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La bellezza dell’attesa e dell’equilibrio: Leonardo Cerri, un passo alla volta

Palleggio, step back, canestro. No, non è la scena del piccolo Michael Jordan in Space Jam o l’inizio della carriera di un giovane cestista. Il protagonista di quei movimenti, invece, è un calciatore. In quel campetto parte la storia di Leonardo Cerri,  attaccante classe 2003 della Juventus Next Gen. È tra i prospetti più importanti in casa bianconera. Fisico imponente, intelligenza e senso del gol. I riferimenti? Ibra e Dzeko. E pensare che sarebbe potuto diventare un giocatore di basket. Ma ci torneremo. 

Quella di Leonardo Cerri è una storia fatta di scelte. E, alla fine, sono quelle a fare la differenza. È il rispetto del valore dell’attesa e della gradualità della crescita. È la consapevolezza del senso del tempo e dei tempi. Perché ogni cosa ha i suoi momenti. Alcuni più lenti, altri che necessitano di una accelerazione. Tante le immagini del suo percorso. Ci sono rifiuti a grandi squadre (per ogni cosa c’è il suo tempo, appunto) e divise dell’NBA collezionate. C’è una notte insonne per l’applauso di Cristiano Ronaldo, un’aritmia, dei libri gialli e una maglia bianconera. Una famiglia e un procuratore alle spalle, un tatuaggio per la sorella e il legame speciale che li unisce e un sorriso di giovane e saggia esuberanza. Tappe segnate da scelte. Sotto al suo primo post la parola “Dream”. Questo è il racconto della razionale e graduale costruzione di quel sogno. 

Scelte

Torniamo a quello step back. Perché per il piccolo Leonardo il calcio arriverà solo in un secondo momento. Si inizia con il basket nei campetti di Roma. Al calcio si avvicina quasi per caso. “Vieni con noi”. L’invito è di alcuni compagni di scuola che giocano all’Atletico Torrino, squadra a 5 della parrocchia. E Leonardo di quel pallone se ne innamora. Al primo anno è subito capocannoniere. La scelta di rimanere in questa squadra non è casuale. Un ambiente protetto e di basso profilo in cui maturare in modo graduale e iniziare a esprimersi. Il non passare così presto in squadre professionistiche una scelta. Per la sua crescita e per il suo futuro. Per quel rispetto dei tempi di propri di ogni percorso. Il prossimo passo è alla Lupa Roma, club vicino a casa, prima e all’Unicusano Fondi poi. Il talento, però, non passa inosservato. Arrivano le richieste. Roma, Lazio, Sampdoria, Bologna, Ascoli, Pescara e Chievo. Insieme alla famiglia e all’agente Pietro Chiodi, Leonardo sceglie Pescara. 

Una decisione condivisa, individuando nel club abruzzese lo step di crescita più coerente e necessario in quel momento. Una realtà tranquilla e sana in cui viene accolto come in una famiglia, senza l’eccessiva pressione di aspettative e pretese. Le pretendenti aumentano. Juventus, Inter, Atalanta su tutte, insieme al forte interesse di Monchi che lo vuole riportate nella Capitale. Il club bianconero si muove con maggior concretezza. E nell’offerta presentata e nel progetto presentato al ragazzo. Un nuovo passo condiviso da ragazzo, famiglia e procuratore. Equilibrio. Lontano dai riflettori, un solo obiettivo: il bene del giocatore. Questione di scelte. 

Credit Martina Cutrona

Dream

Cerri sceglie la Juve. Tre anni nelle giovanili, poi il salto tra i grandi. Nella stagione in Primavera il primo contatto con la Next Gen. A 17 anni arriva la prima rete. Senso del gol. Nel settembre del 2021 lo stop. L’aritmia diagnosticata e la paura di una carriera che poteva finire. Operazione e recupero, Leonardo torna in campo con la Next Gen. Nel mezzo gli allenamenti con la squadra di Allegri. Il primo è al fianco di Cristiano Ronaldo. In un esercizio si guadagna l’applauso del portoghese, immortalato nella foto del primo post Instagram di Cerri. Istantanee indelebili. “Dream”, appunto.

Dalla Primavera alla Next Gen, passando per i contatti con la prima squadra: uno sviluppo naturale per normalizzare ciò che normale potrebbe non sembrare. Coerenza, programmazione, prospettiva. L’attenzione incentrata sul campo, unico e fedele teatro in cui affermarsi. Il resto conta poco. E Leonardo lo sta dimostrando. Tre i gol già segnati con la squadra di Brambilla. Quando segna, la Juve vince. Prestazioni che spiegano i “no” del club bianconero alle offerte ricevute dalla B e dall’estero. La società crede nelle potenzialità del ragazzo. A fine anno terminerà il suo percorso nella Next Gen. Fisico da premier, istinto da attaccante, un giocatore “internazionale” per le sue caratteristiche atipiche: il futuro lo aspetta.

Credit Martina Cutrona

Allenare

Sullo sfondo viva la passione per il suo primo amore, il basket. Qualche anno fa è arrivata addirittura la chiamata di un allenatore per fare un torneo nelle Marche.  In quei campetti di Roma ci torna spesso in estate a giocare con gli amici con le divise di NBA indossate. Palleggio, step back, canestro. O gol, dipende dal campo. Accanto allo sport c’è uno spazio per la lettura, in particolare modo per i gialli. Un mondo conosciuto e approfondito grazie al suo agente. L’esempio preso da Eusebio Di Francesco che a Sassuolo regalava libri ai suoi giocatori. Il motivo? Leggere li aiutava ad arricchire la loro cultura e, soprattutto, a essere più veloci nel comprendere ciò che l’allenatore diceva. Un’educazione e una formazione della persona, e non solo del giocatore. Allenare la mente, oltre al fisico. E lo dimostra nel suo essere Leonardo Cerri. Anche, e forse soprattutto, fuori dal campo: empatico e profondo nel rapporto con gli altri. Attento conoscitore delle emotività. Tutti piccoli step in quel continuo percorso. 

Equilibrio, razionalità e consapevolezza. Il rispetto per i tempi della vita e di una carriera. Leonardo vuole viverseli tutti nella loro integrità e nella loro naturale evoluzione. Senza fretta, un passo alla volta. Pagine da leggere. Pagine da scrivere. 

Nicolò Franceschin

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