Mezz’ala moderna, d’inserimento. E una carriera in cui ha vissuto grandi momenti di gloria. Michele Cavion è un girovago a cui piace però tornare dove si è stati bene. A Vicenza dal 2011 al 2013, prima di passare alla Juventus Primavera. Aveva 17 anni il ragazzino nato a Schio (Veneto), proprio vicino la cittadina della squadra che lo ha lanciato. Tanta gavetta e una carriera che lo ha visto protagonista soprattutto in Serie B. L’ultima stagione l’ha giocata con le maglie di Brescia e Vicenza ed è culminata proprio con la retrocessione dei biancorossi. Adesso per amore, la tentazione di tornare, lui che è di proprietà della Salernitana e ha un contratto con i campani fino al 2025. Una pista aperta, un dolce flash-back, ancora possibile.
Muove i primi passi vicino casa, nella squadra del suo cuore: Il Vicenza. Con la maglia della Primavera mette a segno 6 reti in 23 presenze. L’anno dopo fa il suo esordio in Serie B a soli 18 anni, ma è troppo presto. Ritorna in Primavera e segna un solo gol in 15 apparizioni. A gennaio dello stesso anno, il sogno si chiama Juventus. Cavion conosce Mauricio Isla e Simone Pepe, destinati ad avere un futuro importante nel club bianconero. Impara, apprende con lo sguardo curioso di un bambino. Umile come sempre e con la voglia di capitalizzare al massimo l’opportunità della vita. La sua avventura in Piemonte non è però quella che ci si aspettava: solo 6 presenze in tutte le competizioni e nessun gol siglato.
A volte, non tutto va secondo i piani. L’importante è però continuare a lottare. Detto, fatto: Cavion continua a credere in se stesso e inizia per lui un lungo girovagare che lo porta prima in Serie C e poi stabilmente in Serie B. Le maglie di Reggiana, Carrarese e Cremonese nei suoi primi anni tra i professionisti. Poi la promozione raggiunta con il club lombardo nella stagione 2016-2017, da protagonista: in quell’annata 24 presenze, 1 gol e 5 assist. Dal 2018 al 2021 gioca stabilmente in serie cadetta con la maglia dell’Ascoli: 89 gettoni, 6 gol e 12 assist in 3 anni. Ma soprattutto tanta qualità al servizio della squadra. In ogni sua giocata, in ogni sua carezza al pallone. Lo scorso anno si divide tra Brescia e Vicenza e colleziona 31 presenze in totale, comprese le due più dolorose ai playout contro il Cosenza di Bisoli. Retrocessione e lacrime. Nel posto giusto, ma al momento sbagliato. Adesso la voglia di tornare a casa e riprendersi il suo personale campo da gioco: la Serie B.
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