Coesione, concorrenza e senso di appartenenza: il mercato “in equilibrio” del Cesena
Equilibrio. Questa la definizione della stagione del Cesena FC. Valida anche in un periodo frenetico come quello del calciomercato. Quello respirato all’ombra dell’Orogel Stadium durante il mese di gennaio è stato un clima di serenità e consolidazione. Fabio Artico, direttore sportivo del club, ha mantenuto le promesse. Il Cesena non ha subito modifiche o stravolgimenti nella finestra invernale. Questo perché all’interno della squadra si è creato un perfetto equilibrio tra titolari e non – ha precisato in occasione della conferenza stampa dell’unico nome nuovo che ha messo piede in Romagna: il portiere americano Jonathan Klinsmann. L’artefice di questa alchimia, capace di registrare 17 vittorie su 23 partite giocate, 51 gol segnati con 16 giocatori diversi mandati a rete, è senza dubbio Domenico Toscano. L’allenatore ha costruito un gruppo unito, focalizzato verso l’obiettivo che si allena e va in campo alla ricerca del costante miglioramento. In equilibrio tra dovere e piacere.
“L’equilibrio in movimento” del Cesena
“È stato il mese di gennaio più bello della mia carriera da allenatore”. Ci ha pensato Domenico Toscano, allenatore del Cesena, a descrivere in maniera sintetica e simpatica la sessione di calciomercato invernale del suo club. Nessuna distrazione o rumors. A Villa Silvia la squadra ha continuato ad allenarsi nella quotidiana serenità che contraddistingue questa stagione. Una tranquillità dettata dall’equilibrio sul quale fluttua il Cesena. Un “equilibrio in movimento” – l’ha definito Fabio Artico in conferenza stampa (LEGGI QUI). Sul quale poggiano i cardini di un torneo – sin qui – quasi perfetto per la società romagnola. La sana competizione all’interno dello spogliatoio e quel fortissimo senso di appartenenza che avvolge i singoli. Merito proprio dell’allenatore che con tutti i giocatori ha voluto parlare chiaro. Un unico imperativo fin dall’inizio: essere squadra. I campionati si vincono con l’unione e la compattezza.
La filosofia dell’allenatore calabrese è sempre stata limpida e libera da ogni condizionamento esterno. Il Cesena di oggi è frutto di questi concetti. Impartiti con insistenza nell’arco dei mesi e assimilati con grande lucidità. La conferma palpabile non arriva solo dal primato nella classifica del girone B o dalle 17 vittorie registrate ma dall’atteggiamento. Quello che è andato in campo fino all’ultima gara con l’Ancona è un Cesena unito. Ogni giocatore ha chiara la sua posizione in campo e il suo ruolo all’interno dell’organico. L’allenatore stesso ha – a più riprese – spiegato il tasso di sano agonismo che si riscontra nell’ambiente. E questo rende il suo lavoro tanto difficile nello scegliere le formazioni adatte quanto gratificante per sé e la società. È segnale di una squadra consapevole, che sta bene insieme e che vuole raggiungere l’obiettivo. Da qui la decisione del direttore sportivo Artico di non mettere mano all’organico a gennaio.
Continuare
Un’idea semplice quella del dirigente: perché rischiare di rompere l’equilibrio? Una presa di coscienza del suo ruolo e della realtà che vede una squadra che non aveva nulla da riparare, come gennaio tramanderebbe. Una conferma di un lavoro oculato svolto in estate nel quale Artico ha avuto come perno della sua strategia la moderazione. Nessuna rivoluzione. L’impianto tecnico trovato al suo arrivo in Romagna l’ha convinto a tal punto da continuarlo; in sinergia con il confermato allenatore Toscano. Forse, l’acquisto più determinante. Sfoltire la rosa con l’obiettivo di garantire una piazza più congeniale a quei giocatori che non avrebbero avuto spazio nella stagione corrente – leggasi Bumbu al Gubbio come ultima mossa in uscita – e la sterminata fiducia su quel progetto “vivaio” che tante soddisfazioni sta regalando. Pieraccini e Francesconi su tutti. Ciofi, uno dei pilastri della difesa bianconera, è costretto ai box da diversi mesi. La soluzione più ovvia a gennaio sarebbe stata quella di mettersi sul mercato alla ricerca di un sostituto. Magari abile a garantire l’esperienza che il ragazzo di Ravenna non può trasmettere perché la carta di identità riporta: anno di nascita 2004. Pieraccini si è rivelato un giocatore affidabile e pronto alla categoria.
La sicurezza Pisseri, la giusta dose d’esperienza al centro e un attacco fuori categoria
Stesso discorso per Tommaso Berti. Persiste il ballottaggio settimanale con Saber per presidiare la trequarti, ma fa parte del percorso di crescita di un giovane prospetto dal visibile talento. Spiegato, dunque, anche l’exploit in fase realizzativa del gemello Cristian Shpendi (13 gol)- come lo chiamano in maniera affettuosa in riva al Savio. Qualche tassello di esperienza per la categoria mirato alla Serie B come Varone e Donnarumma a dar man forte a un infinito capitan De Rose e un sempre cinico Corazza. Artico ha, inoltre, risolto l’annoso problema portiere che tanto ha fatto preoccupare la tifoseria nella passata stagione affidandosi al navigato Pisseri – con lui ad Alessandria nell’annata della promozione in cadetteria – e al giovane ex Juventus Next Gen Siano. Kargbo? L’istinto del direttore. Fino all’ultimo arrivato Jonathan Klinsmann (QUI LA NOTIZIA). Di origini americane, figlio del più celebre attaccante tedesco ex Inter Jürgen già allenatore del Bayern Monaco e della Germania oggi seduto sulla panchina della nazionale della Corea del Sud.
Essere squadra: il Cesena che non vuole cambiare
Le parole di Toscano alla chiusura della sessione di calciomercato sono l’emblema di questo apparato. Nessun giocatore, fra quelli meno impiegati, ha chiesto di essere ceduto. L’unico motivo per il quale Fabio Artico avrebbe preso il telefono in mano. Il Cesena di Toscano è questo: il bello dello stare assieme. La rappresentazione – spesso definita dall’allenatore e dai giocatori stessi – come famiglia è quello che accade in campo. Dove è facile vedere un Cesena che sa come muoversi. Compagni che giocano il pallone con semplicità e intesa. Una squadra affiatata e mai sazia di risultato. In continua crescita come chiede il suo allenatore, ma senza mai andare in conflitto con sé stessa. Rispetto reciproco fra chi gioca, chi subentra e chi, magari, ogni tanto, è costretto ad accomodarsi in tribuna. L’equilibro del Cesena che punta alla Serie B.