Dall’emozione “più bella della mia vita” al dolore più grande: addio Mimmo Cecere
“È l’emozione più bella della mia vita”. L’11 maggio 2003 Domenico “Mimmo” Cecere raccontava così l’emozione per la sua prima promozione in Serie B con l’Avellino. Un traguardo così desiderato da promettere che avrebbe smesso di fumare se fosse riuscito a tagliarlo, ma alla fine fu beccato dalle telecamere, in accappatoio, mentre si concedeva un momento di relax di stampo zemaniano. Ironia della sorte, l’allenatore che nella stagione successiva lo avrebbe reso tra i portieri più espulsi in Serie B: perché quando gli avversari si involavano verso la sua porta, con la difesa a centrocampo, non gli restava che stenderli.
Cecere, le lacrime di gioia a Crotone in un pomeriggio epico per l’Avellino
Quel pomeriggio a Crotone, però, era un presente senza futuro. E Cecere lo visse appieno. I biancoverdi conquistarono la promozione allo stadio “Scida” battendo il Crotone grazie a un gol di Salvatore Marra. Cecere non riuscì a trattenere le lacrime, abbracciato da decine e decine di tifosi scesi in campo per festeggiare, dopo aver seguito in più di diecimila la squadra in trasferta. Così tanti da costringere le forze dell’ordine a sgomberare la Curva destinata ai tifosi di casa per far posto a quelli ospiti.
Cecere, il colpo di reni per negare al “Pampa” Sosa il gol del pareggio nella finale playoff Avellino-Napoli
Mimmo Cecere non sapeva, però, che dopo un’amara retrocessione con l’Avellino avrebbe vinto ancora due anni più tardi in finale playoff contro il primo Napoli di De Laurentiis, allento da Edy Reja. Quel Napoli in cui era cresciuto e stato il terzo portiere. Davanti a un’altra cornice di pubblico straordinaria. Gol di Biancolino e Moretti (su calcio di rigore), prima che Sosa lo superasse di testa. Cecere non si perse d’animo e impedì al “Pampa” di pareggiare con un colpo di reni passato alla storia. Una gioia immensa anche per Francesco Oddo, che era subentrato ad Antonello Cuccureddu. “Grandissimi, è la festa più bella in assoluto. Ho vinto tre campionati (Avellino, Fermana e Palermo), due volte i playoff (Avellino e Messina), ma da campano vincere un derby contro il Napoli è una goduria pazzesca” dichiarò negli spogliatoi. Poi salì di corsa sul balcone della Provincia in Piazza della Libertà con lo stupore impresso sul volto per le migliaia di supporter irpini che si radunarono per festeggiare con la squadra. Brandendo una grande B di cartone tra le mani.
Cecere, luci ed ombre. I funerali in provincia di Caserta
Ricordi che rendono ancor più grande lo shock per la sua prematura scomparsa. Il prossimo 14 dicembre avrebbe compiuto 51 anni. Un infarto se lo è portato via. Non era un portiere altissimo, ma tra i pali era a tratti insuperabile. Al netto di qualche topica, una garanzia assoluta. Dopo aver appeso guanti e scarpette al chiodo aveva vissuto momenti delicati fuori dal campo. Aveva provato la carriera da procuratore, senza grande successo. Nel 2021 era stato condannato per stalking, con divieto di avvicinarsi alla vittima, ma dopo una serie di violazioni fu costretto agli arresti domiciliari. Ombre tra le luci di in una vita finita troppo presto. L’Avellino, allenato dal suo ex compagno di squadra Massimo Rastelli, lo ha ricordato giocando con il lutto al braccio a Castellammare di Stabia. I tifosi del Messina intonando un coro a Foggia. Domani, 3 aprile 2023, i funerali a Nocelleto di Carinola in provincia di Caserta.
A cura del corrispondente Marco Festa