolare. L’adrenalina dei playoff, la chiamano. Ora però c’è da giocare una sfida di ritorno, davanti al sostegno e al canto incessante di quasi 12.000 anime. Record stagionale, neanche dirlo. Ma non solo, erano anni che non si vedeva una coda per acquistare un biglietto del Catanzaro. Ora la città e il suo popolo ci credono davvero in quella Serie B. La stessa che manca dal lontanissimo 2004. Una vita fa, 18 anni per l’esattezza. Un’attesa lunghissima che tutti sperano di poter vedere presto realizzata. Dai ragazzini nati dal 2004 in poi, che quella Serie B non l’hanno mai vista nella propria città, fino ai tifosi storici che vogliono fuggire dal purgatorio della Serie C. Un grido unico, una convinzione unanime che si alza in tutti gli angoli della città: “C’mon Eagles”.
A cura di Francesco Marra Cutrupi