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Cesena, tutti sembrano avere capito chi sei

Magia. Non c’è altro nell’atmosfera che avvolge l’Orogel Stadium di Cesena in questo memento. Quasi 10.000 cuori che pulsano a ritmi indecifrabili. Frenesia, gioia e totale immedesimazione in un contesto di pura festa. L’incredibile che si materializza in una partita di calcio. Questo è Cesena-Virtus Entella. Una gara per la quale vale la pena coltivare una passione. I bianconeri regalano un’altra notte di gioia e sogni ai propri tifosi. Lo fanno come hanno insegnato sin qui: vincendo. Per l’ottava volta di fila, con il terzo poker della stagione, con un’altra tripletta – questa volta del funambolico Kargbo – e il solito Shpendi. Una vittoria dai molteplici significati. Algebrico: perché la classifica recita 71 punti. Che in linguaggio matematico equivale a un netto +15 sulla Torres seconda. Emotivo: perché non capita spesso di vedere uno stadio intero alzarsi in piedi per celebrare i suoi beniamini. Di riconoscenza: Toscano. Talento: Shpendi capocannoniere non è mai un caso. Di merito: Cesena, la sua gente.

È solo questione di tempo?

C’è chi pensa al ‘Bernabeu’, chi immagina San Siro. La Curva invoca la Champions League. Altri – quasi alla ricerca di differenziarsi puntano sulla modestia – parlano di semplice “altra categoria”. C’è chi ritiene che quello a cui stanno assistendo non abbia senso di esistere. No, nessuna fantasia. Realtà pura. Palpabile, percettibile, tattile e bella. Sensazioni che innestano quel circolo emotivo che porta lo spettatore a perdersi nei meandri della sua mente. Sognando e viaggiando. Questo è ciò che scatena il Cesena di Domenico Toscano. Una squadra che non fa calcio: crea magia. Costruisce emozioni. Incentiva l’immedesimazione del tifoso e lo conduce in un percorso che in 90 minuti è capace di raccogliere e mescolare incredulità e verità. Ancora una vittoria. Bella, intensa, cercata e ottenuta. Con la Virtus Entella è il tripudio di una squadra che non ha quasi più nulla da spartire con questa categoria, ma che – piaccia o meno – deve ancora lottare per spingersi lassù dove, forse, il ‘Bernabeu’ di cui vociferano fra i seggiolini dell’Orogel Stadium avrà un senso di compiuto.

Un funambolo dal cuore immenso per il Cesena

Il Cesena vince contro l’Entella. Lo fa con semplicità. Con spensieratezza e un briciolo di rischio. Così, giusto perché in Romagna il ‘brivido’ è quel quid che rende vero il banale. Tutto questo ha una sola origine. Si chiama Domenico Toscano. Non un allenatore, ma uno scultore si teste e cuori. Capace di erigere una macchina perfetta. Un Cesena che costruisce trame di gioco complesse e le rende banali agli occhi dello spettatore sbalordito. E poi ci sono loro, i protagonisti: i calciatori. Uomini che vivono l’uno per l’altro. Sempre pronti a spingersi oltre. Così forte che quasi non se ne accorgono. È il caso di Augustus Kargbo. Un funambolo nelle aree di rigore avversarie. Fa quello che vuole. Stoppa, parte, scatta, dribbla e tira. Velocità, esplosività e sorrisi. Quelli dolci, belli e sinceri che raccontano una tripletta strepitosa. La prima nel calcio professionistico contro i liguri. Tre gol che valgono il ‘Bernabeu’ del Manuzzi. Standing ovation e cori assordanti.

Augustus Cesena è tua. Ma l’origine di queste reti risiede lontano. Laggiù, nel mezzo dell’Africa dove c’è tutta la sua storia raccolta tra strade sterrate e sconnesse di una città che nel suo nome riassume già l’essenza di chi impara a sognare: Freetown. Fra piedi scalzi e masse di stracci bagnati presi a calci per soddisfare un desiderio di ‘football’ difficile da contenere. “Prima della partita ho chiamato la mia mamma in Sierra Leone. Mi ha detto: ‘Tranquillo Augustus, stasera fai tre gol”– racconta nella conferenza stampa post partita. Puoi essere a centinaia di chilometri, ma il cuore copre tutte le distanze. Anche quelle più impensabili. Nessuno conosce un figlio come la propria madre. Un legame indissolubile, un pallone che lo rende tale. Augustus ha trovato la sua realizzazione. La Romagna ha il suo “Imperatore”.

Credit Cesena Calcio

Entrare nei cuori della gente: Toscano, missione compiuta

Toscano alè, Toscano alè”. La colonna sonora della match è di facile intuizione. Non potrebbe essere altrimenti. L’ha ribadito spesso l’allenatore del Cesena: “Se ci metti passione Cesena se ne accorge”. E così è. Il trainer di Cardeto è entrato nel cuore dell’Orogel Stadium. La tifoseria osanna il suo operato. Il suo modo di lavorare e pensare Cesena e il Cesena. Un coro per ringraziare e consolidare un rapporto troppo spesso a rischio crepe. No, non è più quel tempo. Toscano e Cesena sono il connubio che la città desidera. Il futuro decreterà se sia stata la scelta giusta. Per il momento, al resto, ci pensano la magia e…il solito Shpendi.

Alvise Gualtieri

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